trentatré

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Entrai nella stessa casa che quasi un mese fa avevo deciso di abbandonare. Non avrei voluto nemmeno più rimetterci un piede dentro, ma non ho la minima idea di dove andare. Anzi, l'idea l'avevo, ma non ricordavo dove stesse ad abitare.

-Martina! - disse Matteo avvicinandosi a me a braccia aperte, con gli occhi lucidi e felici di rivedermi. Restai ferma quando mi abbracciò non era da lui reagire in quel modo, o forse ero io che non ero abituata a quel tipo di accoglienza, potrebbe essere. Infondo in casa, chi poteva farlo? Erano tutti troppo impegnati ad ignorarmi, a pensare a loro stessi e a litigare. -come stai? - chiese guardandomi dalla testa ai piedi come se in meno di un mese le cose potessero cambiare - sto bene, non lo vedi? - dissi alzando le spalle e allontanandomi dai due. Mi sedetti sul divano, per poi sdraiarmi stanca.

-Martina...- disse mia madre avvicinandosi timidamente a me - dimmi- risposi guardandola - che dici, mi racconti ciò che è successo? Matteo mi ha detto solo che eri, uscita anche da casa di Diego e che nemmeno lui sapeva dove stavi-disse accarezzandomi i capelli.

Diego.

Sbuffai e mi misi a sedere, permettendo le di sedersi affianco a me. Lei sapeva come ci si trovava nella parte della persona tradita, lo aveva sperimentato lei stessa con mio padre. Sapeva cosa dirmi no? Poteva spiegarmi se, in qualche modo, avevo fatto qualche errore io. Ed era possibile, non sarebbe raro.
-beh...- dissi cercando le parole adatte per raccontarlo, sistemai una ciocca di capelli dietro all'orecchio - questa mattina, mi sono svegliata senza di lui... E ho pensato che fosse andato in studio nonostante fosse presto, beh... In sostanza l'ho beccato assieme ad una- dissi sentendo l'agitazione rinnoversi. Margherita posò una mano sulla mia gamba guardandomi con comprensione, come aveva sempre fatto d'altronde.

-so che hai molte domande. Ma fidati che non hai sbagliato tu- disse - scusa... - disse Matteo sbucano dalla cucina, mi girai, preoccupata - cosa? - chiesi - ho sentito bene? Diego ti ha tradito? - disse sorpreso, annuì - non posso crederci, è un coglione. Ora dovrei proprio andare da lui, cazzo dovrei spaccargli quella faccia da cazzo che si ritrova - disse serrando i pugni - Matteo calmati e vedi di ragionare, è una cosa tra loro. E per quanto possa capire la tua voglia di mettergli le mani addosso non è il caso- intervenne mia madre - a me basta non vederlo... Non voglio fargli del male- risposi - tranquilla amore, non gli farai niente. Non verrà- disse.

Speravo, o almeno credevo che fosse così.

-vai a riposare...- disse mia madre - non ho sonno - risposi innervosita - immaginavo, ma stenditi qualche minuto- disse tenendo sempre un tono pacato.

Andai nella mia stanza, era tutto esattamente  come lo avevo lasciato.
Mi sdraiai sul letto e fissai il soffitto, la rabbia iniziò a farsi spazio nella mia mente. La rabbia di essere quella che sono, di non avere un minimo di pace, perché non potevo averne? Dov'era il problema? Ero io, era sicuro, oppure il posto. Infondo io con Cinisello non ho nulla a che vedere. Che avevo da fare? Avevo Matteo. Ma non è il mio posto, la Barona nemmeno. Dov'era esattamente il mio posto? Avevo bisogno di risposte, che probabilmente non avrei mai trovato.

Mi alzai e tornai nella sala.
-mamma- dissi entrando e facendo girare di scatto la mora, che mi guardò sorpresa - dimmi- rispose - voglio tornare a casa - dissi decisa - ne sei sicura? - chiese - si, non ho nulla da dividere con Cinisello, ho soltanto Matteo. Ma... Forse ho bisogno di altro... - risposi - va bene allora... Appena posso prenotiamo e ce ne andiamo, va bene?- annuì e ritornai nella mia stanza.

Si torna a casa.




Sì, sono le 02:10 e sono abbastanza annoiata :)

Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora