Tornammo in sala e vidi la mia bella abbracciata ad un ragazzo dall'aria familiare familiare, si avvicinò a Valak e lo riconobbi subito.
«bentornato fratello» mi avvicinai abbracciandolo, si è sentita la sua assenza
Una voce interruppe le nostre chiacchiere.
«buonasera a tutti ci troviamo qui per celebrare le nozze di Alissa McCall e Valak Milkovich, prima di tutto volevo augurarvi le migliori cose, due potenti come voi non possono fare a meno di stare in alto, ma è arrivato il momento di aprire i regali»
Dopo aver assistito ad armi nuove di zecca, proposte molto importati e vestiti costosissimi, arrivò il mio biglietto. Aprì la busta molto attentamente come se avesse avuto paura di romperla, la vidi sorrise per il messaggio scritto all'interno poiché sapevo bene che solo lei sarebbe riuscito a riconoscerlo, tirò fuori il contenuto e i suoi occhi brillarono, all'istante guardò tra folla e dopo avermi trovato li posizionò su di me, facendomi un bellissimo sorriso che mi fece scogliere.Era arrivato il momento dei regali, ci sedemmo in mezzo alla sala su due sedie osservando regali importanti però poi arrivò una busta, la aprì e un sorriso mi spuntò sulle labbra, la sua bellissima grafia era ricamata sulla busta.
"for my baby doll from your puddin"
Tirai fuori il contenuto e quasi non urlai, due biglietti per le Fiji, il mio posto preferito, ho sempre sognato visitarlo e ora lo farò, guardai nella sua direzione i suoi occhi erano già puntati su di me, gli sorrisi. Finito lo spacchettamento dei regali, mi avviai verso di lui, gli afferrai la mano e lo portai in terrazza lontano da occhi indiscreti.
«grazie» dissi baciandolo
«cosa c'è?» mi domandò preoccupato per il mio cambio d'espressione
«avrei voluto visitarlo con te quel posto» mi rivolsi a lui abbassando lo sguardo
«prima o poi ci andremo ti porterei fino in capo al mondo pur di vederti sorridere» mi alzò il mento mente mi sorride dolcemente
La giornata finì, erano ormai le cinque e tutti noi decidemmo di andare a ballare, indossai un semplice tubino nero, molto corto e affinato, quando arrivammo Valak mi invitò a ballare ed ovviamente accettai. vidi Osservavo ballare con gli altri ed intorno a lui si faceva una piccola cerchia di ragazze che si strusciavano e gli giravano intorno ma lui, con mia sorpresa, non face nulla per spostarle, mi allontanai dal russo e andai al bancone dei drink.
«signorina mi dica cosa vuole» chiese gentilmente il ragazzo
«uno forte, tanto forte, anzi facciamo due»
Scolai velocemente i bicchieri e vidi Cole venire verso di me, non volendo parlare con nessuno e a causa del suo stupido comportamento mi recai fuori dal locale, sentivo la musica soffusa e il leggero venticello mi accarezzava la pelle.
«ehi bambolina perché sei scappata?» domandò in modo strano
«Cole lasciami stare sei ubriaco» iniziai a camminare
«dai bambolina voglio divertirmi, faccio veloce giuro» mi afferrò i fianchi e posandomi sulle sue spalle barcollante
«Cole lasciami» dissi tirandogli dei pugni sulla schiena, ero molto scossa non si era mai comportato così, neanche da ubriaco fradicio.
Continuai ad imprecare fin quando non arriviamo in un vicolo ceco completamento buio, mi scaraventò al muro e mi ferma i polsi con le mani, una presa molto forte non lo capivo, mi baciava come se avesse sempre voluto farlo ma non avesse mai avuto un'occasione.
«Cole ti prego» urlai, strinse ancora di più la presa ai polsi salendo con la mano lungo il mio vestito, gli tirai una ginocchiata che lo fece riprendere dopo pochi secondi
«che cazzo hai fatto?»
Sbraitò tenendomi la faccia stretta nella sua mano, poi improvvisamente sentì la pelle del viso bruciare è solo dopo mi accorsi della sua mano sospesa in aria e del mio viso leggermente spostato, lo guardai sbigottita. Il suo gesto mi balenava per la mente ma una voce familiare ci fece girare entrambi e io con la mano ancora sul viso mi spostai da lui.
«Cole che cazzo hai fatto?» urlò Eric avvicinandosi a lui
«Eric ti prego lascia stare» cercai di tenerlo fermo
«non toccarla» disse a denti stretti quello che sarebbe dovuto essere il Cole Byers che io conoscevo
Il norvegese lo fissò per poi tornare nella mia direzione, spostò la mia mano dal viso che copriva un leggero rossore a tratti giallognolo sotto il mio occhio desto.
«amico non sei tu questo» ringhiò schifato guardandomi mentre tenevo il viso basso
«tu non sai niente di me, volevo solo scopare e lei si è rifiutata, ecco qui» rispose come se nulla fosse
«mi fai schifo Byers»
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No love songs
Romance❛L'odio ha sempre fatto parte della loro vita ma la fortuna era sempre dalla loro parte, non si sono mai arresi e mai si arrenderanno. L'amore che regna tra i loro corpi e tra le loro menti è più forte di qualunque altra cosa e non c'è scampo per ch...