forty

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«perché siamo qui?» domandò Sam
«non vi ho portato qui per farvi uccidere anzi vi ho scelto proprio per le vostre capacità, dovete saper combattere, contraccambiare, essere veloci e soprattutto dovete saper essere intoccabili» li guardai
«premetto i primi giorni di lavoro saranno i più facili quindi non esaltatevi ai novellini come voi verrà insegnato soltanto a difendersi e ad attaccare, dopodiché inizierete con la droga così che pian piano potrete diventerete sempre più grandi e con i soldi che raccoglierete inizierete a fare di tutto» osservai i volti speranzosi di tutti
«su cinquanta ho scelto soltanto voi trenta, quello che noi faremo sarà molto difficile di un semplice attacco, ho preso preso quelli che reputavamo più forti e anche quelli che potrebbero essere i più abili nel maneggiare un arma»
«contro chi combattiamo?» domandò Alan
«Jake Reeves, dobbiamo ucciderlo una volta per tutte»
«dovremmo combattere contro un pazzo psicopatico?» a parlare fu Aurora
«hai paura?» la guardai in faccia
«in questa vita non esiste esiste la paura, non esiste che tu hai paura degli altri, esiste che gli altri hanno paura di te» guardai tutti e notai Sam osservarmi con un sorriso complice, lui sarebbe potuto essere un buon asso nella manica
«stasera hai una gara» mi avvisò Alex entrando dalla porta
«vengo con te» asserì Sam, sorrisi
«ci sono anch'io» saltò Aurora
Scesi dalle scale sistemandomi il mini tubino rosso in pelle lucida, tacchi bianchi sempre dello stesso materiale del vestito e lasciai i capelli mossi.
«perfetto andiamo» dissi aprendo la portiera della macchina di Cole
«bambolina accompagno Aurora ha detto che voleva vedere la mia macchina, vinci come sempre» si avvicinò e mi lasciò un bacio che ricambiai a stento
Afferrai le chiavi della mia macchina e guardai Sam parlare con mio fratello e Jackson.
«Sam vieni» gli feci segno e quando entrammo accesi lo stereo
«questa macchina è un vero sballo» scosse la testa come segno di approvazione
«lo so» lo guardai sorridendo
«perché proprio questo colore?»
«era molto particolare e di sicuro nessuno l'avrebbe avuto» dissi alzando ancora di più il volume
Osservai Sam tirar fuori dalla tasca dei jeans il suo cellulare e per accontentarlo facemmo dei video insieme per poi postarli nelle storie del suo profilo instagram.
Arrivammo alla pista e scendemmo dall'auto vedendo tutti già seduti sugli spalti.
«ecco la mia corritrice preferita» gridò l'uomo al megafono
«il tuo porta fortuna?» mi voltai come sempre dalla parte di Lucas che quando arrivò mi cinghiette il collo con il suo braccio
«la tua sfidante è già dentro l'auto» osservai la lamborghini rosa al mio fianco
A distrarci fu il rumore della portiera chiudersi, la luce dei lampioni mi impediva di vedere bene ma era distinguibile una figura di una donna. I miei occhi stavano per uscire dalle orbite mentre il mio cuore non smetteva di battere assiduamente non permettendomi di reggermi in piedi, caddi a terra continuando ad osservare la figura della ragazza dinanzi a me.
«Loren?» sussurrai
Mi voltai in direzione di mio fratello immobile sul suo posto così come Lia, Jackson e Alex. Il silenzio mi intorpidiva le orecchie ma erano più che scioccati.
«ti sono mancata sorellina?» si avvicinò aiutandomi ad alzarmi dal terreno
«chi è?» domandò Lucas
«è mia sorella morta sette anni fa» risposi al biondo
«fantastico» sussurrò leggermente colpito
«come sei qui Loren?» domandò Brian appena arrivato al mio fianco
«mi siete mancati fratelli miei» ci abbracciò mentre eravamo rigidi
«sei un po', un po' diversa» piegò la testa leggermente a destra
«la chirurgia plastica può fare miracoli» sorrise
«non è possibile, Milkovich ti aveva sparato alla fronte è impossibile che tu sia viva» le accarezzò il viso Brian
La scena che mi aveva tormentato per anni riapparì nella mia mente così come quella di poche ore fa che mi fecero svegliare dal sonno col fiatone.
«bambolina è tutto okay, ci sono io» mi baciò la fronte Cole
«pensi sia davvero lei?» appoggiò la fronte contro la mia
«non lo so Cole» scossi la testa
«ora è tutto così confuso dico io l'ho vista morire, l'ho vista cadere a terra inerme, l'ho vista piena di sangue, l'ho vista con la pistola puntata alla testa, l'ho vista morire» lo guardai
«sto perdendo il pieno controllo della realtà» mi strofinai il viso con le mani
Mi baciò, non era il solito bacio pieno di desiderio o improvviso ma un bacio pieno di dolcezza, un bacio consapevole che avrebbe creato in me sensazioni di calma. Mi accarezzò dolcemente la schiena.
«ti amo Alissa, nel bene e nel male io ci sarò sempre»

No love songsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora