Il mattino seguente mi sveglio con la testa che mi scoppia e gemo piano da dolore tirandomi lentamente su. Mi metto seduta e mi guardo attorno cercando di ricordare qualcosa
-mi sono addormentata? - sussurro con voce rauca e noto un sacco di piatti rotti a terra, il tavolo ancora sporco degli avanzi di ieri sera e DanTe appoggiato sulle mie gambe. Nel roteare il collo sento una fitta che mi spinge a fermarmi subito dal movimento.
-ma cosa- sussurro toccandomi piano il collo. Sposto DanTe dalle mie gambe e mi alzo andando alla ricerca di uno specchio. Ricordo di averne visto uno ieri all'entrata così mi dirigo lì. Mi guardo allo specchio e spalanco la bocca notando tutto il collo rosso.
-ma cosa abbiamo fatto ieri...- sussurro continuando a passare delicatamente le dita sul collo. Deglutisco non volendo pensare allo scenario più orrendo. Non voglio e non devo dubitare di lui...non mi farebbe mai del male, lui mi ama. Caccio fuori un sospiro e torno in salotto facendo attenzione a terra. Mi esce spontaneamente una smorfia di disgusto. Non voglio parlarne con lui, non voglio che pensi che dubito di lui o robe del genere. Sospiro ancora una volta e cerco di non pensarci.
-magari sono caduta- borbotto andando a prendere la scopa accanto al bidone della spazzatura, in cucina. Cerco di fare il meno rumore possibile per non svegliare DanTe. Raccolgo tutti i cocci da terra e li butto nell'apposito contenitore, quello del vetro.
Impiego due ore per pulire da cima a fondo la cucina e il salone, comunicanti fra loro. Mi stiracchio e mi avvicino al frigo notando che è quasi vuoto. Mi mordicchio il labbro. Non pensavo che DanTe fosse così...sembra sempre pulito e sicuro di sé. Scuoto la testa e afferro due uova e degli avanzi di bacon. Chiudo il frigo avvicinandomi poi ai fornelli. Questo bacon emana un odore disgustoso, ma dovrà accontentarsi.
In breve tempo la cucina si riempie di un buonissimo odore che spinge DanTe a svegliarsi.
Lo sento borbottare qualcosa come un "stai bene? " e poi avvicinarsi a me. Cerca di abbracciarmi, ma d'istinto mi sposto abbozzando poi un sorriso.
-buongiorno- mormoro riportando l'attenzione alla padella che afferro subito dopo, per mettere il cibo nel piatto.
Lo vedo fare una smorfia e andarsi a sedere subito dopo.
-perché hai fatto solo un piatto? Tu non mangi? - mormora guardandomi
Poggio con delicatezza il piatto davanti a lui e poi scuoto la testa -no, in realtà devo tornare a casa o Tae mi ammazza- ridacchio. Non è vero, ma voglio solo tornare a casa.
-allora ti accompagno- mi guarda curioso e poi sbianca guardandolo il mio collo
-no tranquillo, ho già chiamato un uber. Mangia – sorrido e mi avvicino mettendo da parte la mia paura e gli lascio un bacio sulla fronte
-buona colazione- ridacchio scompigliandogli i capelli e lo vedo afferrarmi le mani. Lascia un dolce bacio umido su esse e abbozzo un sorriso. Lui non è capace di farmi del male. Adesso ne sono sicura.
-dai adesso vado altrimenti perdo l'uber- ridacchio allontanando le mie mani da lui e quando lo vedo annuire mi avvicino alla porta mettendo sia il cappotto che le scarpe e afferro la borsa avvicinandomi alla porta aprendola.
-a dopo- mormoro uscendo di casa. Chiudo gli occhi respirando aria "pulita" e poi quando sento il clacson esco dai miei pensieri aprendo di nuovo gli occhi. Noto la macchina ferma e mi affretto ad avvicinarmi per poi salire. Saluto cordialmente l'autista e dopo essermi scusata per il ritardo, gli dico la via di casa. Dallo specchietto retrovisore riesco ancora a vedere il mio collo adesso un po' violaceo e sospiro abbottonando ancora di più il cappotto. Nessuno deve sapere niente.
Poco dopo arrivo a casa e pago l'autista scendendo dall'auto. Percorro il vialetto ed apro la porta di casa estraendo prima le chiavi dalla borsetta. Cerco di fare piano anche se sono già le 10:00. I ragazzi tornano sempre stanchi dalle prove e oggi è il loro giorno di riposo quindi non voglio disturbarli. Chiudo piano la porta e mi tolgo le scarpe appendendo poi la borsa all'appendiabiti. Cammino verso il corridoio e noto uscire dalla cucina e venire verso di me un Jungkook appena sveglio con i capelli tutti spettinati. Questo ragazzo è bellissimo in ogni momento della sua vita, come fa io ancora non l'ho capito. Ridacchio a quella scena e quando lo vedo aprire le braccia mi butto addosso a lui avvolgendo le braccia attorno al suo collo. Sento le sue mai afferrare le mie cosce e tirarmi su. Ridacchio sistemandogli i capelli e gli lascio un piccolo bacio a stampo sulle labbra.
-ma buongiorno piccolo elefante- mormora con voce rauca e si dirige verso il salone andando verso il divano. Ricambia il piccolo bacio e sorride sedendosi, tenendomi sempre su di lui.
-se Jimin ci vede sono morta lo sai? - ridacchio scherzando cercando però di fargli capire che Jimin prova qualcosa per lui, ma penso che lui a posto del cervello abbia una noce di cocco. Ha le cose sotto il naso, ma non riesce ancora a vederle.
-beh se ci vede Tae sono morto io pensa un po'- ridacchia scherzando anche lui e chiude gli occhi accoccolandosi contro il mio petto.
-perché fai puzza di vino? - mormora sospirando subito dopo
Mi mordicchio il labbro e alzo piano le spalle appoggiando la testa contro la sua – diciamo che ho bevuto un bicchiere- mormoro chiudendo gli occhi sentendo la testa farmi di nuovo male.
-Tokyo non voglio che bevi quando vai da lui, insomma ancora neanche ce l'hai presentato. Non mi fido- mormora pizzicandomi piano il fianco.
Ridacchio e annuisco non volendo creare discussioni. -va bene in questi giorni lo porto a casa- sbadiglio subito dopo. Mi tiro leggermente su e lo guardo senza dire niente. L'amore bussa poche volte alle nostre vite, ma sono contenta che l'amicizia bussi spesso. Amo Jungkook. Lui e Jimin sono i miei migliori amici, dopo Taehyung ovviamente. Ormai siamo tutti una piccola grande famiglia. Sorrido a quel pensiero e scuoto la testa facendo spostare ancora di più il cappotto.
-mh? Cos'hai? - mormora Jungkook preoccupato cercando di spostare ancora di più il cappotto.
-niente- mormoro frettolosa e mi alzo sistemando il cappotto -sono caduta come una scema- ridacchio cercando di cambiare argomento -vado a fare una doccia – sorrido a stento e mi affretto ad andare verso il bagno.
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Fake love ~ Min Yoongi (In Pausa)
FanfictionSi dice che l'amore bussa alla tua porta quando meno te l'aspetti. Tokyo Kim è una ragazza di diciassette anni con origini americane. Lei è la sorella di uno dei componenti di un gruppo coreano famosissimo. I BTS Cosa succederà quando la piccola To...