quarantuno

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-hai preso tutto quello che ti serve?- chiese Margherita con voce triste e cauta -sì mamma, ho preso tutto.- risposi -smettila di fare così, lo sai anche tu che è meglio per me e per tutti, non ho più nulla a che vedere con questo paese del cazzo. E poi, quando vorrai potrai sempre venire a trovarmi.- sorrisi -sì, in Norvegia. Impazzirai, lo sai?- rispose alzando un sopracciglio, scossi la testa e alzai le spalle -sono già pazza.- risi uscendo dalla porta.

Posai la valigia in auto, e salì nella parte posteriore della Mercedes di Clemente, lui era già all'interno e guardava il cellulare completamente intasato di notifiche. -ti cercano?- dissi, lui alzò la testa e si girò verso di me -non immagini.- rise -gente che chiede video, gente che manda foto nude, non so proprio che problemi hanno.- disse con tono divertito, iniziai a ridere -non ti lamentare dai.- risposi -no certo, ma cazzo.- rispose ridendo anche lui. Entrò Margherita che ci guardò abbastanza confusa -non ti preoccupare.- disse Clemente vedendo il suo sguardo -una cosa tra me e Martina.- sorrise facendomi l'occhiolino. Mise in moto e partì verso l'aeroporto.

[...]

-tra poco arriva il tuo volo.- disse mia mamma incrociando le braccia sotto al seno, Clemente posò una mano sulla sua spalla stringendola a lui, io sorrisi. Erano davvero belli assieme. -non vedo l'ora.- sorrisi -immagino.- rise mia mamma.

La voce metallica annunciò l'arrivo del mio aereo -devo andare.- dissi afferrando il mio trolley -ci vediamo presto, spero.- dissi per poi abbracciare mia mamma, che mi strinse a sé quasi soffocandomi -mi raccomando.- disse per poi staccarsi -non ti preoccupare.- sorrisi -fa la brava.- sorrise Clemente abbracciandomi -non solo io, anche voi!- risi sotto lo sguardo stupito di entrambi, e così, ridendo mi allontanai per fare il check-in.

Mi sembrava un sogno, stavo finalmente per andare via da questo posto, e da tutto il dolore che mi aveva creato.

Dopo pochi minuti finalmente ero seduta al mio posto, accanto al finestrino, pronta per iniziare una nuova vita.

**

Diego

-frate...- disse Mario -dimmi.- risposi alzando gli occhi dal cellulare -volevo dirti una cosa, so che non dovrei, ma è così.- disse continuando a combattere con sé stesso -ma è che tu per me sei un fratello, non posso stare in silenzio, anche se dovrei...- disse, mi stavo preoccupando. Era successo qualcosa di grave?

-ma vedi, Martina...- disse abbassando lo sguardo, l'ansia saliva, cosa ci voleva a raccontare ciò che le stava succedendo? -Martina è partita.- disse risollevando lo sguardo -sì, lo so, sono andato a Napoli e...- mi interruppe prima che potessi concludere il mio discorso -non hai capito Die', Martina se n'è andata da questa nazione, non è più in Italia.- disse come se la cosa fosse ovvia. Rimasi senza parole, e continuai a fissarlo.

Era andata via senza dirmi nulla?

-mi stai prendendo in giro...- dissi scuotendo la testa -no Diego, non ti sto prendendo in giro...non so quando è o se è partita...- disse -Mario, porca troia la smetti?!- urlai -ti sto dicendo la verità cazzo! Non dovresti nemmeno saperlo, perché mi ha detto di stare zitto, che cazzo vuoi?!- rispose.

Mi stava mentendo, mi voleva tenere lontano da lei, perché glielo aveva chiesto.

-non è così! Tu mi stai dicendo solo un sacco di stronzate perché vuoi tenerla lontano da me!- risposi alzandomi in piedi -Diego, se avessi voluto farlo, l'avrei già fatto quando stavate assieme. E invece no, e ora siediti e renditi conto di quanto sei coglione!- rispose. Non potevo starmene così. Andai di fretta nella mia stanza -dove vai?!- disse il moro seguendomi velocemente, mentre accendevo la luce della camera e correvo verso la valigia -Diego che intenzioni hai?!- disse -devo andare a Napoli, non posso credere che l'abbia davvero fatto.- dissi -Diego...- disse Mario quasi stanco di quella situazione -pensaci bene, è come ti dico io, anche se andrai là, le cose non cambieranno, Martina non torna.- disse -non è vero!- urlai -va bene allora, fai il cazzo che ti pare!- urlò di sua volta -ma non pensare che io ci sarò quando ti sarà sbattuta in faccia la verità!- urlò di risposta, smisi di ascoltarlo e presi quei pochi vestiti che avevo tirato fuori.

[...]

Mancavano pochi minuti e sarei arrivato a Napoli. Speravo con tutto me stesso che Mario si sbagliasse, che fosse tutta una montatura di Martina per farmi stare lontano da lei, ma non ha capito che io la amo davvero. La amo dal primo momento in cui l'ho vista, e non mi è mai accaduto, io che non sono mai riuscito ad innamorarmi al primo colpo, io che non credevo nell'amore a prima vista.

Lei e le sue particolarità, giorno dopo giorno mi hanno sempre più preso, amavo ogni singola cosa di lei, l'amavo e basta. Anche se non riuscivo a gestirla come pensavo, anche se era difficile per me capire tutto ciò che le passasse per la mente, mi piaceva stare con lei, amavo proprio stare con lei.

Appena il treno si fermò, presi la mia valigia e corsi all'esterno della stazione, presi il primo taxi libero e mi feci portare al mio solito hotel. 

Una volta arrivato e aver preso la stanza, entrai all'interno e guardai il panorama che quella magnifica città mi stava regalando, era la cosa più bella che avessi potuto vedere. Sospirai rammaricato, quella situazione mi stava stancando, e non so quanto ancora sarebbe potuta andare avanti. Forse era questione di mesi, o giorni. Dipendeva da ciò che sarebbe successo poi.

Ero arrivato proprio per un motivo, e non potevo aspettare ancora, dovevo andare da loro e capire se era come mi dicesse Mario...

Uscì dalla mia stanza chiudendola a chiave, andai all'ascensore e dopo essere arrivato nella hall,  la percorsi velocemente fino ad uscire. Mi guardai attorno, come potevo arrivarci a Cimitile? Sbuffai e iniziai a passeggiare per le vie di Napoli, fin quando, non capì che l'unica soluzione era proprio quella di arrivarci in taxi.

[...]

Una volta arrivato nei pressi di casa Maccaro, scesi e dopo aver pagato feci quel piccolo tratto a piedi. Mi spaventava ciò che sarebbe successo dopo, forse in parte sarebbe stato meglio non saperlo, ma a che scopo poi? L'avrei saputo comunque, sarei tornato a Napoli altre volte, soltanto per rivederla, avrei fatto di tutto per stare nuovamente con lei.

Arrivato davanti al cancello rosso, suonai al citofono, e una voce maschile mi rispose -sono Diego, vorrei parlarti un attimo.- dissi posando la mano sul cancelletto di fronte a me, quest'ultimo pochi istanti dopo fece uno scatto metallico e si aprì, lo spinsi ed entrai chiudendolo alle mie spalle. Salì, i piccoli gradini  e vidi che Clemente mi aspettava davanti alla porta -ciao bro.- disse sorridendomi e facendomi entrare, se Mario aveva torto, perché mi aveva fatto entrare senza alcun tipo di problema?

Non era possibile...

-Cleme...- dissi fermandomi prima che potessi vedere la madre, non avevo nulla contro Margherita, ma non volevo che me lo dicesse lei, mi fidavo di Clemente e sapevo che mi avrebbe detto la verità, perché alla fine lui era così, semplice. -dimmi Diego.- disse vedendo la mia espressione seria -Mario mi ha detto che Martina è andata via...è così?- chiesi, restai per qualche istante a fissare i suoi occhi chiari -sì, è così Diego, è andata via questa mattina presto...io gliel'avevo detto, lo sapeva che saresti tornato...- disse -lo sapeva?- mi sorpresi, Clemente annuì - ti ha lasciato questo foglietto...dice che se ci tenevi davvero non avresti fatto quella cosa...- disse, mi sentì ancora più male di quanto già non stavo.

Fanculo a me.

Presi il foglietto e dopo aver salutato entrambi uscì.  Mi incamminai, in quel momento volevo camminare, anche se non conoscevo il posto. Avevo bisogno solo di camminare e pensare, presi una sigaretta, la portai alle labbra e l'accesi. Feci qualche tiro, fin quando non mi convinsi che dovevo leggere quel bigliettino che mi aveva dato Clemente. Lo aprì, e lessi ciò che aveva scritto.

Oslo, Novergia.








Lo pubblico oggi, così, mi andava :)

Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora