due

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Andarono via, e la casa parve spegnersi, fino a quel momento era colma di musica, risate e fumo. E in quel momento eravamo solo io e mio fratello, e contemplare ciò che avevamo lasciato fuori.

-quindi, come ti sono sembrati?- chiese come se sapesse già la risposta, ed in parte era proprio così. -simpatici- risposi alzando le spalle e togliendo di mezzo qualche lattina vuota di birra -solo?- chiese quasi ridendo -cosa ti aspetti?- sorrisi -che ti dica che sono i miei migliori amici?- portai gli occhi al cielo -andiamo so che non hai tolto gli occhi da Diego- disse facendomi l'occhiolino -non sono geloso eh- continuò per poi scoppiare a ridere -fanculo- risposi andando in cucina a passo svelto

-andiamo!- disse -te la prendi per così poco!- rise -mi da fastidio quando qualcuno inventa stronzate- risposi sbuffando mentre mio fratello portò un braccio attorno al mio collo stringendomi a lui, mentre io rimasi ferma, fin quando non si allontanò di poco e mi guardò.
-penso, comunque, che dovresti parlare con lui- disse -Matt, ma che dici?- mi venne da ridere, davvero si aspettava che iniziassi a fare amicizia con uno "sconosciuto"?
-quello che secondo me è meglio per te bimba, ti voglio bene lo sai, e penso che stare con qualcuno che alla fine sia così simile a te, può aiutarti- disse alzando le spalle -aiutarmi?- chiesi -a fare cosa?- continuai visibilmente confusa -a risolvere queste domande, cazzo hai sempre qualche dramma in quella testolina- rise tirando un piccolo schiaffetto sulla fronte, lo guardai in malo modo
-dai non ti incazzare- rise andando nella stanza affianco.

Scossi la testa e continuai a pensare, perché tutti quanti dovevano che ero così uguale e questo ragazzo. Ci ho parlato per pochi istanti, e per quel breve momento di mi è sembrato uno come tutti. Cosa avevamo di così simile?

[...]
-ma alla fine gli hai scritto?- chiese entrando in casa mio fratello -eh?- chiesi guardando verso la porta-finestra che dava sul balcone -sì a Diego!- disse come se la cosa fosse ovvia, ma per me, tanto ovvia non era -Matt, ti ho già detto qualche oretta fa che non mi interessa- sbuffai sistemandomi nuovamente nella posizione di prima e continuando a fissare il mio cellulare -va bene, ho capito- rispose mio fratello prendendo velocemente il cellulare e digitando qualcosa su di esso, a me completamente sconosciuto.

Perché insisteva così tanto?

-mi devi ancora dire perché insisti così tanto- dissi senza distogliere lo sguardo dal cellulare, presa a guardare l'ennesimo video che Instagram aveva deciso di far passare -perché voglio che tu faccia amicizia con qualcuno, voglio che tu parli con qualcuno che abbia i tuoi stessi gusti- disse sedendosi affianco a me -non ho bisogno di nessuno- risposi -ah no?- disse -Martina, hai bisogno di qualcuno con cui parlare, e l'avevi anche trovato. Ma per colpa di altre persone hai dovuto perdere a che quella persona- disse riferendosi al mio stato di famiglia abbastanza incasinato -Matteo, ti prego- portai gli occhi al cielo -non voglio riprendere questo discorso, soprattutto con te- sorrisi sperando che comprendesse
-stai tranquilla- rispose -comunque, domani sera vieni con me?- chiese -dove?- domandai -discoteca, con gli altri- precisò sorridendo dolcemente, ci pensai qualche istante. Non avevo nulla da fare alla fine.
- va bene- risposi mentre il mio cellulare squillò.

Sotto lo sguardo attento di mio fratello lo sbloccai notando un numero sconosciuto, aprì il messaggio e lessi quelle poche righe

Ciao Marti, sono Diego.
Mi chiedevo se ti andasse di uscire
tra poco, così, per fumare qualcosa :)

Mi girai con sguardo assassino, sapevo che era stata colpa sua. E sapeva anche se non sarei stata capace di rifiutare un'offerta del genere - ti odio- sussurrai rispondendo positivamente al messaggio, mentre il moro al mio fianco iniziò a ridere.
-che cazzo ridi! Ti giuro te la faccio pagare.- risposi sbuffando e alzandomi dal divano.

Corsi al piano di sopra per indossare qualcosa di decente, sentendo qualcosa nello stomaco che creava scompiglio al resto del corpo. Cosa stava accadendo? Mi stavo agitando per una persona con cui avevo a malapena parlato? Era assurda quella situazione, sbuffai sonoramente e scesi al piano di sotto. Attendendo pazientemente l'arrivo del moro.

[...]
-quindi il mio numero te l'ha dato mio fratello- dissi per poi portare la canna alle labbra -mh si- rispose facendo uscire il fumo -non si fa mai i cazzi suoi- sorrisi leggermente facendo ridere il moro -ma no, l'avrà fatto in buona fede, penso. Dopo che quasi tutti continuano a dire che dovremmo parlare di più tra di noi- disse spegnendo la canna e appoggiandosi alla panchina, guardando me che ascoltavo il suo discorso, continuando a fumare tranquillamente
-può darsi- risposi

Lui rimase in silenzio, fin quando, una volta spenta la mia canna non mi girai, i suoi occhi si impuntarono nei miei per qualche secondo, facendomi sentire a disagio. Distolse lo sguardo e guardò quella fila di bambini che correva felici verso i giochi
-vorrei essere come loro...- disse indicandoli con un cenno del capo, rimasi a fissarli.

Sì, forse anche io avrei voluto essere spensierata come quei bambini.

-sì, anche io- risposi girandomi per guardarlo -vedo che ti trovi a disagio...è colpa mia?- chiese, scossi immediatamente la testa -no, assolutamente- risposi -ma è che non sono abituata. E vorrei capire perché dicono che siano così simili...- dissi cercando di evitare il suo sguardo, lui rimase in silenzio -non saprei...- rispose sorridendo -però, magari, se iniziamo a fare amicizia possiamo saperlo- sorrise, sorrisi -forse- risposi facendolo ridere.

Perché quella risata era così bella?

Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora