twenty-six

2.3K 65 0
                                    

Mi alzai verso le sette, diedi un bacio a fior di labbra al ragazzo al mio fianco e mi recai nella mia stanza dove mi aspettavano le ragazze, silenziosamente mi aiutarono a truccarmi e ad aggiustare i capelli, misi lentamente il vestito scelto dal russo e ci finimmo di preparare tutte insieme per poi scendere al piano inferiore.
I ragazzi ci aspettavano alla fine delle scale erano tutti sorpresi tranne Cole che fumava, mi avvicinai a lui e gliela sfilai dalle mani.
«almeno quando dirò quel si avrò la scusa di essere fatta» risi abbracciandolo
«sei bellissima» mi sussurrò all'orecchio
Ci recammo in chiesa con le nostre macchine, io ero in quella di Cole e nessuno proferiva parola ma le nostre mani erano unite. L'esterno  della chiesa era decorato con fiori bianchi, aspettammo che tutti entrassero ed uscimmo dalla macchina.
«sei sicura di quello che fai?» mi accarezzò la guancia Jackson in segno d'affetto
«sono sempre sicura di quel che faccio»
La musica partì e le porte vennero aperte stringevo il braccio del biondo al mio fianco, un sorriso finto mascherava le tristi lacrime che rigavano il mio viso.
Arrivai davanti a lui, scrutava il mio corpo con occhi pieni di malizia mi diede un bacio sulla fronte e ci posizionammo sulle panchine, dopo la messa era arrivata l'ora, il prete parlava e monotonamente il russo ripeteva, dalla loro bocca uscivano suoni incomprensibili ed insensati per le mie orecchie.
Scrutavo attentamente la sala, davanti a tutto c'era la mia famiglia, le ragazze piangevano e a loro volta venivano strette dai ragazzi, lacrime di tristezza. Mi soffermai attentamente sul biondo era vestito in modo elegante aveva un dolcevita nero, un completo bordeaux e delle catene brillantinate al collo, alzò i suoi bellissimi occhi nocciola verso la mia direzione mi sorrise, un sorriso triste ma che mi diede il coraggio per continuare.
«signorina McCall.. mi scusi presti attenzione» mi rimproverò gentilmente il prete, avendo sicuramente capito la scomoda situazione
«io Alissa Celine McCall prendo te Valak Milkovich come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre, finché morte non ci separi» baciai la fede e gliela posai all'anulare della mano sinistra
«ora puoi baciare la sposa»
Mi prese il collo e mi baciò, un forte applauso si sentì per tutta la stanza sacra, mi prese la mano e l'alzò in segno di vittoria.
Stavo per uscire dalla chiesa quando il prete mi fermò.
«oh figliola, io so bene chi sei, sai ho sposato i tuoi genitori, mi ricordi tanto loro il sorriso di tua madre e gli occhi di tuo padre, se ami un'altro concediti a lui loro vorrebbero questo per te» disse prendendomi la mano
«grazie padre lo so e per tutte queste parole vi ringrazio mi date molto conforto, ma si tratta d'affari e sapete come noi ci comportano con degli affari» feci una risatina
«stai tranquilla cara, il signore veglierà su di te» dice per poi rientrare nella sua piccola abitazione
Sospirai e mi recai all'esterno del luogo sacro, salì nella limousine con il russo dove c'erano tutti i suoi scagnozzi e la mia famiglia che mi aspettavano, nel veicolo regnava un silenzio tombale se non fosse stato per una carina musichetta da accompagnamento come sottofondo.
«allora è fatta, ora è tua Valak» ghignò uno dei cagnolini
«non sono di nessuno» accavallai le gambe
«non dire così» mi sorride stringendo la mia mano
Salimmo lentamente le scale del lussuosissimo ristorante prenotato per la cerimonia, molto mafiosi riempivano la stanza ed anche molte persone importanti come sicari, boss o assassini, ma anche governatori e poliziotti. Mi guardai intorno mentre Milkovich chiacchierava con un'uomo, nella pista da ballo notai tutti ballare e sorridere e istintivamente lo feci anch'io.

Mi muovevo a ritmo di musica, mente io e le ragazze ridevamo per le pessime battute di Jackson, mi scolai il bicchiere che avevo tra le mani e mi soffermai ad ammirarla, era dall'altra parte della stanza sottobraccio al russo, non parlava annuiva e sorrideva.
Il suo viso angelico era contornato da pochi strati di trucco, i capelli le cadevano morbidi sulle spalle mentre una grande corona piena di diamanti si poggiava sulla sua testa, un vestito in pizzo molto aderente risaltava le forme del suo corpo, era perfetta.
Forse in futuro riusciremo a rivivere insieme questo giorno.
Ad interrompere i miei pensieri fu la mano di Lucas che mi ricordò ciò che avremmo dovuto fare. Chiusi alle mie spalle la porta di una stanza e lo guardai.
«cosa avete da dirmi di così importante?» ci chiede spazientito
«calmo russo, c'è la vita di Alissa in pericolo» asserì Lucas incrociando le braccia, come suo solito
«Jake Reeves è vivo e vuole ucciderla» dissi senza fiato
«cosa? anni fa ne hanno parlato tutti i telegiornali, la notizia che sei stato tu stesso ad ucciderlo è passata da clan a clan, è impossibile» parlò camminando avanti e indietro per poi fermarsi su una sedia
«Valak ora ti parlo da amico, eliminiamo tutte le competizioni e tutti gli imprevisti, devi promettermi che la terrai all'oscuro di questa storia, se le dovesse succedere qualcosa non me lo perdonerei mai» azzardai dopo avergli raccontato ciò che era successo quella notte nel bar di Ray
«sta tranquillo Cole la difenderò a costo della mia vita» sospirai, un sospiro pieno di frustrazione e di rassicurazione allo stesso tempo, almeno lei sarebbe stata bene
«tieni questo è il mio regalo di nozze, un mese alle Fiji dovrebbe bastare per uccidere e rispedire all'inferno quel figlio di puttana» gli consegnai i biglietti
«so che ce la farai Byers» disse dandomi una pacca sulla spalla uscendo dalla stanza seguito da noi

Dopo aver fatto varie foto per l'album fotografico uscì fuori dall'enorme sala che iniziava ad essere troppo stretta e mi recai in terrazza. Dei passi distrassero i miei pensieri e subito venni affiancata dai due ragazzi con cui ero cresciuta e che continuavo a fare.
«come sta la nostra sorellina?» domandò Alex intento a tirar fuori dal taschino della giacca delle pillole, ne afferrai una e sentì Jackson ridere, presi la mia borsa e estrassi dal pacchetto tre sigarette che offrì ai miei amici mentre ammiravamo il tramonto.
«Brian?» domandai con voce debole
«non abbiamo sue notizie dalla sua partenza» abbassai il capo rivolgendo le spalle al belvedere
«vorrei tanto che fosse qui, con me, con noi» dissi sorridendo nostalgicamente
Passò mezz'ora in chiacchiere e storie del passato fin quando non mi chiamarono dentro.
«Ali abbiamo un filmato per te» mi chiamò Meredith facendomi sedere su una sedia al centro della stanza
Il filmato iniziò con un leggero rombo di motore e poi venne inquadrato il bellissimo volto di mio fratello.
«ciao sorellina, so che con questo filmato ti starò confondendo più di quanto un paio di canne non abbiano già fatto, senza prolungarmi volevo dirti che ti voglio tanto bene, ah girati» mi alzai dalla sedia girandomi di scatto e subito i miei occhi andarono a contatto con quegli occhi ghiaccio che mi hanno sempre consolato, che sono sempre stati al mio fianco.
Gli corsi incontro sentendo il sapore di uno dei suoi abbracci, le lacrime scendevano perennemente dal mio viso.
«mi sei mancato fratellone» dissi stringendolo ancora più a me
«anche tu mi sei mancata sorellina» mi accarezzò i capelli e quando ci staccammo mano nella mano ci avvicinammo al russo
«Brian McCall fratello maggiore di questo schianto» disse severo Brian nonostante sapesse chi disse
«so chi sei colosso» disse dando un piccolo pugno sul braccio di mio fratello
«non toccarmi nanerottolo» ringhiò
«bentornato fratello» gli andò vicino Cole abbracciandolo
Salutò tutti lasciando Meredith per ultima, le sorrise timidamente abbracciandola qualche secondo in più di quanto avesse fatto con tutti gli altri.

No love songsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora