Man mano che l'ultima campanella si avvicinava, nella mia testa si affastellavano sinistre visioni del bellimbusto in agguato fuori dal portone e della mia faccia percossa dai suoi pugni. Con le spiegazioni dei professori ormai dimenticate, passai le ultime due ore di lezione a scervellarmi per trovare una possibile via d'uscita da quella situazione.
Dal campo di calcetto sul retro, meditai, era possibile scavalcare un muretto e raggiungere il cortile della scuola media che condivideva parte dell'edificio con le superiori. Forse avrei potuto mischiarmi alla folla di nani pubescenti e uscire insieme a loro dal cancello di Via Mordini, schivando così il pericolo; ammesso che qualche bidello o professore o genitore non si insospettisse.
Avrei dovuto continuare a svicolare in questo modo ogni giorno? Fino a quando?
Fin quando sarà necessario, rispose il lato pavido della mia mente.
Non se ne parla, rispose l'altro emisfero cerebrale, che cercava di salvaguardare in qualche modo la mia dignità (come vi sarete già accorti, stavo ancora una volta litigando con me stesso). Tieni gli occhi aperti, stai incollato a Iacopo e cammina in mezzo alla gente finché puoi, e andrà tutto bene.
Dovevo ammettere che Iacopo, bontà sua, non mi offriva un grande conforto quando si trattava di affrontare minacce fisiche; ma la cosa importante era non farmi cogliere impreparato e non lasciarmi chiudere all'angolo da solo.
L'ultima campana suonò fin troppo presto (non avevo mai avuto così poca voglia di allontanarmi dalla scuola). Avvertendo i primi accenni di crampi ansiosi allo stomaco, cacciai la mia roba nello zaino e mi avviai subito giù per le scale, desideroso di andare incontro al mio destino il più in fretta possibile, se proprio non potevo sfuggirlo.
Tirai fuori il telefono e mandai un messaggio veloce a Iacopo, dicendogli di incontrarci in cortile prima di andare via. Sarebbe stata una buona occasione per raccontargli quello che era successo tra me e Diego il giorno precedente.
Speriamo che il finesettimana arrivi presto, mi augurai.
Mentre uscivo dal portone, passai a accanto a Viola, intenta a chiacchierare con un paio di compagne di classe. Girò gli occhi su di me e mi rivolse un sorriso e un cenno di saluto. Mi sentii attraversare da un lampo di coraggio e determinazione. Avrei conquistato Viola — e non mi sarei fatto fermare da un bellimbusto psicopatico con il brillantino all'orecchio.
Risposi al saluto agitando la mano e attraversai il cortile, quasi saltellando per la felicità. Fu in quel momento che Rinaldi mi raggiunse e, fulmineo, mi rifilò una delle sue vigorose pacche sulle spalle.
"E bravo Leonardino!" urlò, costringendomi a ritrarre la testa per non venire assordato. "Non hai perso tempo con Viola Padovesi, eh! Veloce come 'n farco in picchiata!"
"Chi l'avrebbe detto che avevamo un seduttore così, in classe nostra?" aggiunse Giulia, che affiancava Rinaldi. "Inseguito sotto scuola dagli ex incazzati ai quali hai fregato la ragazza!"
"E parliamo de Diego Ricci, oh," commentò Santarelli, sopraggiunto quasi subito nella scia di Rinaldi e Giulia, accompagnato dagli altri Due Stronzi. "Felici, non so se c'hai due palle d'acciaio o se sei veramente un cojone. Però, nel dubbio, stima. Visto che, prima o poi, ce prenderai 'na cifra de stecche per questa storia!"
Ci furono applausi e risate dalla comitiva degli splendidi — e sguardi che univano scherno, compatimento, e divertita ammirazione in un misto che mi fece salire il sangue alla testa. E così, era successo: nonostante i miei sforzi, la mia cotta per Viola era diventata di dominio pubblico, e le prime persone che erano venute a saperlo erano quelle che avrei preferito rimanessero all'oscuro.
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Scendi, sto qua sotto!
Teen Fiction⭐VINCITRICE WATTYS 2021⭐ Leo ha sedici anni, un migliore amico che deve spesso impegnarsi a tirar su di morale e una vita tranquilla passata tra i film, la musica, il tavolo di Dungeons & Dragons e le birre al pub sotto casa. Questo, naturalmente, f...