Yoongi non ha mai creduto in Dio, non perché la sua famiglia non fosse religiosa o perchè avesse una prospettiva del mondo così fredda da pensare che tutto fosse dovuto al caso; ma più semplicemente, non ha mai avuto una cosa indispensabile per credere: la fede.
Non ha mai avuto problemi al riguardo, non di giorno perlomeno, ma quando arrivava la notte, e si ritrovava ad avere ore ed ore per riflettere su cosa lo circondasse, o su come la sua vita stesse andando, si ritrovava a piangere disperatamente, senza poter fermare le lacrime in alcun modo, perchè senza fede non puoi pregare, e se non puoi pregare, quando la disperazione ti avvolge, non hai nulla a cui aggrapparti. Non hai la possibilità di fermarti per un secondo, di prendere un profondo respiro ed affidare tutto alla tua entità superiore, chiunque o qualunque essa sia.
Non hai quella possibilità, e puoi solo sperare che quella disperazione, che ti fa apparire la vita come un tunnel senza uscita, non torni più. Perchè se non puoi pregare, non hai altro in cui credere.
Yoongi conosce fin troppo bene questa sensazione, eppure, nella sua vita ha pregato per tre volte.
La prima era stata quando era davvero piccolo, sua nonna era morta ed i suoi genitori gli avevano detto di pregare per la signora nel cielo. Il verde lo aveva fatto innocentemente, senza pensarci su, ma felice di poter aiutare la sua nonna dovunque lei fosse.
La seconda volta era stata a sedici anni, quando i suoi bulli lo avevano portato all'orlo del baratro, e Yoongi aveva sentito un peso così grande nel suo cuore che si era ritrovato a terra, tremante, in un angolo del bagno della sua scuola a supplicare che quel Dio, in cui non credeva, lo aiutasse.
La terza volta è in questo momento, il grigio è terrorizzato, terrorizzato all'idea che da lì a qualche minuto verrà sbattuto fuori da quella casa, e che le persone a cui tiene di più inizino a disprezzarlo, considerandolo ciò che realmente è: un uomo patetico, che alla fine, non può nemmeno esser definito uomo.
Così sta pregando, supplicando, implorando, per fare in modo che domani mattina si trovi ancora qui, nel suo letto; e che possa andare in cucina a guardare gli altri ragazzi mentre fanno colazione, come se nulla fosse successo. Come se i mostri creati dalla sua stessa mente non gli avessero appena rovinato la vita ancora una volta.
"Hyung?"
Quella voce, che il ragazzo riconosce immediatamente, lo riscuote dai suoi pensieri che diventano sempre più cupi, ed il suo respiro si mozza, perchè è arrivato il momento in cui gli diranno di lasciare quella che non sarà più la sua casa, il momento in cui gli ricorderanno di non volergli più bene. Un momento che, essendo l'ultimo, deve affrontare con una sicurezza che non gli appartiene; si passa una mano sul viso per asciugare le lacrime che aveva lasciato andare, e si tira sù, perchè vuole che lo ricordino in questo modo, e non come una patetica ombra di ciò che era stato.
"Entrate."
Il grigio li guarda: Hoseok e Jungkook, non riescono nemmeno a varcare la soglia della porta, entrambi con la testa bassa, probabilmente perchè non vogliono vederlo, e Yoongi come potrebbe dargli torto?
Il primo ad alzare lo sguardo è Hoseok, e basta un secondo, perchè il grigio non capisca più cosa stia succedendo.
Perchè nessuno gli sta urlando contro, nessuno lo sta buttando fuori; ma qualcuno lo sta abbracciando. In una stretta leggera, spaventata, e forse anche un po' imbarazzata.
"Mi dispiace hyung, m-mi dispiace davvero."
Yoongi non capisce, non sa per cosa il rosso si stia scusando, ma in quel momento non gli importa, perchè è tra le braccia del minore, dopo così tanto tempo, e vuole rimanere lì per ore, a ricordare quella sensazione che ormai aveva dimenticato.
"H-Hyung..."
Quella voce, che proviene da Jungkook, ancora lì fermo in mezzo alla stanza, è così spezzata che il grigio non riesce a sopportarla; perchè il loro maknae non piange, e soprattutto non piange per colpa sua, non di nuovo.
"N-Non piangere."
La sua voce è sottile, ma è sicuro che il castano l'abbia sentito, perchè per un secondo i loro occhi si incontrano, e Yoongi sa che non vuole mai più vederli rossi come in quel momento.
Hoseok si allontana dall'abbraccio, e ora sono lì, tutti e tre, nessuno sa cosa dire, come iniziare a spiegare ciò che sta occupando la propria mente.
Ma alla fine, il primo a parlare è Hoseok, forse perché è logico che sia così; i primi a parlare dovrebbero essere quelli che si scusano, e tra loro due, è il più grande che inizia.
"Sono stato uno stronzo hyung e... A-Anche se non ci avessi detto della depressione, mi sarei comunque dovuto scusare, forse lo avrei realizzato più tardi, ma mi sarei comunque scusato. N-Non ho un motivo per essermi comportato così, non so quale cazzo sia stato il mio problema, ma non avrei mai dovuto dirti quelle cose, in nessun caso e-"
"È ok Hobi, non sono arrabbiato, non lo sono mai stato."
"Ed è questo il problema hyung! Tu dovresti essere arrabbiato! Io mi sono incazzato perché mi hai fatto perdere un gioco, ti ho trattato male per mesi, e tu comunque non ce l'hai con me! Devi smetterla di pensare così male di te stesso hyung. Devi renderti conto di quanto vali, senza ascoltare le cazzate che diciamo noi che non sappiamo niente. Vai bene così come sei hyung, e ora che sappiamo qual è il problema, ci saremo noi a ricordartelo ogni giorno."
Quelle parole, proveniente da Jungkook, sono semplici, ma riescono in pochi secondi a tirarlo fuori dal tunnel in cui era entrato poco prima.
STAI LEGGENDO
Milk - LittleYoongi
FanfictionDove Yoongi è un little, e preferirebbe morire piuttosto che confessarlo agli altri membri del gruppo. #1 in Yoongi per non lo so Scritta nel 2019