trentasei

154 7 78
                                    

«Nessuno può fuggire dalla prigione senza l'aiuto di coloro che sono già fuggiti»

Zorba- Izi

Restai immobile, quasi come imbambolata. Non sapevo cosa fare, non volevo rivedere Diego. Ora che finalmente stavo quasi raggiungendo un equilibrio, ora che finalmente stavo riniziando a prendere controllo su me stessa, o almeno pensavo.

Non poteva piombare così, da un giorno all'altro, chiedendomi di vederci. Forse era sbagliato ma non mi interessava, non avrei visto Diego.
-ehi che ti succede? - chiese Clemente preoccupando, e sventolando una mano tatuata davanti al mio volto, facendo preoccupare mia madre. Scossi la testa per svegliarmi da quello stato di trance.

-nulla. Va tutto bene- sorrisi lievemente. Margherita non parve molto convinta, e infondo aveva ragione, nemmeno io ero convinta di ciò che stessi dicendo. Ma non avrei allarmato nessuno, la mia decisione l'avevo presa e tale sarebbe stata.
-sicura Martina? Ti vedo assente- disse mia madre, ma ormai mi sembrava quasi palese che avesse capito il mio problema.

Già perché era un mio problema, io ero in questa situazione e nessuno al di fuori di me mi avrebbe potuto tirare fuori. Nessuno mi poteva far capire dove stessi sbagliando, a meno che non ci andassi a sbattere contro.
Se ero davvero importante come Diego ha sempre detto che fossi, perché eravamo in quella situazione? Perché eravamo separati invece che stare in casa, assieme.

Perché si, a me che fa schifo l'amore, io che nemmeno so cosa sia, volevo provare a fare ciò che una qualsiasi coppia. Perché a volte mi sarebbe piaciuto sperimentare qualcosa di apparentemente normale, qualcosa che sotto ai miei occhi era rivoltante, volevo sperimentare. Tutto qua. Ma mi ero illusa, illusa che Diego potesse essere quella persona che mi poteva guidare fuori dalla mia gabbia, la persona con cui avrei potuto trovare la mia anima. Mi ero davvero illusa, lui stesso forse non era completamente uscito dalla gabbia.

Non ne sarei mai uscita, e forse nessuno ne sarebbe stato capace. Forse quelli che noi reputiamo fiori di testa, si forse loro, loro né sono usciti. O almeno credo.

-Diego? - chiese mia madre avvicinandosi a me, occupando lo spazio dove prima stava Clemente, la guardai - Clemente? - chiesi - è uscito adesso, è andato a prendere le sigarette.- rispose. Annuì e restai nella mia stessa posizione di prima, non sapevo come iniziare il discorso, volevo dire qualcosa, ma è come se le parole mi si fermassero in gola.

-ci ho azzeccato, vero? - disse, annuì solamente.  Lei sospirò - Marti, sono stata la prima a spingerti in questa storia. E non me ne pento, ho già capito che tipo di persona che è Diego. Non dico che lo merita, ma ci tiene davvero, e penso che presto o tardi te lo dimostrerà- disse posando una mano sulla mia spalla - è qui. Vuole vedermi--dissi senza incrociare lo sguardo della donna accanto a me, che era rimasta in silenzio. Senza sapere cosa dire.

-lo avevo detto--disse infine con un sorrisetto vittorioso - non ci andrò- annunciai, alzando finalmente lo sguardo da terra, Margherita mi guardò confusa - non voglio stare male ancora, io bisogno solo di stare lontano. Tutto qua, non voglio niente--dissi, mia madre annuì - non posso decidere per te, se credi che è la soluzione più adatta, che sia- rispose.

Non ne ero così convinta infine.


MA BUON 2020

Si sono le 3
Si aggiorno ora
Non so se ora vado a dormire.
Addio💙

Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora