Salt in the wound

151 21 85
                                    

Successe tutto così in fretta, come se qualcuno avesse tenuto premuto il pulsante Avanti per accelerare la scena.

Ryan si scagliò come una furia su Bryan che incasso i colpi senza difese, preso alla sprovvista.
Si riprese dopo l'ennesimo pugno andato a segno e colpì violentemente Ryan in pieno volto, sorridendo beffardamente non appena lo vide indietreggiare di qualche passo.

Rose rimase per qualche istante in disparte, sconvolta dalla furia ingiustificata di entrambi.
Li esortò ripetutamente a smettere, e quando comprese che le parole non avrebbero sortito nessun effetto, cercò di separarli frapponendosi tra loro.

«Se volete continuare dovrete colpire per forza anche me» li minacciò scrutando prima l'uno e poi l'altro.

Entrambi non proferirono parola, ma non fecero nemmeno ulteriori passi avanti, limitandosi a fulminarsi con lo sguardo a debita distanza.

«Sei un vero bastardo, Bryan!» ringhiò con un'espressione disgustata sul volto.

«Direi che non hai apprezzato lo spettacolo» lo canzonò lui, sprezzante, ma con il volto e il tono piatti, quasi senza emozioni.

Ryan fece un passo in avanti scontrandosi nuovamente con le resistenze di Rose, immobile tra loro.
«Vieni qui e ripetilo, se te la senti» sibilò Ryan contraendo ogni muscolo visibile.

«Bryan, per favore smettila» lo esortò Rose guardandolo di sbieco.

«Perché dovrei farlo? Perché adesso te la fai con lui?» ribatté accigliato, ricambiando lo sguardo della ragazza e ignorando palesemente le minacce dell'amico.

«Perché cazzo ti comporti così?» chiese Ryan con un misto di rabbia e sorpresa nella voce.

«Davvero lo stai chiedendo perché non lo sai?» replicò Bryan con un finto sorriso. «Me la stavate facendo sotto il naso!»

«Dovrei credere che hai fatto tutto quello che hai fatto solo per il tuo orgoglio ferito? Non dire fesserie.»

«Puoi immaginare di che si tratta... probabilmente proviamo solo le stesse cose» continuò posando lo sguardo su Rose.

La ragazza abbassò lo sguardo circondandosi il corpo con le braccia. «Mi dispiace di aver causato tutto questo» disse amareggiata, respirando lentamente per cercare di contenere le lacrime.

Quello era l'incubo che tanto aveva temuto e il motivo per cui aveva voluto tacere l'inizio della sua relazione con Ryan.
Quelle parole dure, quelle minacce, quelle risse erano i sintomi di un malessere che lei non aveva fatto altro che aggravare.
Quella loro amicizia che aveva tanto ammirato e invidiato all'inizio rischiava di affondare perché lei si era messa in mezzo.

Non sarebbe mai davvero riuscita a non sentirsi colpevole.

Bryan fece un passo avanti col solo desiderio di abbracciarla forte, ma frenò subito quel suo istinto non appena vide l'amico attirarla a sé con estrema naturalezza, quasi fosse per lui ormai un'abitudine consolidata.
Osservò quella scena inerme e senza speranza, sentendo quella fitta nel petto farsi sempre più pressante e invadente.

Sapeva che non avrebbe dovuto, sapeva di non essere quel genere di persona, ma non aveva mai provato quel genere di emozioni per una ragazza, il genere che ti fa fare cose stupide e incontrollate.
Anche in quel caso la rabbia, il risentimento e il dolore presero il sopravvento su quella sua parte razionale che ormai stentava a ritrovare in sé stesso.
E lo sguardo e il sorriso di sfida di Ryan fecero il resto.

«Vuoi sapere un'altra cosa... è stato un bacio fantastico, così profondo e passionale. Lo rifarei senza pensarci due volte» disse Bryan, celando la sconfitta e la frustrazione dietro quell'indifferenza e quella provocazione.
Era ferito anche lui, ma Rose non sembrava accorgersene, e di sicuro non sarebbe corsa da lui per abbracciarlo.

Il tempo di elaborare il messaggio ricevuto e Ryan gli fu di nuovo addosso, ancora più furioso e fuori controllo.

«Non provare mai più a toccarla!» tuonò Ryan colpendolo nuovamente con un destro.

«Perché, altrimenti? È tutto qui quello che sai fare» lo provocò, colpendolo a sua volta.

Schiavi di quelle loro incontrollabili emozioni, non si accorsero della nuova intromissione di Rose che si era subito lanciata su di loro nel vano tentativo di separarli una seconda volta.

I loro corpi si congelarono all'instante non appena compresero di averla colpita.
Ryan si precipitò verso di lei ritrovandola seduta sull'erba con la mano adagiata sullo zigomo sinistro.

«Rose, stai bene? Fa vedere...»

«Sto bene» replicò lei, respingendo la sua mano e rimettendosi in piedi.

«Volete darvele di santa ragione? Ok, fate pure, distruggete pure tutto! Fatelo però da soli, io non voglio assistere» sbottò, dandogli poi le spalle per andarsene.

«Rose, aspetta» la esortò Ryan sfregandosi nervosamente una mano sulla nuca. «Sul serio? Dopo quello che ho visto hai anche il coraggio di andartene?»

Infastidito dalla sua indifferenza si lasciò andare a furiose imprecazioni non appena scomparve dalla sua vista.

«Sai che non è colpa sua, vero?» suggerì Bryan in direzione dell'amico.

«Per favore Bryan, sta zitto! Solo sentire la tua voce mi fa salire il sangue alla testa» tuonò, passandosi una mano sul viso.
«Per il momento evita proprio di farti vedere da me e soprattutto tieniti alla larga da Rose.»

«Non sei di certo tu che decidi cosa posso o non posso fare» ribatté Bryan, seccato.

«Decido cosa puoi o non puoi fare con Rose» lo sfidò.
«Te lo ribadisco perché forse non ti è chiaro... Rose è la mia ragazza.»

Bryan sentì quelle parole attraversargli il petto come una freccia, tracciando quella linea che aveva temuto fin dall'inizio.
L'amico lo conosceva fin troppo bene; sapeva che non avrebbe mai rubato la ragazza di un amico, ed era proprio quella consapevolezza a renderlo così sicuro e spavaldo nonostante il bacio a cui aveva appena assistito.

«Spero che non commetterai gli stessi errori del passato» sibilò Bryan, deciso a ricambiare con la stessa medicina.

Contemplò un istante il volto dell'amico, ora non più sorridente e sprezzante, e se ne andò senza indugiare oltre, compiaciuto di essere perlomeno riuscito a colpirlo allo stesso modo.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora