Giorno 18: lince

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Se qualcuno avesse chiesto a Jane cosa amasse più del suo lavoro, lei non avrebbe saputo rispondere. Fin da piccola era stata affascinata dalla natura e dagli animali, e quando il suo sogno di diventare biologa si era avverato era stata la persona più felice del mondo. A soli trentacinque anni aveva viaggiato in ogni angolo del pianeta per studiare gli animali più disparati. In particolare, la sua specializzazione riguardava i felini: per questo in quel momento era appostata nel verde, nella speranza di scorgere una lince.
Il felino era stato trovato ferito alcuni mesi prima e, dopo esser stato curato, era stato rilasciato in natura munito di microchip, per monitorare i suoi spostamenti. Jane era stata mandata sulle sue tracce quando, grazie al suddetto microchip, avevano notato che l'animale si aggirava da settimane nella stessa area, seguendo sempre lo stesso percorso. Il team che aveva curato Lynn (questo era il nome dato alla lince) era sinceramente incuriosito dal comportamento dell'animale: era piuttosto insolito che coprisse un'area così ristretta, poiché questo avrebbe potuto diminuire il numero di prede disponibile.
Dopo ore di osservazione, Jane stava iniziando a perdere la speranza, quando dal folto della foresta scorse le familiari orecchie ornate da un ciuffo di peli: la lince era a pochi metri di distanza dalla donna e sembrava completamente a suo agio, come se non avesse notato la presenza di un'intrusa. Tuttavia, prima di muoversi nuovamente, l'animale passò attentamente in rassegna l'ambiente circostante, per accertarsi che nessuna minaccia sfuggisse al suo occhio attento. Quando fu soddisfatto, il felino mosse qualche passo e voltò la testa verso le proprie spalle, come per accertarsi che qualcuno la seguisse.
La sorpresa di Jane fu enorme quando vide ciò che il felino attendeva: tre cuccioli di lince, dall'aria vispa e curiosa, che seguivano la madre passo passo senza osare allontanarsi. Lynn sembrava una madre amorevole, attenta e premurosa; quando notò la biologa, nascosta tra la vegetazione, si parò davanti ai cuccioli, come per proteggerli, ma dopo alcuni attimi abbassò la guardia: sembrava aver riconosciuto il volto di una delle persone che l'avevano salvata, mesi addietro, e non pareva ritenerla una minaccia; ciò nonostante, non permise mai ai cuccioli di allontanarsi troppo.
Davanti a una visione tale, piena di amore e pace, Jane non potè fare a meno di sentirsi fortunata: in fondo, non a tutti capita di veder il proprio sogno realizzarsi.

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