What if I did?

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Non era stata per niente una sorpresa ritrovare Bryan fuori da casa sua quella mattina.
Dopotutto più volte lo aveva avvertito di stare attento, di dosare i suoi gesti e le sue attenzioni nei confronti di Rose.
Lo aveva messo alle strette chiedendogli più volte che genere d'interesse provasse per lei e aveva sempre negato spudoratamente, soprattutto a se stesso.
Ora non avrebbe più potuto contestare il suo coinvolgimento; quella nottata passata con lei aveva di sicuro reso più evidente quando ne fosse attratto e quanto ne fosse geloso.
Non gli era però ancora chiaro quanto fosse coinvolto Bryan.
Era solamente preoccupato che le cose potessero ripetersi, che facesse soffrire Rose come aveva fatto soffrire sua sorella, oppure c'era dell'altro?

«Un caffè?» chiese Ryan dalla piccola cucina.

L'amico accennò un sì con il capo, per poi sistemarsi sul divano del soggiorno.

«Allora, hai qualcosa da raccontare?» si spazientì Bryan dopo che l'amico lo raggiunse con il caffè.

«Cosa vuoi sapere di così importante di domenica mattina?»

«Ci sei andato a letto?» chiese senza tanti fronzoli.

Ryan appoggiò la tazzina sul tavolo, allungando poi il braccio lungo l'estremità dello schienale del divano.

«E se anche fosse?»

«Sul serio? Perché non ascolti mai nessuno se non i tuoi istinti» sibilò, sospirando poi pesantemente. «Cosa pensi di fare ora che hai raggiunto il tuo scopo? Non pensi a quella ragazza?»

Ryan osservò secondo dopo secondo la reazione dell'amico, le sue mani strette a pugno, il suo viso contrariato, la sua tesa muscolatura; e pensò che non ci fossero dubbi, l'amico era visibilmente arrabbiato al solo pensiero che avesse fatto sesso con Rose.

«Sei arrabbiato perché non ti ho dato retta, oppure perché sono stato con lei?» chiese, sempre più disturbato dalla sua ambiguità.

«Lo conosco questo tuo modo di sviare dal problema. Qui non si parla di me, ma di quello che stai facendo tu» precisò il biondino.
«Maledizione, Ryan! Ti stai comportando esattamente come ti sei comportato con Alice!»aggiunse alzandosi e dandogli le spalle, furioso.

«Ci eravamo promessi di non farne più parola... A quanto pare è una cosa che non riesci proprio a dimenticare» mormorò Ryan, perdendo di colpo il sorriso.

«Come pensi possa dimenticarlo. Alice è mia sorella, e l'hai fatta soffrire così tanto» constatò Bryan, con tono più basso.

Ryan rimase con gli occhi fissi sulla tazzina di fronte a sé. «Come sta, come se la passa nella nuova scuola?»

«Sta cercando di ricrearsi la sua vita... Mi chiede ancora come stai. Pensa che stupida, in tutto ciò ancora si preoccupa per te» disse con una smorfia nervosa.

«Sai quanto mi dispiace di non essere riuscito a protegger—»

«Non era compito tuo. Avrei dovuto fermarti fin dall'inizio, dal primo momento in cui vi ho visto insieme... avrei dovuto allontanarla da te fin dal principio» confessò l'amico con rammarico.

«Non ho mai voluto farla soffrire, lo sai.
Non stavo giocando» mormorò, soprappensiero.

Alice era la prima ragazza per cui aveva provato qualcosa di vero, non era stata un passatempo come le ragazze prima e dopo di lei.
Ma allora era ingenuo, non aveva considerato che potesse essere presa di mira per gelosia e invidia.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora