seven

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Gli occhi di tutti i presenti erano su di noi squadravano i nostri vidi con disprezzo, chi con terrore, e altri con ammirazione.
Chiamammo la direttrice della sala e ci fece accomodare ad un tavolo libero in un piccolo angolino un po' più appartato e solo dopo esserci seduti mi accorsi di quanto i suoi lineamenti fossero davvero belli, per non parlare della camicia sbottonata, la giacca e il pantalone abbinati perfettamente alle scarpe nere lucide, quando ci sistemammo chiamammo un cameriere che iniziò a fissarmi non riuscendo a capire ciò che volessi ordinare essendo troppo concentrato sulla scollatura.
La serata procedette più che bene, senza contare i poveretti che dovevano subirei lo sguardo truce di Cole non appena osavano guardarmi e con le mie risate in sottofondo. A fine serata uscimmo fuori e mi accesi una sigaretta seguita a ruota da lui, iniziò a pensare a non so a cosa e notai i suoi muscoli irrigidirsi.
«a che pensi?» dissi guardando il cielo e girando gli occhi verso di lui
«a quell'uomo» indicò con il capo un uomo di di circa cinquant'anni, i soliti uomini divorziati e  miliardari
«e?» risposi non capendo
«dentro ti guardava, riuscivo a leggere la malizia nei suoi occhi, glieli avrei cavati per come ti fissava» rimasi stupita dalle sue parole
«e perché credi non si possa fare?» mi morsi il labbro ricevendo un sorriso come risposta
«allora divertiamoci» unì le mani contornate da anelli 
Mi sistemai a lato i miei capelli castani cominciando a camminare verso l'auto d'epoca giallo lime.
«salve» dissi allungandomi un po'
«ma buonasera» guardò dritto nella mia scollatura
«mi scusi se la disturbo signore ma mi stavo chiedendo cosa ci facesse un uomo come lei qui tutto solo» gli toccai la spalla
«dolcezza sta tranquilla e chiamami pure Gerald» rise alterando lo sguardo
«va bene Gerarld, che ne dice se facciamo un giretto?» inclinai la testa a lato
Lo trascinai in profondità di un vicolo ceco buio ridendo di tanto in tanto.
L'uomo come da piano si avventò su di me e io lo spostai dolcemente facendogli un broncio compassionevole.
«oh no Gerald, non così in fretta» sussurra
Cole mentre si avvicina sorridente
«cosa avevi da guardare? sappiamo tutti che è bellissima ma poi con troppi occhi addosso si consuma e non ne rimane niente per me» fa il finto offeso
«ancora tu? ti ho dato tutto» urlò osservandoci 
«cosa vuoi ancora?»
«il tuo cuore» risi facendolo spaventare, sgranò gli occhi
Coltellata all'addome.
«lei è mia»
Coltellata alla spalla.
«solo mia»
Coltellata alla schiena.
«e nessuno tocca ciò che è mio»
Coltellata alla testa.
Sentì il suo respiro affannato e lo vidi abbassarsi pulendo la lama del suo pugnale con la giacca blue dell'uomo ormai steso a terra. Il cuore mi arrivò in gola e mai mi ero sentita più felice e viva di così.
«sicura che starai bene da sola?» ripeté ancora una volata fermo sullo stipite della porta
«credi che non sappia badare a me stessa?» mi volto
«avrei da ridire» disse
In un attimo si ritrovò con la schiena a terra e il suo coltello puntato alla sua stessa gola.
«stavo scherzando» alzò le mani
«e lo sai per qualsiasi cosa conosci il mio numero» mi guardò avvicinandosi alla sua macchina
«ci vediamo bambolina» mi fece l'occhiolino che viene ricambiato da un sorriso finto e un dito medio.

No love songsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora