The letter

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Mi dispiace Ryan.
Sono una vigliacca della peggior specie.
Non ho il coraggio di lasciarti guardandoti dritto negli occhi, non ho il coraggio di parlarti faccia a faccia di questo trasferimento che inevitabilmente ci dividerà.
Scusami, non sono riuscita ad affrontarti, non sono abbastanza forte per dirti addio.
So che un tuo sguardo mi avrebbe distrutto, le tue proteste mi avrebbero fatto esitare, le tue parole mi avrebbero fatto cambiare idea.
Non è stata una mia scelta, ma sarei un'ipocrita se ti dicessi che in fondo non mi ha reso euforica la possibilità di azzerare la mia vita passata e ricominciare da capo.
È stata però una mia scelta quella di non dirvi nulla; volevo che ci vivessimo gli ultimi istanti insieme, senza drammi.

Siete stati la cosa migliore che mi sia mai capitata, e tu il bonus che non mi sarei mai aspettata.
Non avrei mai pensato di vivere tutto ciò che ho vissuto con te in questo poco tempo passato assieme, come non avrei mai pensato di poter amare così tanto qualcuno.
Puoi odiarmi se vuoi, ne hai tutto il diritto.
Non voglio giustificarmi: sono un'egoista, vi ho lasciato senza dire nulla e senza la possibilità di contattarmi.
Lo so, ma non mi sono sentita di fare altro.
Ho avuto l'opportunità di lasciarmi le cose alle spalle, e ho deciso di coglierla.
Non tornerò, voglio chiudere con il passato, anche se questo significa sacrificare anche il nostro rapporto.
Non sono abbastanza forte per tenere socchiusa una porta, mentre tento di andare avanti.

Mi hai reso una persona migliore, mentre io sono solo riuscita a complicarti la vita.
Non perdonarmi.
Rose

Ryan aveva letto e riletto quelle parole almeno una dozzina di volte.

La sua concentrazione sembrava venir meno ogni qual volta ritrovava una sbavatura, e la sua rabbia si disperdeva di fronte alla consapevolezza che Rose non fosse riuscita a contenere le lacrime per tutto il tempo.

Si sentì come una tavolozza di colori: dentro di lui ogni emozione si mescolava con un'altra, rendendogli difficile capire che cosa provasse.
Il dolore era quel colore che compariva in ogni altro, che primeggiava sugli altri e si distingueva chiaramente.
Era la fitta al petto, le lacrime che gli annebbiavano la vista, la mancanza di energie.

Lasciò andare la lettera che ricadde sul pavimento con la leggerezza di una piuma e si abbandonò nuovamente su quelle lenzuola che ancora portavano il loro profumo.

Immerso in quel mix di vaniglia e spezie, rimase apatico, gli occhi chiusi a contenere orgogliosamente quella sofferenza.
Se n'era andata definitivamente, e aveva messo nero su bianco il fatto che non volesse essere cercata e che non sarebbe mai tornata.
Quello, più di tutto, era per lui un netto pugno allo stomaco, una certezza che avrebbe inevitabilmente gettato le basi per il suo rancore.

Allungò la mano per afferrare la lettera e l'accartocciò con rabbia, lanciandola violentemente contro la porta.

Uscì dalla stanza con il borsone della piscina tra le mani e senza fermarsi ad avvertire gli amici, lasciò quella casa ancora intrisa dei loro ultimi ricordi.

▫️▫️▫️

Bryan entrò nell'edificio ritrovando l'amico che percorreva avanti e indietro la vasca della piscina.
A ogni pausa il suo respiro si faceva sempre più accelerato e la sua espressione sempre più sofferente.

«Direi che per oggi può bastare» gli disse.

Ryan si volse verso di lui privo di qualsiasi espressione.
«Non fingere di essere preoccupato per me.
Ti stai solo godendo lo spettacolo adesso che mi ha lasciato.»

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora