Jimin è steso sul suo soffice letto, le paffute mani tra i capelli rosa, mentre le sue gambe non riescono a stare ferme.
Non può, e non vuole stare calmo. Non sa come gestire questa situazione che sembra così fottutamente spaventosa, così difficile da risolvere, senza una via d'uscita. È così fottutamente patetico; aveva impiegato così tanti anni per dimenticarsi, per scordare quei sentimenti così profondi che sentiva nel petto ogni volta che Yoongi si presentava di fronte a lui. E ora, è bastato così poco per fare mille passi indietro.
Si ricorda ancora di quando lo aveva incontrato per la prima volta, appena entrato nel gruppo, Yoongi sembrava così serio e adulto, a ripensarci ora gli viene quasi da ridere. Eppure, è proprio questa l'idea che il maggiore aveva dato di sè all'inizio.
Quella era stata la prima e, probabilmente, anche ultima volta, in cui Jimin si era preso una cotta per un ragazzo.
Poi, tutti loro lo avevano conosciuto davvero, avevano incontrato il vero Min Yoongi, buono come nessun'altro, e anche gentile a modo suo. E lì, il terrore aveva iniziato a mischiarsi a quel sentimento a cui non aveva dato peso fino ad allora, troppo infantile ed immaturo per poterlo realmente riconoscere.
Quando si era reso conto di cosa davvero quei sentimenti comportassero, non era riuscito a fare niente. Non era riuscito ad accettare l'idea di ciò che ne era purtroppo implicato. Si ricorda di quando apparire come un uomo forte e virile fosse fondamentale per lui durante il loro debutto, e di come l'idea di essere gay, lo avesse solo portato a peggiorare quel terribile tratto, a decidere di dover sembrare perfetto all'esterno, per mascherare quella rottura interiore che non poteva permettersi di lasciar andare.
Jimin aveva smesso di mangiare, saltava pasti, si esercitava ossessivamente, ed era perfetto, perfetto per la fottuta copertina di un giornale.
Si era portato lentamente verso il baratro, senza forze, senza sorriso, senza voglia di continuare a far finta di essere qualcuno che non gli apparteneva davvero. Ed era stato qui che Yoongi era entrato in gioco, il maggiore non lo aveva mai dato a vedere, nemmeno una volta, ma si era preso cura di lui, lo aveva fatto mangiare senza nemmeno farlo pensare, lo aveva riportato a casa da ogni pratica ad un orario accettabile.
E lentamente, Jimin si era ripreso; non se ne era nemmeno reso conto, ma si era ripreso. Lo aveva compreso solo qualche mese dopo, quando una volta Yoongi gli aveva chiesto di guardare un film con lui nel loro giorno libero. Non ricorda bene cosa stessero guardando, un film senza alcuna morale probabilmente, ma il maggiore aveva parlato del protagonista, voltandosi verso di lui con un leggero sorriso sul viso.
'Non c'è bisogno di dimostrare niente a nessuno, importa solo essere fedeli a sè stessi."
E senza accorgersene, Yoongi aveva peggiorato la sua situazione, perchè mentre Jimin si riprendeva, il suo cuore cedeva sempre di più alle dolci parole del maggiore.
Era stato dopo quel giorno, la prima volta in cui il rosa aveva realmente desiderato di dichiararsi al ragazzo, che Jimin aveva deciso di allontanare quel pericoloso sentimento dal suo petto.
Si era impegnato davvero, ci aveva messo tutte le sue forze, e lentamente, ci era riuscito, era riuscito a seppellire quei sentimenti sotto il peso della gioia che tutti i successi riportati in quegli anni gli avevano provocato. Aveva sperato di essersene dimenticato, di aver eliminato quelle stupide idee bambinesche dal suo cuore e dalla sua mente. Ma alla fine, quando aveva visto Yoongi in quello stato così vulnerabile, così fottutamente bisognoso di qualcuno che lo amasse come lui aveva fatto per tutto quel tempo silenziosamente, si era reso conto di non aver cancellato quei sentimenti, ma di averli chiusi in un cofanetto, che era stato riaperto in un secondo, dopo che le labbra del grigio si erano posate per qualche secondo sulla sua guancia. Un gesto semplice per chiunque, ma non per Yoongi, che in tutti quegli anni non lo aveva fatto nemmeno una volta.
Ed era stato la chiave per una serratura di cui Jimin si era dimenticato, liberando tutti i sentimenti, ed i ricordi, che come un treno lo avevano investito, come la prima volta.
Il rosa si ritrova in pochi secondi in lacrime sul suo letto, chiedendosi cosa dovrebbe fare ora, come potrebbe dimenticare ancora queste emozioni che non sembrano averlo mai abbandonato. Come potrebbe risolvere una situazione irrisolvibile.
Dovrebbe chiedere aiuto ad uno degli altri membri? Chiedere consiglio? Dovrebbe confessare la sua fottuta omosessualità? Di come potrebbe rovinare l'immagine dell'intero gruppo in pochi secondi se qualcuno dovesse venire a saperlo? Svelare come voglia rovinare l'intero equilibrio del gruppo per il suo fottuto egoismo?
Oppure dovrebbe parlarne con il grigio? Spiegargli i suoi sentimenti, fargli comprendere quanto a lungo abbia provato a sopprimerli e non ci sia riuscito.
Sa per certo che nessuno di loro lo giudicherebbe mai, Yoongi aveva fatto coming out dopo poco tempo, spiegando come non gli importasse del sesso della persona amata, finché nel suo petto fosse presente quel sentimento che tutti loro bramavano allora e bramano tutt'ora.
E quel breve discorso rassicura ancora oggi Jimin, perchè sa che se mai dovesse decidere di dirlo a qualcuno, nessuno dei membri gli direbbe nulla, nessuno di loro lo giudicherebbe, nessuno di loro lo insulterebbe. E vorrebbe farlo, se solo non fosse uno schifoso vigliacco.
Come può fare coming out e togliersi quell'enorme peso dal petto, per averne subito dopo un altro? Quello dei suoi sentimenti per Yoongi?
Dovrebbe confessarsi anche a lui in quel caso, e purtroppo, non sa se ne potrebbe davvero essere capace.
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Milk - LittleYoongi
FanfictionDove Yoongi è un little, e preferirebbe morire piuttosto che confessarlo agli altri membri del gruppo. #1 in Yoongi per non lo so Scritta nel 2019