twenty

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Mi guardavo attentamente intorno non riuscendo a trovare il suo viso in mezzo a quello di tutti gli altri, uscì fuori dopo poco camminando per il parcheggio, urlai il suo nome più volte senza ricevere nessuna risposta. Quando sentì delle urla il mio cuore iniziò a pulsare forte e il sudore stava scorrendo lungo la mia fronte svoltato l'angolo la trovai con un uomo addosso, il suo sguardo cadde su di me e aveva le lacrime agli occhi mentre le mani di quell'uomo erano ovunque. La rabbia mi impedì di ragionare e nel mentre la mia mentre pensava a quelle cose i miei piedi colpivano ripetutamente il corpo dell'uomo.
«non permetterti mai più»
«e fidati ti è andata bene» spostai il piede dalla sua faccia

«grazie puddin» risi leggermente a causa del poco alcool che mi era rimasto in corpo appoggiando il mento sulla sua spalla
«cosa hai da ridere bambolina?» disse incazzato, posai la fronte contro la sua
«sono eccitata e ho voglia di fare pazzie» risi strillando facendolo ridere
Senza dire una parola mi afferrò ella mano e mi trascinò nella sua macchina, partì a tutto gas con la musica a palla. L'alcool rendeva le persone folli. I guidatori sbraitavano per i nostri sorpassi e abbassai il finestrino mettendo il mio corpo fuori, tirai fuori la lingua mostrando il dito medio.
Arriviamo in un parcheggio di un piccolo mini market, lo osservai scendere e passarmi un passamontagna con una pistola, sorrise e anch'io sorrisi guardandolo. Facemmo tutto così velocemente, rubammo i soldi e qualche dolciume ed entrammo in macchina come se fossimo dei criminali alle prime armi. Alle nostre calcagna erano già arrivati gli sbirri che rimbombavano nella mia mentre con il suono delle sirene, con calma aprì il mio lecca lecca all'arancia caricando il fucile.
Mi piegai al di fuori del finestrino iniziando a sparare interrottamente alle auto, sentì la sua mano sfiorarmi l'interno coscia. Una macchina era in fiamme, l'altra sbattè contro quest'ultima facendole esplodere entrambe, riusciamo a sbarazzarcene quando un'ultima ci affiancò.
«che palle che siete» alzai gli occhi al cielo caricando ancora una volta i colpi all'interno dell'arma
«brava piccola» disse mettendo la sua mano sulla mia coscia iniziando ad accarezzarla
Ci fermiamo nel parcheggio di un pub nell'aria di servizio e prendemmo posto in un angolino in disparte dagli altri. Arrivò il mio frappé e la mia ciambella e iniziai a mangiare, presi il telefono scattando una foto al ragazzo davanti a me, i capelli scombinati, la camicia sbottonata e lui che guarda fuori la finestra sorrisi dopo aver visto lo scatto. Poco dopo notai Cole ridere e senza nessuna ragione risi anch'io non accorgendomi della foto che mi aveva scattato, prese il mio telefono e quasi mi vergognai, la foto scattata prima appariva luminosa sullo schermo del mio cellulare, mi guardò negli occhi girando anche il suo dispositivo, e con stupore vidi che anche lui aveva la mia foto.

No love songsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora