Il tempo passa come non è mai passato, alla velocità della luce. Mancano due settimane e i ragazzi finalmente ritornano casa. Sono contentissima perché finalmente potrò abbracciare Tae e gli altri. Dopo il compleanno è andato tutto bene tranne per il fatto che quei rumori, improvvisi e insopportabili, non sono scomparsi. Sospiro guardando la tv e sbadiglio stiracchiandomi. Oggi e per una intera settimana il cafè rimarrà chiuso. Non so perché, ma DanTe ha deciso di andare in "vacanza" se per vacanza intendiamo fare l'inventario del cafè. Menomale che deve farlo solo lui. Ridacchio e scuoto la testa uscendo dai miei pensieri e guardo Tae a terra. Quel micio dorme e basta... sarà il nome? Sorrido e mi alzo andando in cucina sentendo lo stomaco brontolare.Una volta in cucina mi blocco e deglutisco guardando davanti a me. La finestra, che prima era chiusa, adesso è aperta. Stringo i pugni cercando di non farmi prendere dal panico e mi avvicino lentamente andando a chiuderla. All'improvviso sento un altro rumore alle mie spalle. Non mi giro, ho troppa paura. L'unica cosa che mi viene da fare è sbloccare il telefono e comporre il numero della polizia. Ma all'improvviso qualcosa mi tira verso la sua direzione. Sgrano gli occhi vedendo davanti a me una figura con il volto coperto. Cerco di urlare, ma la figura davanti a me mi spinge con forza contro il muro facendo cadere il telefono a terra. Cerco di dimenarmi, ma senza ombra di dubbio lui è più forte di me. Sento le lacrime fuoriuscire dai miei occhi e continuo a dimenarmi.
-lasciami – urlo con tutte le mie forze e in tutta risposta la sua mano si scontra contro la mia guancia che sento pizzicare e andare in fiamme. Mi lascio scappare un singhiozzo e cerco di togliergli la maschera, ma l'unica cosa che fa lui è ridere e spingermi a terra per poi, tirarmi un calcio in pieno stomaco. Mi lascio scappare un gemito di dolore e porto le mani contro la pancia dolorante.
-ragazzi ho trovato qualcosa di meglio- ridacchia in modo saccente e maligno e si abbassa alla mia altezza.
-ma guarda che bel visino che abbiamo qui. Che ci fai tutta sola qui mh? - continua a ridacchiare accarezzandomi però stavolta il mento con le sue luride mani coperte da dei guanti neri
Continuo a singhiozzare e sposto il viso -non mi toccare- tiro su col naso e cerco di allontanarmi da lui strisciando all'indietro, ma la mia schiena tocca qualcosa che di sicuro non è il muro. È un altro ragazzo...non è solo uno, sono in quattro. Ma cosa vogliono da me? Ho paura... ho paura.
Mi lascio scappare un altro singhiozzo e mi giro a guadare gli altri ragazzi deglutendo. Tutti avevano il viso coperto.
-cosa volete da me- urlo e cerco di rannicchiarmi in me stessa, ma uno di loro mi afferra le caviglie e mi tira fuori dalla cucina andando verso il salotto. La mia maglietta si alza e la mia schiena entra in contatto con il pavimento. Più lui tira più sento la schiena bruciare. Continuo a urlare nella speranza che qualcuno senta le mie urla, ma a chi voglio far ridere. Questa villa è isolata da tutto il resto. Nessuno sente niente...niente...
Cerco di non farmi prendere dal panico e cerco di ragionare. Quando la smette di tirarmi gli tiro un calcio al ginocchio e ne approfitto per alzarmi, ma un altro ragazzo alle mie spalle mi tira dai capelli riportandomi giù
-stai al tuo posto bambina- sogghigna in modo maligno e sta per tirarmi un altro calcio, ma il ragazzo di prima, che deduco fosse il leader, lo ferma spingendolo indietro
-andate, ci penso io a lei. A quanto pare ha bisogno di educazione- ridacchia facendo cenno di andare via agli altri ragazzi e si avvicina a me inginocchiandosi
-quanto male vuoi farti, mh? - accarezza il mio braccio scendendo sempre di più
-non toccarmi- sbotto aggressiva spostando il braccio. Tutto questo è inutile... si eccita a guardarmi impaurita, lo vedo nei suoi occhi. Dov'è Tae... ti prego aiutami. Una lacrima si fa spazio sul mio viso e deglutisco aspettandomi il peggio
-sei tenace, ma durerà poco- si alza togliendosi la cintura e mi guarda con ancora quel sorriso stampato in faccia. Alza il braccio e il cuoio della sua cintura tocca la mia gamba
Scoppio di nuovo a piangere emi rannicchio cercando di non urlare per il dolore. La mia pelle stava letteralmente bruciando. All'improvviso le mie forze svaniscono e l'unica cosa che ricordo è il piede di qual ragazzo colpire ripetutamente la mia pancia. Credo che mi ha picchiata per mezz'ora con la cintura e non so per quanto con i calci... tutto questo non ha senso... tutto questo deve per forza essere un sogno. Ma si, è solo un sogno. Adesso mi sveglio. Adesso lo faccio e loro non saranno mai esistiti.
Circa un'ora dopo comincio a riprendere i sensi e apro piano gli occhi. La mia gola è secca così come i miei occhi. Cerco di mettermi seduta, ma una fitta allo stomaco mi spinge a rimanere sdraiata. Con lo sguardo controllo il mio corpo e noto le gambe piene di sangue. Non piango neanche. Credo di aver esaurito tutte le lacrime. Tutto questo non è un sogno, ma la realtà.
Ancora una volta cerco di mettermi seduta e un altro gemito di dolore esce dalla mia bocca. Rimango ferma a fissare il vuoto e poi dopo un po' mi guardo attorno cercando di capire la situazione. È tutto sottosopra, ma sembra che non abbiano preso nulla. Almeno una cosa positiva in tutto questo.
Mi alzo lentamente tenendo una mano sulla mia pancia e ritorno lentamente in cucina continuando a guardarmi attorno. Se ne sono andati? O mi stanno ancora aspettando?Fortunatamente la cucina è vuota e lo sembra anche la casa. Noto il mio telefono a terra e mi avvicino per poi prenderlo. Quando mi abbasso le fitte alla pancia aumentano. Stringo forte il pugno e sblocco il telefono componendo il numero della polizia ancora una volta, ma mi fermo subito dopo averlo composto.
-non posso- sussurro lievemente. Se chiamo la polizia il manager Lee lo verrà a sapere e se la prederà con i ragazzi ulteriormente. - Scuoto la testa e blocco di nuovo il telefono. Esco dalla cucina e mi avvicino alla porta del bagno. Ho bisogno di farmi una doccia. Ho bisogno di togliere questa sensazione dal mio corpo. Una volta in bagno chiudo a chiave la porta e mi avvicino allo specchio guardando poi il mio riflesso. La mia guancia è tutta rossa così come i miei occhi per le lacrime. Lentamente tolgo la maglia e il reggiseno seguiti dai pantaloni e le mutande. Riguardo il mio riflesso e una lacrima cola lungo la mia guancia alla vista del mio corpo. La mia pancia è tutta nera per via dei calci...per non parlare delle gambe, sono piene di sangue per via di alcuni tagli. Soffoco un singhiozzo e distolgo lo sguardo entrando poi in doccia.
-passerà Tokyo- sussurro e chiudo gli occhi aprendo prima il rubinetto dell'acqua calda. Stringo forte gli occhi quando l'acqua calda tocca le mie ferite e stringo ancora più forte i pugni.
Non so quanto tempo passo sotto la doccia, so solo che la mia pelle è tutta raggrinzita. Sospiro chiudendo il rubinetto ed esco dalla doccia afferrando l'asciugamano avvolgendo poi il corpo in esso. Esco dal bagno e deglutisco continuando a guardarmi attorno. Quella sensazione di paura non è ancora scomparsa e non penso mi abbandonerà tanto presto. All'improvviso mi ricordo delle finestre aperte così, comincio a correre di scatto fregandomene del dolore. Chiudo tutte le finestre e abbasso le tapparelle, chiudi anche la porta d'ingresso. Indietreggio e mi siedo a terra portando le ginocchia al petto. Fisso la porta. L'unica cosa che riesco e voglio fare adesso è fissare quella dannata porta. Non so neanche che ore sono. E credo di non volerlo neanche sapere.
-Tae non dovrà mai sapere niente- sussurro e poi sussulto quando qualcosa tocca il mio piede -sta lontano da me- urlo e mi allontano velocemente calmandomi subito dopo, vedendo il micio più spaventato di me
-Tae- mormoro con voce spezzata e deglutisco avvicinandomi al gatto. -mi dispiace- scoppio a piangere e afferro il gatto stringendolo a me -non ti hanno fatto male vero? - singhiozzo controllando tutto il minuscolo corpo di Tae.
Fortunatamente non l'hanno nemmeno sfiorato. Sospiro e mi sdraio a terra tenendo stretto a me il gattino. Ho paura...ho bisogno di Tae...
-Tae- sussurro piano prima di addormentarmi con ancora il terrore addosso.
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Fake love ~ Min Yoongi (In Pausa)
FanfictionSi dice che l'amore bussa alla tua porta quando meno te l'aspetti. Tokyo Kim è una ragazza di diciassette anni con origini americane. Lei è la sorella di uno dei componenti di un gruppo coreano famosissimo. I BTS Cosa succederà quando la piccola To...