trentuno

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«Nu l’è l’aegua de ’na rammâ ’n calabà ’n calabà»(*)

Dolcenera-Izi

Mi guardai attorno spaesata, non sapevo dove fossi non sapevo dove andare. Non sapevo cosa sarebbe stato di me, ormai della mia vita non sapevo più nulla. Le uniche persone che credevo non mi avessero mai abbandonato, lo avevano fatto. Forse nei modi peggiori che mi potesse capitare. Ora non sapevo dove andare, la mia unica soluzione sarebbe andare dal mio secondo padre. Ma non sapevo se era in casa, non sapevo se avrebbe accettato di avermi in giro per casa. Ma infondo è mio padre, potrebbe mai cacciarmi?

Mi guardai attorno confusa. Dov'ero? Come c'ero arrivata qua? Ero confusa, non avevo mai visto questa zona di verde a Milano, non c'era mai stata. O almeno nei miei ricordi, qua a Cinisello non c'era mai stato.

Avrei voluto prendere il cellulare, ma le continue chiamate da parte di Diego e i messaggi sempre da parte sua avevano notevolmente abbassando la batteria di quest'ultimo. Non volevo si scaricasse.
Sapevo che Diego aveva allertato anche Matteo, e probabilmente entrambi mi stavano cercando, non voglio mi trovino. Non voglio perdere il controllo e fare del male a qualcuno.

Mamma cosa devo fare?

Era da tempo che non mi rivolgevo a lei, come se me ne fossi dimenticata, ma non potrei mai dimenticarmene. L'unica persona che per quei pochi anni è riuscita ad amarmi tanto quanto amavo io lei, avevo smesso di rivolgermi a lei. Non sapevo esattamente perché, forse perché per una volta per tutte avevo capito che nonostante le mie preghiere non avrebbe mai risposto, non sarebbe mai tornata da me. Non avrebbe più potuto abbracciarmi e tenermi con lei, lei ormai non avrebbe potuto più fare nulla per me, ma non è colpa sua. Nessuna madre vorrebbe che la figlia passasse questo inferno, nessun genitore. A parte Fabio, che sembra, in qualche modo, felice delle mie disavventure. Per quanto ci pensassi mi sembrava così impossibile che lui e mia madre fossero tornati assieme, mi sembrava così sicura di sé quando mi aveva confessato che non ci sarebbe tornata per niente al mondo. Cosa le era successo in così poco tempo? Aveva detto che tornava a casa, perché è andata alla Barona, cosa c'è davvero sotto. Sempre se ci sia qualcosa sotto.

Ormai non sapevo più a cazz he pensare, non sapevo più a chi credere, non c'era nessuno a cui potessi credere. Era tutto così incredibilmente falso e così doloroso, ma ormai io ci vivevo nel dolore. E le cose non sarebbero mai cambiate.

-Martina... Sei qua- disse

Non era possibile.




Buon Natale stelline 💙

(*) «Non è l'acqua di un colpo di pioggia,
ma un gran casino, un gran casino»

Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora