thirteen

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Finì di prepararmi con gli occhi di Eric e delle ragazze addosso, indossai un completo oro brillantinato, la parte superiore aveva una laccetto che si intrecciava mentre il pantalone era a zampa di elefante.
«sei sicura che non vuoi che venga?» mi richiese per l'ennesima volta il mio braccio destro mentre sorseggiava del vino sul divano
«si, devi star tranquillo Eric saprò cavarmela» gli posai un bacio sulla guancia sorridendo alle ragazze accigliate
«lo so morettina ma quello che mi preoccupa è lui non tu» alzò un sopracciglio
«esatto non sarà diverto una bella serata» parlò Lia strappandogli il calice di vino dalle mani
Il rumore del campanello ci fece voltare, sospirai sistemando i capelli velocemente e mi avvicinai alla porta d'entrata.
«cavoli che eleganza, sei pronta dolcezza?»
Nel frattempo si erano tutti riuniti nella grande sala e tutti erano pronti a guardarmi le spalle. Incrociai il suo sguardo che deviò e posò su Lara Henderson che aveva posato la testa sulla sua spalla, mi voltai ignorandoli.
Arrivammo al ristorante e subito dopo esserci seduti iniziai a sentire assiduamente i suoi occhi addosso.
«perché siamo qui Milkovich?» domandai tagliando corto  spazientita del suo continuo guardarmi e stare zitto
«cara, tu diventerai la mia futura sposa» affermò con tanta tranquillità e fermezza da farmi venire i brividi lungo tutto il corpo
«cosa?» sussurrai assottigliando gli occhi dallo stupore
«non fare la finta tonta hai capito bene» continuò lasciandosi cadere sulla sedia e bevendo ciò che c'era nel suo bicchiere 
«certo» risi
«solamente un pazzo sarebbe così tanto sicuro di dire certe cazzate, io non ti sposerò e non starò ai tuoi piedi giorno e notte» continuai a ridere prendendo tra le dita il bicchiere in vetro
«quanto mi eccitano i tuoi ragionamenti profondi» chiusi gli occhi
«sai com'è cerco solo di essere obbiettivo, col tempo potremmo arrivare sempre più in alto e desiderare cose per poi riceverle il giorno stesso, se staremo insieme potremmo fare tutto» appoggiò le mani sulla mia facendomela scrostare
«ma se non vuoi non sarai neanche interessata alle conseguenze» alzò le sopracciglia continuando a bere
«cos'è? addirittura adesso mi stai minacciando?» copiai la sua espressione con un sorriso divertito sulle labbra
«non mi permetterei mai» alzò le mani 
«allora mettiamo in chiaro una cosa» drizzai la schiena
«non sono sicura che tu abbia capito ancora del tutto che tipo di persona sia io, non sono la tua puttana e mai lo sarò, quindi scordatelo che io starò ai tuoi sporchi giochetti di potere»
«mio dio quanto vorrei che ad assistere a questa scena ci fosse il grande Kevin McCall, tale e quale a suo padre direbbe»
«non devi neanche pensarlo» dissi puntandogli la pistola alla testa, gli urli delle persone si cosparsero in tutta la sala
«sedetevi e state zitti» urlai
Continuai a tenere ben salda la pistola dritta alla sua fronte mentre lui continuava a bere il suo vino e a guardarmi con occhi pieni di divertimento, chiusi gli occhi cercando di togliere l'immagine di mio padre dalla mente e iniziai a pensare alla vita dei miei amici, della mia famiglia e a quanto sarei egoista se non accettassi le sue opzioni.
«ci sto»

No love songsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora