sette

459 15 51
                                    

«Sono stanco, non ricordo le volte che ho pianto»

Zorba- Izi

A volte c'è bisogno solo di stare da soli, pensare e fare si che qualsiasi problema passi lentamente. La solitudine solitamente è l'arma migliore, non si direbbe, le persone preferiscono stare in compagnia. L'uomo è convinto che per sopravvivere ha bisogno di persone attorno a sé, persone che riempiono il "vuoto" che loro non riescono a colmare.

Ma non è così, gli uomini sono essere nati per stare da soli, l'uomo nasce e muore da solo. Non ci sono tante soluzioni, le persone si incontrano, ci si affeziona e col passere del tempo si dimenticano. È assurdo come questa cosa si realizzi così frequentemente, ma è una questione di sopravvivenza.

Poche sono le persone che tendono a darti una mano, anzi forse quasi nessuno. E non mi stupisce che anche questa volta, in questa situazione sia così. L'angoscia di sapere che mio padre è ancora nei paragi mi faceva capire che l'unica soluzione era non farsi vedere. Meno mi vedeva e meglio era per tutti noi.

Matteo delle volte non capisce, anzi quasi sempre, non che sia stupido. Tutt'altro, ma l'unico problema è quando succede qualcosa del genere, Matteo è sempre una di quelle persone che finché non gli sbatti in faccia la verità, non capirà mai quello che gli dici.
Era triste come cosa, ma nessuno poteva dargli la colpa, non era colpa sua se ero finita in quella famiglia.

Spensi la sigaretta e chiusi la finestra della mia stanza, mi sedetti sul letto e notai che il telefono aveva ricevuto un messaggio, recuperai quest'ultimo e lessi il mittente.

Erano tre messaggi, tutti da i miei genitori due da Giorgio, cosa che mi stupì e non poco e altri messaggi da Isabel e Margherita. Quasi mi commuoveva il fatto che nonostante non ci vedavamo quasi mai, per via della lontananza, ma che appena arrivava qualche notizia erano i primi a preoccuparsi, ma questa volta nessuno di loro avrebbe risolto la situazione.

L'idea di andarsene c'era, ci sarebbe sempre stata, ma stare con mio fratello era una di quelle cose che ho sempre desiderato, non sapevo cosa fare. Volevo andarmene, per il semplice motivo che sapendo che Fabio era qua a Cinisello non mi rendeva tranquilla, non riuscivo a stare tranquilla.

-Martina- disse mio fratello da dietro la porta della mia stanza -dimmi- risposi spegnendo il telefono e ignorando i messaggi di "solidarietà" dei miei genitori e mi alzai e aprì la porta -giù ci sono i ragazzi, hanno chiesto di te. Vieni?- chiese speranzoso -scendo dopo, va bene?- risposi sperando che si facesse andare bene quella risposta -come vuoi- rispose e scese al piano di sotto.

Chiusi nuovamente la porta e mi buttai sul letto -Marti- disse qualcuno aprendo la porta -eh- risposi girandomi lentamente per poi vedere Diego in piedi con le mani sui fianchi, e i suoi occhi scuri puntati su di me.
-che vuoi?- chiesi annoiata -dai scendiamo- sorrise -no- risposi sbadigliando -Martina, scendi o ti faccio scendere - rispose serio -Diego, per favore, scendo quando ho voglia. Non rompere i coglioni- risposi infastidita.

Lo sguardo di Diego si addolcì immediatamente, si sedette affiancò a me -Martina, Matteo mi ha accennato una cosa...mi spiace che tu stia così, ma non ti porterà da nessuna parte. Lo sai?- disse -lo so...ma sono stanca- dissi sentendomi così vulnerabile dopo molti anni, non era mai successo. O almeno non era mai accaduto davanti a qualcuno -immagino solo come tu possa sentirti, ma reagisci, se non lo fai, non andrai mai davanti...- disse guardandomi negli occhi -ho solo bisogno del mio tempo- dissi distogliendo i miei occhi insolitamente ludici dai suoi -solo questo...- continuai con voce strozzata
-come vuoi Marti...ricordati sempre che basta chiamarmi- disse dolcemente mentre usciva dalla stanza -lo so Diego, grazie- sussurrai attendendo che se ne andasse.

Appena fu così, sentì qualcosa nel petto che non riuscivo più a contenere. Scese qualche lacrima, non riuscivo neanche a lasciarmi andare. Era davvero così problematica questa situazione se sono arrivata a questo punto?

Erano da anni che non mi accadeva, da anni che non stavo così male. Non ho mai pianto, non riesco nemmeno più. Sentivo che questa volta non ce l'avrei fatta da sola...forse avrò bisogno di aiuto.

Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora