Capitolo 34: i due Misumi

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Suzuki Issei era un uomo che sapeva lavorare bene sotto pressione. Il suo lavoro lo richiedeva. La sua area di competenza era tanto grande che 4 milioni di umani e non dipendevano dalla sua protezione. Issei era sempre stato fiero che i capi del [Primo Ordine] gli avessero affidato una tale missione: proteggere l'area est di Tokyo.

Ma ora, per la prima volta nella sua vita era spaventato, anzi per meglio dire, terrorizzato. Non per se stesso, lui avrebbe con piacere donato la sua vita per persone innocenti la paura della morte non aveva mai attanagliato il suo cuore.

La sua paura ora era nata da un altro motivo, era spaventato per il destino dei suoi figli. Emi si era appena ripresa dallo shock di usare la sua [abilità unica]. Per qualche giorno fini in coma. Non ce bisogno di dire che il senso di colpa di Isse lo stesso tormentando, e le accuse di non proteggere Emi dal suo altro figlio non erano d'aiuto.

Ma ora una minaccia per la vita dei suoi eredi era all'orizzonte.

Poche ore dopo che Emi si era ripresa, Issei ebbe una telefonata. Uno dei membri più importanti del [Primo Ordine] lo aveva avvisato di una notizia:"alcuni Misumi verranno presto a trovarti. Indagheranno a modo loro sulla faccenda."

Niente di più e niente di meno. Le implicazione di quelle parole per Issei erano chiare come il sole.

I Misumi erano una famiglia antica, le loro origini si perdono nella storia, ma voci non ufficiali dicevano che il loro clan esisteva da almeno 2000 anni. Non erano i più numerosi o ricchi. Ma, senza ombra di dubbio erano i più pericolosi e potenti.

I Misumi nascevano con un gene dentro di loro, un gene che li rendeva dei super umani: si adattavano velocemente in ogni ambiente ostile; erano intelligenti e grandi osservatori; il loro controllo e compressione del proprio potere era fuori scala.

Quando per la prima volta provavano il desiderio di uccidere una altra persona si risvegliavano completamente: perdevano la capacità di provare empatia o pieta verso i loro nemici; rimanevano sempre calmi e controllati; quando si arrabbiavano diventavano freddi e spietati come delle macchine da guerra.

Il moto del loro clan era molto famoso:"il fine giustifica i mezzi, solo se i mezzi non sono peggio del fine."

Uccideresti una persona innocente un bambino per salvarne milioni? Molti esiterebbe se dovessero fare questa scelta. Un Misumi no. Un Misumi non esita mai.

Questo li rendeva temuti e rispettati da tutti, chi era tanto stupido da non farlo ne pagava il prezzo, ed era sempre un prezzo alto.

Il loro territorio era il più pacifico di tutto il Giappone.

Di solito il [Primo Ordine] riceveva richieste d'aiuto da un clan. Con i Misumi era l'opposto, dopotutto anche il piu debole di loro poteva uccidere un avversario 3 volte più forte. Questo gli dava un potere politico invidiabile, nessuno voleva inimicarsi.

Ma nonostante tutto questo i Misumi non erano mostri. Non erano senza cuori come molti pensavano.

Erano fedeli ai proprio compagni, amici e alleati. Mantenevano le loro promesse ad ogni costo. Amavano migliorarsi ma non uccidere, lo facevano solo se necessario.

Ma soprattutto mettevano la loro famiglia al primo posto. Sempre è comunque, è per questo che per 2000 anni erano sopravvissuti a guerre e battaglie. "Sempre uniti, mai divisi!"

Issei sapeva tutto questo. Sapeva che anche se la famiglia di Yuuto non aveva più legami con il ramo principale del clan. E sapeva che questo non aveva importanza, se le loro indagini avrebbero portato ad credere che Issei era stato negligente, allora anche se per un membro quasi estraneo al clan stesso non avrebbero esitato ad fare pressioni per toglierlo da suo lavoro e punirlo.

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