trentasette

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La porta si aprì, Clemente entrò con una sigaretta alle labbra. Chiuse la porta e si avvicinò a noi. -tutto okay?- chiese posando le sigaretta su una mensola del soggiorno -tutto bene, perché?- chiese Margherita -non lo so, vi vedo silenziose.- sorrise accendendosi la sigaretta -ma nulla.- rispose alzando le spalle mia madre -comunque.- disse sbuffando il fumo -ho incontrato Diego.- disse, a quelle parole mi irrigidì, cercando però di non farlo notare.

-mi ha chiesto di te.- continuò guardandomi -di me?- chiesi come se mi mancasse la voce, perché non mi lasciava stare? -eh sì.- rispose -gli ho risposto che stai bene, e che non so quando vi potrete vedere.- disse, tirai un sospiro di sollievo, delle volte sapeva capire le situazioni. -non prendermi per scemo.- rise -ma ho capito che il tuo problema è lui, so bene cos'è successo.- disse, lo guardai confusa per poi guardare mia madre che alzò entrambe le mani -io non ho parlato, giuro.- rispose, anche se non ero molto convinta. Clemente si gettò a tuffo sul divano -eh no, non mi ha detto nulla Margherita, me lo ha detto proprio il tuo amato. - rise, anche se a me non faceva affatto ridere.

-Marti, senti, so che sei incazzata e che io non ho alcun diritto di mettere parola, perché non sono nessuno. Ma perché non ci parli? E' la stessa cosa che ho consigliato a tua madre, e anche se non è andata proprio come doveva andare, alla fine però hanno risolto altre questioni.- disse, scossi la testa, se solo pensava che io andassi a cercarlo, si sbagliava di grosso. -non ci penso nemmeno.- risposi -ja, ammo.- disse guardandomi con i suoi occhi verdi -Clemente, smettila.- lo ammonì mia madre -Marghe, vuoi dire che tutte le volte che ti ho detto di parlare a Fabio non ha funzionato?- disse, lei alzò gli occhi al soffitto -Clemente, la mia situazione era ben diversa dalla sua.- rispose -ma che gli parla, non fa niente di male.- continuò convinto della sua idea -ma cazzo Cleme, lo vuoi capire che non lo voglio vedere? E soprattutto che io non sono come mia madre?!- urlai alzandomi, sotto lo sguardo attento dei due -Martina...- sussurrò mia madre -e no cazzo, deve stare fermo, se a Diego viene anche solo il pensiero di venire qui, sappi che me la prendo anche con te.- dissi guardando Clemente. Che era molto confuso dalla mia reazione, andai verso la mia stanza, nonostante i richiami di mia madre. Non avevo più voglia di parlare con nessuno.

Odiavo Diego, perché mi aveva dato e tolto tutto, in pochissimo tempo. Non avevo idea di come facesse ancora a fare parte della mia vita, non sapevo nemmeno come faceva la mia testa a ricordare ogni suo gesto. Mancava a una parte di me, ma l'altra, l'altra si rifiutava anche solo al pensiero di rivederlo.

Era meglio se non lo conoscevo, era meglio se mio fratello non me lo avesse mai presentato. Volevo tornare indietro, ma ormai era troppo tardi...


Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora