Arrivai di fronte a casa mia, una macchina che fino a quel momento non c'era mai stata aveva preso il posto davanti a casa mia. Era riconoscibile da lontano, la nuova audi di quello che dovrebbe essere "mio padre".
Rimasi ferma a fissare quella macchina, come se Fabio fosse davanti a me, come se quella macchina bastasse per rappresentarlo, perché era tornato quando, qualche anno fa gli avevo espressamente detto di dimenticarsi della mia esistenza?
A passo lento, così come quando sono arrivata, mi avvicinai svogliatamente al piccolo cancelletto, presi le chiavi dalla tasca e lo aprì, dopo aver attraversato il piccolo sentiero di sassolini arrivai davanti alla porta di ciliegio, la fissai per qualche secondo e mi decidi di aprila, sapendo ciò che mi sarebbe aspettato tra non molto.
-Matteo.- dissi appena chiusi la porta alle mie spalle, il moro mi si avvicinò a grosse falcate, sicuro che da un momento all'altro sarebbe successo l'irreparabile. -Marti, lo so che hai visto l'auto la fuori, ti giuro che non c'entro niente.- disse scusandosi ancora prima che potessi dire qualcosa -davvero, ti sta cercando da quando ha messo piede qua dentro. Non so che cazzo voglia, ma ti prego, stai calma.- chiarì immediatamente. Che avesse capito finalmente che razza di persona era? -stai tranquillo Matteo, ci penso io.- dissi sorridendo e sorpassando il ragazzo.
Appena arrivai in sala, quello che vidi mi fu totalmente estraneo, c'era Fabio, seduto sul divano che fissava il cellulare spento, come se stesse aspettando qualcosa di importante. -Fabio.- richiamai la sua attenzione, e il moro alzò di scatto la testa con occhi luccicanti, ma che appena sentì pronunciare il suo nome dalla mia bocca scomparirono -ti ho detto mille volte che sono tuo padre.- disse posando il telefono su un cuscino del divano e alzandosi in piedi -t'avrei chiamato così, se quando potevi ti fossi comportato come tale.- risposi incrociando la braccia sotto al seno -sì, va bene.- portò gli occhi al cielo, per poi posizionarli nuovamente su di me -volevo parlarti a proposito di questo.- disse, probabilmente voleva portarmi nuovamente nella Barona. Ma non ci sarei mai tornata, troppi ricordi, troppe cose assieme. Non volevo andarci.
-in che senso?- domandai -nel senso che mi piacerebbe, che tu un giorno di questi potessi venire a casa con me, così ti faccio conoscere Alessia.- sorrise dolcemente, Fabio sorrideva? -se pensi di fregarmi in questo modo ti sbagli, so esattamente chi è quella puttana.- dissi sentendo che le mani iniziarono a prudermi, quanto avrei voluto tirargli uno schiaffo. Proprio qua, in questo momento, anche senza motivo. O forse di motivi ce n'erano anche troppi, sì, era così.
-non azzardarti a chiamarla in quel modo!- rispose Fabio alterandosi al nome che avevo dato alla sua attuale "fidanzata" -ah no? E come dovrei chiamare quella tipa, che per puro caso eh, era la stessa con cui hai tradito mamma?!- dissi, ricordando a me stessa che le parole erano sempre le stesse, i litigi tra me e lui sono sempre stati causati da questa cosa. Dal primo momento in cui lo venni a sapere, in quando la "diretta interessata" lo venne a sapere. -ancora con questo discorso?- disse lui annoiato -sì, ancora, perché sono stati anni di merda. Io ho sempre cercato di farti capire che cazzo di persona stavi perdendo, dove la trovi una che nonostante sapeva dell'esistenza di quell'altra, solo perché ti amava troppo, è rimasta zitta?!- urlai tutto d'un fiato, sapevo che quelle parole sarebbero state vane. Conoscendolo non lo avevano toccano neanche un po'.
-Fabio, per favore, potresti riprendere questo discorso un altro giorno?- chiese gentilmente mio fratello posando le mani sulle mie spalle -no, perché vorrei che venisse ora.- disse Fabio con il massimo disinteresse dei miei problemi, così com'è sempre stato. Lo odiavo per questo, io ero convinta non fosse quella persona che dimostrava. Ne ero sicura, perché per quei pochi ricordi che avevo ancora della mia infanzia, lui era quella persona che nonostante fosse tornato da un viaggio di dieci ore, la sera, trovava spazio per giocare assieme a me. Era assurdo che l'arrivo di quella donna nella sua vita lo avesse sconvolto così tanto, eppure con mia "madre" non stava così male. Anzi. Non capirò mai cosa le fosse passato per la testa.
-Martina, devi accettare questa cazzo di cosa, io e tua madre fortunatamente non stiamo più assieme. Mi stava incollata addosso, per te quello era amore? Eh Martina? Ma che ne sai tu di che cos'è l'amore, non lo sai, sei solo una ragazzina di vent'anni. Che cazzo ne vuoi sapere!- urlò senza la minima vergogna, o rispetto per quella "figlia" che lui aveva deciso di prendere con sé. -era meglio se ai tempi mi facevo i cazzi miei, se non fosse stato per lei, per me potevi morire là dentro.- e prima che potessi rispondere Matteo si mise tra me e lui -vattene da casa mia Fabio, stai esagerando.- disse indicando con un cenno del capo la porta, Fabio sorrise -sì, forse è meglio. Ho solo perso tempo, e speravo solo che quella che dovrebbe essere mia figlia, portasse un po' di rispetto nei miei confronti. Ma come si vede la madre le ha fatto il lavaggio del cervello.- disse e non riuscì più a contenermi, in qualche modo sorpassai mio fratello e la mia mano destra si posizionò sulla guancia del moro, stampando un sonoro schiaffo.
Fabio portò la mano sul volto, completamente sorpreso dalla mia reazione senza preavviso. Neanche mio fratello se lo aspettava. -dai allora, rinchiudimi ancora stronzo!- urlai e prima che potessi nuovamente avventarmi su Fabio, Matteo mi bloccò le braccia, non riuscì più a muovermi, non mi sentivo più io. Volevo solo mettere a tacere quella persona, che di problemi e di pensieri, me ne ha dati fin troppi.
Quando finalmente se ne andò, e Matteo mi lasciò, notai sulle braccia dei segni rossi. Ero così ingestibile?
-scusami...- disse Matteo abbassando il capo -non avrei mai pensato potesse succedere tutto questo, davvero...- continuò desolato, portai un braccio sulla sua spalla -tranquillo Matt...- dissi nonostante la rabbia che covavo era ancora troppa -non importa.- dissi per poi correre nella mia stanza.
Erano anni che non avevo quelle reazioni, quei attacchi d'ira, per me era tutto collegato a lui. Non voglio dire che sia solamente colpa sua, di certo alcune cose è colpa mia. Ma penso, o almeno ho sempre pensato, che fosse solo colpa sua. E per me sarà sempre così.
Speravo solo di non vederlo più.
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Zorba|| Izi
Fanfiction«Sembra storto 'sto mondo, ma non lo è. Sembro stronzo, ma in fondo sto come te» #2 in "Izi" [15/11/2019] #1 in "Izi" [04/03/2020]