tredici

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Diego

-Mario, non so che mi sta succedendo.- dissi -in che senso, che hai?- chiese Mario preoccupato -perché sento che qualcosa non va, Martina mi ha fottuto il cervello- ammisi più a me stesso che a lui -sei innamorato Diego, si vede, e l'ho notato dalla prima volta che hai guardato Martina- rispose Mario sorridendo mentre portava alle labbra una sigaretta -non dire stronzate.- dissi portando gli occhi al cielo -non puoi venirmi a dire che è così. Perché non mi sono innamorato immediatamente di Martina, non è vero.- risposi ribattendo forse anche troppo bruscamente -va bene Diego.- rise il moro sistemandosi i capelli -fatto sta che se fosse un'altra persona, forse neanche l'avresti aiutata.- rispose

-ieri è venuta a casa mia.- dissi evitando il discorso che voleva incominciare Mario -e?- chiese -e niente, siamo stati fino a notte fonda, e questa mattina se n'è andata. Abbiamo fumato, parlato, diciamo che ci siamo conosciuti meglio.- dissi, rendendomi conto che anche se fossero passate poche ore, mi mancava quella ragazza -oh bene.- sorrise -perché non la inviti a cena? O che so...da qualche parte.- disse Mario -dici che accetta?- chiesi quasi intimidito -ma si, vedrai- disse Mario indicando il mio cellulare spento sul tavolo -ci provo?- chiesi -vai Romeo, provaci.- rise il moro prendendomi in giro -fanculo.- risi recuperando il cellulare e dopo averlo sbloccato, cercando la chat con la mora.

Le inviai il messaggio e sperai che accettasse la mia proposta.

**

Martina

Diego mi aveva chiesto di uscire, assieme, da soli. Non ne sapevo il motivo ma quella proposta mi aveva agitato interiormente. -tutto okay?- chiese Matteo notando il mio sorriso scemo sul volto -sì, tutto bene.- risposi -Diego mi ha invitato a cena.- continuai mentre mio fratello mi guardò sorpreso, come se avessi appena detto qualche assurdità

-come scusa?- disse con un sorrisetto ironico sul volto -inutile che fai quella faccia.- risi -è vero.- continuai -e tu hai accettato?- chiese -sì...- risposi timidamente, da quando ero così? Cosa mi stava succedendo? -vai a prepararti.- disse indicando la mia stanza infondo al corridoio -sì, ora vado.- dissi alzandomi.

Andai nella mia stanza e aprì il mio armadio, controllando i miei vestiti all'interno, cosa poteva andare bene per questa sera? Non avevo la minima idea.

La testa iniziò a pensare a ciò che stava accadendo, era assurdo che io mi stessi comportando così, non sono mai tornata con una persona, non ho mai avuto amicizie come quella con Diego, ma non ero più così tanto convinta che fosse semplicemente amicizia. Ma non sapevo cosa potesse essere se non quello, io non so amare. E questa cosa in parte, penso che l'abbia capita anche lui. Ma se lui si fosse innamorato di me?

Non poteva essere così, sono un casino, come potrebbe mai amarmi?

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-buonasera.- sorrise Diego appena arrivai di fronte alla sua macchina -ehi.- sorrisi, lui si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia. I brividi coprirono il mio corpo, era una situazione insolita. Speravo solo che non mi avesse notato, i suoi occhi grandi sorridevano, mentre girava l'altro lato della sua auto ed entrò all'interno di essa, seguito da me.

-dove andiamo?- chiesi -in un locale non molto distante.- sorrise -va bene- risposi mentre nella macchina calava il silenzio, ma non era un silenzio teso, era tranquillo, uno di quei silenzi piacevoli che capitano poche volte.

Arrivammo in questo locale, era piccolo, ma davvero molto carino. Accompagnati dal cameriere ci sedemmo a tavola, ci diedero il menù e iniziammo a leggerlo, pensando a cosa prendere -questa sera non abbiamo molto su cui discutere vero?- rise mentre chiudeva il suo menù -strano no?- risposi imitando la sua stessa azione -comunque non mi dispiace, a me piace stare assieme a te...e anche se si parla poco.- rise, sorrisi anche io.

Può una persone così semplice, fare così bene inconsapevolmente?

-hai saputo qualcosa di tuo padre?- chiese dopo che lo stesso cameriere di poco prima venne a prendere le nostre ordinazioni -no, non ho saputo più niente, e sinceramente neanche mi interessa- dissi sinceramente, sperando che dopo questa risposta evitasse nuovamente questo argomento, non sapevo che fine avesse fatto Fabio, e neanche ci tenevo a saperlo. -capisco...- rispose, mentre dal piccolo cestino sul tavolo prese un piccolo pezzetto di pane per poi mangiarlo.

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-vuoi tornare a casa?- chiese una volta che uscimmo dal locale -no, voglio girare un po' Milano, in questo momento non c'è nessuno. Possiamo?- chiesi -e va bene.- rise Diego alzando gli occhi al cielo.

Il locale distava poco da uno dei posti, quasi più frequentati della città. I navigli come ogni sera, erano illuminati dai lampioni e dalle luci dei locali, mi soffermai a guardarla, alla fine se non fosse stato per Fabio, io qua neanche ci stavo. Forse qualcosa di buono ha fatto.

Diego mise le braccia attorno al mio corpo stringendomi a sé, la mia schiena aderì sul suo petto e inconsapevolmente sorrisi, Diego posò il volto sulla mia spalla e restammo in silenzio -anche questo posto con te, ha una vista diversa.- disse dopo poco.

Forse era una di quelle frasi fatte, ma anche quelle frasi, dette da lui prendevano un'altra forma.

-non è un granché questo posto alla fine.- risi girando di poco la testa verso i suoi occhi scuri -vero...ma è quello che penso.- disse alzandosi in posizione eretta continuando a tenere i suoi occhioni incastrati nei miei, posò una mano tatuata sul mio volto -mi credi?- disse -non saprei.- risi appena, nonostante sapessi che lui non stesse mentendo -devi credermi.- disse mentre, lentamente, notai che il suo volto era ancora più vicino al mio -ci proverò.- risposi.

Lui sorrise, mentre con la stessa mano continuò ad accarezzarmi. Non sapevo perché gli stessi lasciando fare quello che volesse, so soltanto che quel tocco, i suoi occhi e lui stesso avevano creato una sorta di calma in me. Come se la sua presenza avesse qualche effetto particolare su di me. Le labbra di Diego si posarono sulle mie, in un primo momento rimasi ferma, senza sapere che fare o come muovermi.

Dovevo mandarlo via?

Ripresi il bacio, ed era la prima volta in vita mia che provavo una cosa del genere. Ma perché con tutte quelle ragazze al mondo, lui aveva scelto me? Non lo sapevo, ma sapevo solo che in quel momento, per la prima volta nella mia vita potevo considerarmi fortunata. Davvero fortunata.

Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora