ventisette

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«Sono stato fuori dal cazzo, sì per tutta la vita»

Fuori- Izi

Un mese dopo...

Avete presente quando non siete abituati nella vostra vita, ad avere momenti tranquilli, dove tutto ciò che avete passato sembra soltanto un ricordo lontano? Ecco, io mi sentivo proprio così, non capivo perché tutta quella calma mi spaventava, ero letteralmente terrorizzata da quella tranquillità, io non sapevo cosa mi aspettava per il futuro, non sapevo cosa volessero da me. Non lo sapevo, e onestamente avrei voluto saperlo, volevo capire. Anche se capire mi avrebbe fatto male, ma alla fine è la mia natura. Capire ciò che non dovrei capire, intuire ciò che non dovrei intuire, farmi del male e coltivarlo in silenzio. Tenerlo per me, senza permettere a nessuno di alleviarlo.

-ehi amore che hai? - chiese Diego, lui era uno dei motivi che mi teneva ancora incollata a terra, mi teneva calma, mi capiva. Non capivo come lui facesse, ma era così. - ma niente amore, tutto bene - sorrisi debolmente mentre spegnevo la sigaretta nel posacenere, lui continuò a guardarmi - li vedo i tuoi occhi, sei preoccupata Martina. Dimmi, che ti succede? - chiese, sospirai - ho solitamente paura di ciò che succederà, è tutto così tranquillo... - dissi - e non sei felice?- chiese confuso - Diego, non ho mai passato un singolo giorno della mia vita tranquillo. E ora che è un mese senza che nessuno provi anche solo a farmi del male, mi spaventa- dissi, lui sospirò e posò una mano sul mio volto, sorrise dolcemente -qualsiasi cosa la affronteremo insieme, capito? Io ci sono, non ti lascio - disse e posai la testa sul suo petto, chiusi gli occhi e sorrisi.

Che avevo fatto per averti nella mia vita?

[...]
Aprì la porta di casa, lentamente, sicura che Matteo fosse in studio, ultimamente passava molto più tempo in quel posto che assieme a me. Ma sapevo che lo rendeva felice, sapevo che aga a facendo quello che ha sempre desiderato... Ed era anche giusto che lo lasciassi andare.

-ma che cazzo dici? Secondo te Martina può mai prenderla bene! - urlò innervosito mio fratello, prendere bene cosa? - no, Marghe, davvero. Fatti i cazzi tuoi, non puoi dirgli ste stronzate. Mia sorella non è scema. - disse, e fece una breve pausa - diglielo anche a quel coglione, qualsiasi cosa, è meglio che sto alla larga da Martina-

Fabio? Che aveva fatto a mia madre?

-ci parlo io con lei... Proverò a dirglielo, sì lo so... Mi spiace, lo sai che farà di tutto... Va bene, come vuoi. Ci sentiamo, appena puoi- disse con voce rassegnata. Cos'era successo? Perché mia madre aveva telefonato a mio fratello? Che cosa era successo?
Entrai nella stanza dove stava mio fratello, lo vidi con il cellulare fra le mani, spento, e lo sguardo pensieroso.
-Matteo... - dissi - ehi- sorrise lui distogliendo lo sguardo da un punto indefinito della stanza - con chi parlavi? - chiesi facendo finta di non sapere, lui sospirò e si alzò dalla sedia  - Martina, ascoltami, la situazione è particolare- sorrise poco convinto, alzai un sopracciglio.

-mi ha telefonato Margherita, mi ha detto che è da Fabio- disse, mi allontanai di scatto da lui, sentendo immediatamente la rabbia annebbiare la mia mente - Martina ascoltami...- disse cauto mio fratello - sono tornati assieme! - urlai - mi aveva promesso che non sarebbe stato così, mi aveva detto che tornava a Napoli- urlai verso mio fratello che era rimasto stupito dalla mia reazione -è una stronza, perché cazzo non me lo ha detto?! - continuai ad urlare - Martina... Ascoltami, non è come pensi- disse Matteo posando le mani sulle mie spalle.

Scossi la testa e me ne liberai
-fanculo te e lei- risposi per poi uscire nuovamente di casa.
Aveva promesso che non sarebbe riaccaduto, perché mi ha mentito? Poteva dirmelo, avrei reagito in una maniera quasi differente. Non capivo perché ci era tornata assieme.
Perché non aveva le palle di dirlo a me, perché se ne andata dicendomi che sarebbe tornata a casa. Perché mi ha detto solo stronzate?

Adesso era completamente sola.
Anche Matteo stava dalla sua parte, cosa voleva spiegarmi? Nulla, ecco cosa. Voleva solo giustificarla.

Presi grandi respiri e recuperati il cellulare nella mia tasca.
Composi il suo numero.
-vienimi a prendere... Sono poco distante da casa mia- dissi per poi chiudere la telefonata.

Perché non doveva mai andare come volevo io?


Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora