Dopo che Andrea era stata aggiunta al gruppo Whatsapp della band, avevamo deciso di riunirci il sabato sera al Newcastle per decretare la nascita della nostra formazione musicale senza nome. Oltre ai membri finora reclutati — io, Iacopo, Andrea, Aureliano ed Elio — sarebbero stati presenti Nadia, la ragazza di Aureliano (lui era la seconda delle due persone fidanzate che conoscevo), Davide, che pur non suonando alcuno strumento ci aveva assicurato il suo eterno appoggio a qualsiasi impresa, e Marco, il membro della nostra compagnia meno interessato alla musica — ma che ci aveva offerto le sue abilità di disegnatore e mago dell'informatica per realizzare il logo della band, la copertina del nostro primo demo e il nostro sito internet. All'inizio, Marco aveva proposto di seguire il meeting in videoconferenza, ma Aureliano e Davide erano andati a stanarlo a casa sua e l'avevano trascinato al pub.
"Pensavo sarebbe venuta pure Dafne," stavo dicendo ad Andrea, che si era appena sfilata il cappotto nero e la sciarpa giallorossa (Grifondoro, non AS Roma—il cuore calcistico della mia amica apparteneva al Werder Brema) e si era accomodata accanto a me sulla panca di legno. "Ha avuto qualche contrattempo?"
Andrea fece una faccia costernata e agitò rapida la mano come chi dice lascia perdere, guarda. "Ce l'ha avuto sì, se possiamo chiamare contrattempo entrambi i suoi genitori, quando il termine più adeguato sarebbe spina nel culo permanente," affermò.
"Forse spina nel fianco sarebbe più corretto," interloquì Elio, dall'altro lato del tavolo, "ma non posso negare la valenza espressiva del termine volgare in loco di quello più comunemente usato."
"Grazie, Elio," disse Andrea, sorridendogli senza traccia di scherno; poi diede un breve sospiro seccato. "Purtroppo non tutti abbiamo la fortuna di essere stati generati da persone di buon senso."
"Oh, ne so qualcosa," concordò Elio, sollevando le sopracciglia con fare eloquente.
Aureliano e Nadia furono gli ultimi ad arrivare; Marco e Davide si spostarono per farli sedere alla nostra tavolata, che adesso contava otto persone ben pigiate una contro l'altra.
Aureliano agitò il braccio in direzione del bancone. "Màlstin, possiamo ordinare?" chiamò. "Ho la gola secca e bramo il nettare degli dèi! Birra, presto!"
Il nostro barista di fiducia stava spillando una rossa dietro al bancone. "Ahò, statte calmo, brother of metal," ribatté, scherzoso. "Arrivo tra du' minuti. Vedrai che nun mòri de sete."
Nadia rise e diede un piccolo pugno sul braccio di Aureliano. "Hai finito di strillare? Guarda che non stai in locanda a D&D, scemo."
"Come no?" esclamò lui, fingendosi sorpreso. "Ce sta pure er nano!" Indicò Marco, che era il più basso della nostra compagnia; questi, per tutta risposta, lo folgorò da dietro le sue lenti ovali e gli mostrò il dito medio. Per colmo dell'ironia, il personaggio di Marco a D&D era un elfo.
Ogni volta che vedevo Aureliano e la sua ragazza insieme, non potevo fare a meno di soffermarmi per qualche secondo sulle loro differenze: lei con i capelli neri sottili e ordinati, tagliati fino alle spalle e con la frangia, due occhi intensi e altrettanto scuri, il viso appuntito, il fisico minuto ma non fragile; lui con la sua chioma bionda, che aveva cominciato a farsi crescere alle medie e adesso scendeva fino alle scapole, aggrovigliata e in disordine, il naso schiacciato, le labbra carnose e le mani grandi e sgraziate. Nadia aveva anche un anno meno di Aureliano, e frequentava il liceo linguistico, mentre il nostro futuro bassista lottava contro le disequazioni allo scientifico. Eppure, quei due si intendevano a meraviglia: si erano conosciuti l'ottobre precedente, al Romics, e avevano quasi subito iniziato ad uscire insieme, fondando la loro relazione sull'amore condiviso per il fantasy, lo steampunk, il cosplay, i giochi di ruolo e altre nerdate assortite. Adesso, avevano un gruppo fisso con cui giocavano a Sine Requie il venerdì sera (Nadia, tra l'altro, era patita di qualsiasi cosa dove ci fossero gli zombi) e stavano pianificando di andare insieme al Lucca Comics. Doveva essere vero amore.
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Scendi, sto qua sotto!
Novela Juvenil⭐VINCITRICE WATTYS 2021⭐ Leo ha sedici anni, un migliore amico che deve spesso impegnarsi a tirar su di morale e una vita tranquilla passata tra i film, la musica, il tavolo di Dungeons & Dragons e le birre al pub sotto casa. Questo, naturalmente, f...