trentadue

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«Niagara pianto che scende, resto lontano da te»

Niagara- Izi

-va via- dissi allontanandomi velocemente - Martina, ti prego torniamo a casa. Parliamone, facendo così non risolvi niente - disse raggiungendomi - non mi interessa, lasciami stare. Vattene-dissi - Martina... - disse insistendo ancora.

Perché non andava via? Che voleva?

-mamma vattene, non voglio farti del male- dissi guardandola finalmente negli occhi, lei scosse la testa - non me ne farai Martina, lo so, non voooi venire a casa? Va bene, ma parliamone, voglio spiegarti tutto... - disse - non voglio sapere niente. Mi hai mentito - dissi. Lei sospirò - non è cosi- disse - se avessi dato a Matteo la possibilità di spiegarti, avresti capito molte cose. - continuò

Ma cosa c'era da capire? Non c'era nulla da capire.

-non voglio capire quello che dici te, non voglio sapere niente. Ne ho abbastanza. Mi hai mentito- risposi - no Martina, non ti ho mentito, ho detto la verità, dovevo tornare a casa, da Clemente, ma prima volevo andare a salutare tuo zio Emiliano- disse, serrai pugni - e mi spieghi come hai fatto a trovarti alla Barona se Vimercate è qua vicino?! - chiesi alterandomi. Lei sospirò, chiaro gesto che anche lei come me stava perdendo la pazienza - sono andata da Emiliano, e una volta arrivati, dopo una buona oretta. Dove ormai dovevo andare alla stazione, fuori casa c'era tuo padre. Non so esattamente come abbia fatto a intuire che io fossi lì, ma nonostante questo,  ho deciso per il bene di tutti in quel momento. Di andare in macchina con lui. Così che mi accompagnasse a Milano, ma ha deciso di portarmi alla Barona, quando l'ho capito. Ho creduto per qualche istante che volesse rapirmi, ma infondo era Fabio, non si azzarderebbe mai.- disse, la guardai confusa, tutta questa storia non aveva senso.

-so che ti sembra assurdo e fidati lo è anche per me, tutt'ora- disse - hai ancora altro da dirmi? - chiesi alzando un sopracciglio -si, ci siamo fermati a casa sua, abbiamo iniziato a discutere come al solito, perché quello che stava facendo non aveva senso. Non ha senso tutt'ora, ma lui mi aveva detto che era cambiato, che aveva capito i suoi errori che gli sarebbe piaciuto ricominciare da capo, voleva ricostruire la sua famiglia. Ero felice che finalmente avesse capito... Quindi ho accettato di avere una dimostrazione della cosa...- sospirò - nessuno cambia mamma. Lo sai meglio di me, ricordi? - dissi. Lei annuì - a volte non ragioni, perché forse le cose belle che tornano a galla ti fanno sentire la nostalgia e a volte fai queste stronzate. Ma ti prego Martina, non fare niente... - disse - in che senso? - chiesi - ormai tutti sanno del tuo odio nei suoi confronti e hai ragione... - disse - mamma vai avanti- dissi perdendo la pazienza - va bene. Ha iniziato a diventare ossessivo, stava addosso, e non avevo neanche la possibilità di uscire se non con lui- disse -sei seria? - dissi, mi guardò i suoi occhi erano sinceri.

Ma davvero era accaduto tutto questo? Non ci credevo, che problemi aveva quella persona?

-mi prometti che stai lontano dalla Barona? - chiese mia madre posando una mano sul mio braccio - non te lo prometto. Ci provo- dissi evitando il suo sguardo.
Rimase in silenzio, non era la risposta che si aspettava, ma non poteva pretendere di più.

-ti prego, torniamo a casa. Matteo è preoccupato... - disse - e poi mi dirai come ci sei finita qua, va bene? - chiese, annuì e mi lasciai trascinare verso la sua auto.

Ero confusa.

Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora