Capitolo 42: angelo caduto (1)

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"Hibiki! Smettila di comportarti come un bambino!"

"Ma stai zitto! Ora capisco perché mamma se ne andata! Ha fatto bene a lasciarti!"

Hibiki uscì dall'ufficio del padre sbattendo la porta dietro di sé. Lasciando un Issei amareggiato e triste dietro di sé.

La giornata non era iniziata bene. I doveri  di Issei lo avevano portato la sera ad mediare un accordo di non aggressione tra un branco di lupi mannari e di vampiri. Non c'è che dire che è stato un totale disastro. Solo per fortuna non è finita in un scontro.

Era rincasato questa mattina stanco e stressato solo per trovare suo figlio più incazzato di lui che gli urlava contro di come trattasse meglio sua sorella di lui. E senza Emi che manteneva la posizione di mediatrice tra loro da anni era finita con una lite furibonda.

Issei si sedette sulla sedia sfinito da tutto. Il suo pensiero andò alla madre di Hibiki ed Emi, la sua ex moglie, la donna per cui un tempo avrebbe fatto tutto, la donna che lo aveva distrutto.

"(Perché non gli ho mai detto la verità su di lei? Emi capì quando glielo dissi, ma lui........no, non avrebbe retto, ho aspettato troppo ed ora anche se glielo dicessi non mi crederebbe. Almenno non devi preoccuparmi che ritorni nelle nostre vite.)"

Issei inizio il suo lavoro ancora inconsapevole che la sua più grande paura presto sarebbe diventata realtà.

*****

"(È sempre la stessa storia con lui! Per il vecchio esiste solo Emi! È la sua preferita! È ha pure il coraggio di negarlo! Come se farla addestrare da una super guerriera non fosse già una grande prova! Mentre io sono solo la sua seconda scelta!)"

Mentre camminava senza una meta Hibiki era del tutto inconsapevole della donna che lo stava seguendo, mentre percepiva tutte le sue emozioni negative.

"(Sarà più facile del previsto)"

Un sorriso furbo e contorto comparve sul suo volto.

"Eh? Hibiki! Che ci fai qui?"

Una voce infantile desto Hibiki dai suoi pensieri negativi. Non aveva bisogno di guardare per sapere chi l'aveva chiamato.

"Akio......"

Notando i sentimenti di rabbia nella sua voce, Akio si fece avanti per osservare meglio gli occhi di Hibiki. Poté con facilità vedere i sentimenti di odio e rabbia dentro di lui.

"Che cos'è successo?! Stai bene!?"

Hibiki sussulto leggermente alle sue parole. Da quando Emi era impegnata ad allenarsi aveva notevolmente trascurato il fratello. E i servito e le guardie di suo padre non lo sopportavano per via del suo atteggiamento. È per questo che sentire che qualcuno si preoccupava ancora sinceramente di lui lo fece sentire felice. Almeno finché non senti le parole seguenti.

"Hai litigato con tua padre? O con Emi? Se vuoi puoi parlarne con me.......*schiafo*"

Akio cadde a terra di schiena. Non capì il perché all'inizio ma poi guardo verso Hibiki. La sua espressione di pura rabbia, la sua mano alzata e il dolore che provava alla guancia erano abbastanza per sapere la verità: gli aveva dato uno schiafo.

Gli occhi di Akio si riempiono di lacrime non per il dolore fisico, ma per quello emotivo. Essere schiaffeggiata da un amico che conosceva da tempo era orribile. Si chiese cosa aveva fatto o detto di male.

Ma poi il tutto peggiorò, dei ricordi orribili gli affiorarono alla mente, ricordi della sua vita passata e attuale. Davanti a sé non vide più Hibiki ma un uomo che, che chiamava zio, e il suo crudele figlio. Una paura che credeva di aver superato ritorno più forte che mai. Una paura che gli diede la forza di rimettersi in piedi e fare quello di cui si sarebbe pentita per molto tempo, quello che cambio il suo destino e quello di Hibiki per sempre: scappò.

 The Lord of Chaos ~ L'inizio Della Leggenda~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora