Milk - LittleYoongi

Namjoon

A Yoongi è sempre piaciuto il kimchi, sin da piccolo. Da quando, tornato da scuola dopo una lunga giornata, trovava una casa invasa dal piacevole odore di quel piatto, le dolci braccia di sua madre che lo stringevano calorosamente.

Quando tornava a casa pieno di lividi, e con la mente piena degli insulti rivoltogli dai suoi compagni, trovava sempre del kimchi pronto, sua madre lì per medicarlo, e suo padre lì per tirargli su il morale.

Il kimchi, unico piatto che sua madre sapeva preparare, era diventato simbolo di sicurezza, simbolo di risate e di gioia.

Ogni giorno era sul piccolo tavolo della cucina, ed ogni giorno suo padre, appena tornato da lavoro, sfotteva bonariamente la moglie che preparava sempre lo stesso piatto, promettendo con un sorriso sulle labbra che si sarebbe occupato lui della cena, e di far mangiare qualcosa di diverso a Yoongi.

Quelle parole erano sempre accompagnate da un arruffata di capelli, e alla fine, ogni giornata era uguale. Sua madre preparava il kimchi a pranzo, e suo padre qualunque cosa voleva per cena: il kimchi era diventato routine, e Yoongi lo adorava.

Durante il periodo precedente al loro debutto, il kimchi era diventato amore. Ogni volta che Yoongi stava male, o che qualcosa di brutto succedeva, Seokjin lo preparava appositamente per lui, accogliendolo al tavolo con il resto dei membri, e permettendogli di dimenticare per qualche ora lo stress e la paura causati dalle pressioni mediatiche.

Per questo, quando quella sera Seokjin gli aveva detto che ci sarebbe stato kimchi per cena, Yoongi aveva sorriso per la prima volta da quello che ormai gli sembrava un tempo immemore. Si era immediatamente rilassato alla sola idea di mangiarlo, e quando finalmente era arrivato a tavola, nonostante fosse cosciente del fatto che lì c'erano Jungkook e Seokjin ancora arrabbiati con lui, e Hoseok ancora una volta deluso dalle sue doti da ballerino; non aveva potuto fare a meno di sentirsi più allegro del solito. Più rilassato, certamente non sul punto di scoppiare a piangere di fronte a tutti come invece si era sentito negli ultimi giorni.

"Domani dobbiamo andare a registrare Il nuovo singolo."

Tutti si erano voltati immediatamente verso Namjoon, chi con del cibo già tra le labbra e chi sul punto di iniziare a mangiare.

"Domani? Ma era il nostro giorno libero."

Taehyung lo dice con tono lamentoso, guadagnandosi uno sguardo di rimprovero dal leader, e delle risate dal resto del gruppo.

"Lo sai che in questa casa i giorni liberi non esistono."

Tutti scoppiano nuovamente a ridere alle parole di Yoongi, mentre Namjoon punta il suo sguardo su di lui come per avvisarlo che sta per rivolgergli la parola.

"Hyung..."

Il grigio annuisce, per far capire che lo ha sentito e sta ascoltando.

"Tu non mi hai ancora consegnato la tua canzone, si può sapere cosa stai facendo?"

L'aria di allegria intorno al tavolo scompare del tutto, nel tono del più alto è chiaro il rimprovero.

"La sto finendo Joon, ci metterò pochi giorni."

"Come l'ultima volta in cui mi hai detto che ci sarebbe voluto poco, Hyung?"

A quel punto è chiaro a tutti che Namjoon non è decisamente di buon umore, e che è meglio essere il più cauti possibili con le parole.

"Lo so, mi dispiace. Ho avuto un piccolo problema, ma sto cercando di risolvere."

Il problema? Il suo stupido alter ego bambino aveva deciso che fosse una buona idea mettersi a giocare con il computer di Yoongi. Il risultato di questa splendida idea? La canzone era stata del tutto cancellata, e Yoongi si era ritrovato a doverla riscrivere da capo senza alcun tipo di appunto. Era stata decisamente l'ennesima mossa di merda di Yoonie, ma in fin dei conti, la colpa è di Yoongi, che si è permesso di entrare nel Little space invece di far resistenza a quell'urgenza così pateticamente presente.

"Il problema sarebbe che sei pigro o che non te ne fotte un cazzo?"

Quelle parole sono come una vera e propria coltellata al petto, ma Yoongi ignora la cosa, provando a controllare l'estrema urgenza di mettersi a piangere come un idiota e inventare una scusa a cui nessuno crederebbe. L'aria intorno al tavolo si raggela, mentre Hoseok posa una mano sulla spalla di Namjoon per cercare di calmarlo. Si possono rimproverare tante cose a Yoongi, ma di certo non di non tenerci abbastanza.

"Joon, non esagerare."

Il bianco ignora del tutto le parole del maggiore, continuando a fissare con rabbia il rapper più basso. Il suo pugno sbatte contro il tavolo, facendo sobbalzare gli altri membri e abbassare la testa del grigio.

"No davvero Yoongi. Mi spieghi cosa diavolo ti è preso ultimamente? Consegni sempre tutto in ritardo! Mentre balliamo non fai altro che fare casini, e come se non bastasse adesso non riesci nemmeno a fare l'unica cosa in cui eri bravo!"

Lo stesso Namjoon si blocca dopo aver pronunciato quelle parole, rendendosi conto di quanto siano intrise di cattiveria immotivata, e soprattutto di quanto non siano veritiere. Perchè Yoongi non è bravo solo a produrre musica, e soprattutto quando non riesce a fare una cosa, si impegna così tanto da riuscire a farcela.

Tutti, a quel punto, si aspettano delle urla da parte del più basso, urla che sinceramente giustificherebbero in pieno, perchè non solo tutte le parole del leader sono bugie, ma Namjoon ha appena scaricato il suo stress sul rapper, senza preoccuparsi troppo dei suoi sentimenti.

Invece, tutto ciò che esce dalle labbra di Yoongi sono soffici parole, così soffici, che quasi non le sentono, e non appena lo fanno, non capiscono cosa sia successo al rapper insolente che tutti loro conoscono.

"Mi dispiace, la finirò 'sta notte."

Yoongi si alza subito dopo dal tavolo, chiedendosi come possa fare questo agli altri membri. Come possa essere un peso così grande senza mai scusarsi con loro. A quanto pare le notti passate a ripetere ossessivamente le coreografie fatte, le giornate libere passate a scrivere pezzi e a fare del suo meglio perchè non facciano schifo, non sono bastate.

Con un sospiro, si chiude all'interno della sua stanza, senza dar peso alla voce di Jimin che lo chiama dall'altra parte della porta.

Adesso, il kimchi non è più sicurezza e amore; ma rabbia e tristezza.