twenty-four

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I giorni continuavano a passare e così una settimana terminò velocemente, la maggior parte del mio tempo ero  in compagnia del russo se volevo estrarre informazioni dovevo apparire interessata. Continuavo a non avere notizie di Brian dall'ultimo messaggio in segreteria che gli lasciai, mi mancava sempre di più dal momento che nessuno dei due era abituato a star lontano l'uno dall'altro per troppo tempo. Invece che dire di Cole, più il tempo passava più lui si allontanava da me.
Mi alzai dal letto mettendo un semplice vestitino con brillantini, tacchi a spillo e lasciai i capelli con dei piccoli boccoli ancora resistenti.
«buongiorno amici» dissi entrando in cucina sistemandomi gli orecchini
«dove vai vestita così bella?» disse mordendosi scherzosamente il labbro Alex, facendomi fare un giro su me stessa
«vado da Milkovich, domani ci sarà il matrimonio e a proposito di questo colgo l'occasione per parlarvi di una cosa abbastanza importante» feci avvicinare tutti i presenti all'isola in marmo
«il piano salterà, non voglio e non posso uccidere né lui e né i suoi uomini piano piano mi sto avvicinando a lui e se attaccassimo proprio domani la mia copertura salterà e perderemo tutte le informazioni se non anche la vita»
Guardai tutti esser d'accordo nonostante la loro voglia di ucciderlo, scole si alzò bruscamente e uscì fuori sbattendo la porta. Lo seguì fino a fuori l'atrio stanca di questo suo comportamento infantile.
«qual è il tuo problema?» urlai fermandolo prima che entrasse in macchina
«qual è il problema? davvero? pensi di avere il potere di riuscire a cambiare le persone, quando sono proprio loro a non voler cambiare» urlò di rimando avvicinandosi a me riempiendomi la testa di cose senza senso
«ma che cazzo stai dicendo?» sussurrai cerando di capire
«non capisci? per me quella notte non è significato nulla» mi spuntò in faccia i suoi sentimenti ed evidentemente la dura realtà, osservò le mie spalle a denti stretti e torno in macchina partendo a tutta velocità
Restai immobile fin quando non lo vidi sparire dietro i grandi cespugli, mi voltai e tutti erano lì consapevoli di quello che sarebbe successo.
«non preoccuparti ci parlerò io» Lucas prese parola posandomi un bacio tra i capelli prima di sparire anche lui

«non capisci? per me quella notte non è significato nulla»
Le sputai in faccia la più falsa delle cose, mi tirai un pugno mentalmente mentre osservavo il suo viso e poi i ragazzi alle sue spalle, Alex trattenuto a stento da Eric e suo fratello, la guardai un'ultima volta prima di entrare in macchina e sparire tra le strade di città.
Entrai nel solito bar.
«ehi Cole» mi tirò una pacca sulla spalla Ray
«amico come mai qui a quest'ora?» domandò mentre puliva dei bicchieri
«piccoli inconvenienti» alzai le spalle sedendomi al bancone, subito mi offrì qualcosa di forte che però non riuscì ad assaggiare a causa della porta che era stata chiusa rumorosamente. Lucas entrò e senza neanche sedersi al mio fianco salutò Ray.
«non qui» risposi alzandomi già sapendo
per cosa era venuto
Ci dirigemmo nella villa abbandonata che esploravamo sempre da bambini.
«che cazzo ti sta succedendo?» mi chiese
«eh Cole?»
«dimmi cosa ti passa per quella testa di merda che ti ritrovi?» iniziò ad urlarmi addosso il biondo
«nulla, è tutto apposto» risposi calciando un sassolino
«non dirmi che non è nulla» urlò
Sospirò grattandosi la fronte per calmarsi mentre faceva piccoli passi verso di me.
«Cole amico mio, ormai da quant è che ci conosciamo? diciott'anni?t» rise
«capisco quando non è una situazione okay, parlamene e la risolveremo insieme prima che lei lo scopra» mi parlò già capendo che il problema era Alissa
«è questo il problema lei non deve scoprirlo» sussurrai
«chi c'entra?» domandò con le sopracciglia aggrottate il mio migliore amico
«Reeves, Jake Reeves» dissi il suo nome guardandolo
«cosa mi stai dicendo?» quasi urlò
«cazzo» si mise le mani in faccia
«non avevamo chiuso con lui?» parlò sapendo bene a cosa si riferisse il "chiuso"
«no a quanto pare quel bastardo è immortale» risi lievemente, abbassai lo sguardo e lo sentì dare un calcio ad un vecchio bidone
«che vuole?»
«sappiamo entrambi cosa vuole Lucas» lo guardai ovvio con un accenno di divertimento
«ancora la storia di Debora» sospirò guardando il tramonto
«e dimmi con chi se la prenderà stavolta?» guardai fuori dalla finestra della casa ormai diroccata
«con tutti»
Sbuffò chiudendo gli occhi e gettando la testa all'indietro.
«amico risolveremo tutto insieme, come ai vecchi tempi»
«come ai vecchi tempi» sussurrai abbracciandolo
Quando tornammo a casa era sera inoltrata, trovammo tutti in salotto e cogliemmo l'occasione per parlare.
«so già da adesso che non accetterete questa opzione ma dovete andarvene per un po' da questo posto» disse serio Lucas
«cosa? perché?» guardò suo fratello Meredith
«lui è vivo» le espressioni delle due bionde sbiancò cambiando radicalmente
«cosa? non ve ne eravate sbarazzati?» sussurrò ansiosa Lara, mentre Meredith controllava l'esterno della casa
«ehi ehi aspettate chi è vivo?» domandò Jackson non riuscendo a seguire il nostro discorso
«Jake Reeves» risposi io dopo il mio lungo silenzio ricevendo in risposta le facce confuse degli altri
«aspettate, lo psicopatico?» rise Lia non ricevendo risposta
«è iniziato tutto molto tempo fa, eravamo una squadra lui era il nostro migliore amico ma ha sempre avuto dei problemi psichici, prendeva medicine e andava a dei controlli tutti i giorni, per un periodo era anche stato dimesso e finalmente potevamo continuare il nostro percorso. C'era una ragazza sua sorella, Debora, entrò nel giro anche lei, eravamo innamorati ma una sera ad una festa avevamo alzato un po' troppo il gomito con alcool e droga, due uomini si avvicinarono a lei la violentarono davanti ai nostri occhi ma non rendendoci conto della situazione non facemmo niente per salvarla morì per dissanguamento le avevano tagliato la gola. Passarono ore forse dall'accaduto da quando entrò Jake, inizialmente neanche ci incolpò vedendo la nostra situazione, ma settimane dopo andò in una casa di cura perché la sua malattia era peggiorata, promise di uccidere tutti, non ci preoccupammo molto. Mesi dopo uscì per buona condotta e quando tornò uccise le nostre famiglie una dopo l'altra, lo rapimmo il dolore era troppo forte e lo uccidemmo, sei spari al petto, non poteva essere vivo, sarebbe di sicuro morto dissanguato. Ed invece eccolo qui vivo e vegeto» conclusi
Una notizia alla tv ci fece girare tutti.

«il pazzo omicida Jake Reeves è vivo, non sappiamo come, non sappiamo quando. Tutta l'America si sta chiedendo il come sia possibile, ci affidiamo a Dio, mi è appena stato mandato un messaggio ecco la live»
«salve a tutti vi ricordate di me? eh si se ve lo state chiedendo sono proprio io, sono vivo, vorrei recepire un messaggio ai miei cari vecchi amici, vi ricordate di me? cari amici miei Cole Byers e Lucas Henderson se state vedendo questo video, vi sono mancato? sono qui per restituirvi ancora una volta il favore ora ucciderò io la vostra famiglia»
«il messaggio è ben preciso, il boss della mafia americana Cole..»

Eric spende la tv guardandoci.
«che si fa?» domandò mente abbracciava Lara e Meredith
«io non resterò con le mani in mano e non permetterò mai ad un pazzo maniaco assassino di uccidere la mia famiglia» disse alzandosi in piedi Alissa, gli occhi completamente rossi scrutavano tutti i presenti fin quando non si fermano sui miei, rimasero qualche secondo in più a contatto con i miei per poi rigirarsi
«vuole la guerra?» domandò retoricamente
«e che guerra sia» risposi guardandola, mi sorrise e le sorrisi anch'io

No love songsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora