thirty-five

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«e poi mi ha baciato»
Terminai il discorso con lo sguardo delle tre puntato addosso, avevo spiegato cosa fosse successo all'uscita con Lele.
«Cole quando sei salita di opra ha iniziato ad essere assente, sbuffava spesso e anche la sua ragazza sembra essersene accorta comincia ad accarezzarlo e chiedergli cosa avesse e lui le ha detto "fatti i cazzi tuoi" l'ha spinta giù ed è salito su in camera» rise a squarciagola Lara raccontando la storia come se fossimo delle quindicenni alle prime armi
«avanti» dissi sentendo bussare alla porta
«Ali c'è qualcuno che ti vuole giù» scendemmo le scale e vidi Lele fermo davanti la porta
«ciao» mi baciò
«come va?» dissi mentre avevo la fronte poggiata sulla sua
«mi sei mancata» dice dandomi un altro bacio
«mio dio potete almeno contenervi? ci sono altre persone intorno a voi» intervenne Claudia
«anziché parlare vai a coprirti» sputai senza problemi guardandola male
«almeno potresti presentarci i tuoi amici, io sono Claudia» allungò la mano
«Lele» fece un gesto col capo guardandomi fisso negli occhi
«Claudia è inutile a lui non piacciono i chiwawa tinti» disse spazientita Lia facendo ridere il ragazzo davanti a me, è sempre la solita
«buongiorno» aprì il portoncino Cole soffermandosi un po' su Lele per poi guardarmi
«Cole sono le cinque del pomeriggio non dirmi che sei già ubriaco?» domandò Lia correndo verso di lui per non farlo cadere
«no sto bene» disse spostandosi dalla presa della ragazza
«sono Lele il ragazzo di Alissa» disse notando lo sguardo persistente del ragazzo di lui stringendogli la mano
«il ragazzo di Alissa bene, io sono Cole» sorrise forzatamente
«buongiorno ragazzi ho informazioni su Reeves andiamo in laboratorio» annunciò Jackson correndo di nuovo giù da dove era uscito
«ci sentiamo dopo?»
«va bene» mi da un veloce bacio ed esce di casa sorridente
Mi voltai e notai Cole fissarmi, eravamo soli in cucina.
«cosa c'è?» domandai guardandolo
«sei molto bella» si alzò dalla sedia avvicinandosi con aria spavalda come suo solito
«in questi giorni mi sei mancata molto sai» continuò
«hai Claudia con cui passare il tempo, o anche lei è un giocattolino?» gli risposi con rabbia
«bambolina risponditi da sola, tu sei unica» sorrise accarezzandomi i capelli guardando poi tutto il mio corpo
«quanto mi è mancato starti vicino»
«Cole sei ubriaco andiamo in laboratorio» mi afferrò il polso
«non mi sono mai dimenticato di te, sei sempre stata qui» indicò la sua testa
«ora potrò anche essere ubriaco ma esserlo è l'unica cosa che può aiutarmi a sputare fuori tutti i miei pensieri quindi ti darò tempo, ma sappi che sei sempre stata mia bambolina» guardò per qualche secondo i miei occhi per poi recarsi in laboratorio
«finalmente, dove eravate finiti?» ci domandò Jackson
«ha vomiato e ho dovuto lavare il parquet» lo guardai male anche se non era vero
«che ci fai ancora qua? ti ho detto di andare di Claudia non puoi immischiarti in queste cose» la rimproverò Alex
«avete qualche problema? voglio rimanere qui» si sedette con le braccia incrociate
«senti questa è casa mia, questo è il mio lavoro, questo luogo dove ti credi chissà chi è mio, ti ho permesso di stare in questa casa per il tuo fidanzatino e non per girare in casa mezza nuda, non per rompere il cazzo e non per immischiarti in cose più grandi di te, vattene prima che ti ritrovi con una pallottola in testa» dissi rabbiosa sbattendo la pistola sul tavolo
Mi guardò sconvolta salendo velocemente le scale senza dire niente, appena sentì la porta sbattere presi fiato.
«deve levarsi dalle palle ora e per sempre intesi?» urlai vicino a Cole guardandolo annuire
«andrai tu da lei, ma non ne posso più ci sta intralciando» dissi portandomi una mano alla fronte
«allora» terminò il discorso Jackson «riprendiamo da dove eravamo rimasti, Reeves è stato rintracciato in una scuola abbandonata verso le campagne, dista circa diciotto chilometri da qui, è una scuola superiore chiamata Bubble Shift High School»
«so dove si trova andavamo lì da ragazzi» annuì Lucas
«dobbiamo agire» parlò Alex
«ora come ora non possiamo far niente, siamo stanchi e soprattutto non abbiamo un piano dobbiamo esser pronti a tutto» a parlare fu Eric
Restammo di nuovo da soli, sistemavo dei fascicoli quando sentì la sua voce.
«Alissa»
«cosa c'è?» risposi continuando a sistemare
«ti amo»

No love songsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora