trentacinque

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Martina

Restai a guardare il panorama che dava la finestra, era bello guardare e sentire le onde del mare scontrarsi sugli sogni e sulla spiaggia. La brezza fredda soffiava, e fece arrossare leggermente le mie guance. Passai le mani su di esse, cercando di scaldarle il più possibile, ma senza riuscire a raggiungere il risultato.

Chiusi la finestra e mi girai, la stanza era avvolta nella penombra. Non era stata ancora sistemata come avrei voluto, non avevo né il tempo e nemmeno la voglia di togliere dalla valigia i miei vestiti, mi sedetti sul letto e accesi il cellulare, per controllare le notifiche che erano state lasciate in sospeso poco prima.
Appena risposi a tutti i messaggi, Spensi nuovamente il telefono per poi sdraiarmi sul letto.

Fissai il soffitto bianco della mia stanza e ricordi iniziarono a vagare, dal mio primo incontro con Fabio fino ad ora. Tutta la mia vita scorreva, lentamente e tristemente davanti ai miei occhi. Mi accorsi che non avevo mai fatto nulla per cambiarla, non avevo fatto altro che superare i miei problemi e cercare di ripartire. Senza rendermi conto, che alla fine, non era passato niente.
Se non risolvevo il problema scappavo, ma scappare non era mai la soluzione. Ed infatti il problema, era esattamente questo, venivo perseguitata dai sensi di colpa o di dovere fin quando non risolvevo quella situazione una volta per tutte.

-Marti- disse mia madre interrompendo il mio flusso di pensieri -dimmi- dissi guardandola - volevo chiederti se... Volevi venire a farti un giro con me e Clemente... Sennò, boh ti va un film? - chiese con voce dolce.
Mi domandavo, come avess fatto ad andare avanti dopo mio padre. Come facesse a fidarsi ancora del genere maschile.
-mh... Ci vediamo un film? Non ho voglia di uscire--risposi, lei annuì e uscì dalla mia stanza.

Non ho nemmeno la voglia di alzarmi, è come se stessi cadendo in uno sconforto che pare non abbia soluzione.
Nemmeno cambiare per qualche settimana aria, mi faceva bene. Forse era il posto, si, forse non sarei dovuta venire qua, sarei dovuta andare altrove, lontano. Da tutti.
Si, perché tutti quanti avrebbero smesso di avere pensieri, timori o altre cose varie. Avrebbero smesso di dover pensare a me nonostante non glielo avessi chiesto.

Mia madre avrebbe potuto far nascere una nuova relazione con quello che lei stessa, definisce "un amico", mio fratello avrebbe più tempo anche per Sofia, mio padre finalmente avrebbe altro a cui pensare e a  non rovinare la mia vita. Diego, lui forse avrebbe una vita serena. Più degli altri, senza aver timore di tutto.

Mi alzai sbuffando, avevo detto che sarei andata. E forse alla fine non sarebbe stato così male, siccome Clemente era una delle persone più solari e uniche che avessi mai conosciuto fino ad ora. Capivo perché piaceva a mia madre, capivo perché voleva tenerlo stretto, al posto suo avrei fatto la stessa cosa.

Mi sedetti sul divano, affianco a Clemente che sorrise, mentre posò sul tavolino posto davanti al divano le lunghe gambe magre.
-tutto okay? - chiese guardandomi con i suoi occhi più verdi dei miei - solito- alzai le spalle - capisco. Vabbè dai, scegli il film. Ti stavamo aspettando- disse passandomi il telecomando, sorrisi e lo pres. Così indecisa inizia a passare da una categoria all'altra.

-sentite, fate voi, perché non ne ho idea--dissi ridendo e dando il telecomando a Clemente, lui lo prese e iniziò a girovagare anche lui. Nel mezzo della sua ricerca volevano battute sui titoli, alcuni insoliti. Non sapevo da dove gli venissero, ma non avevo mai riso così tanto.

-ah beh dai, almeno so farti ridere- disse sorridendo mentre finalmente, mise un film - vedi tu, come si fa? Sei stupido - continuai ridendo, assieme a mia madre - grazie eh- dispose lui sorridendo e fingendosi offeso -dai zio Cleme, non piangere - dissi sorridendo, lui scosse la testa e sorrise.

Arrivò un messaggio sul mio cellulare, lo presi e lo lessi. Fin quando non mi imbambolai davanti a quest'ultimo.

Diego:
Sono in città, possiamo vederci?



Sono le 02:30 se ci sono errori perdonatemi, ma non ho nemmeno voglia di rileggere

Zorba|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora