Extremely guilty

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Era stato sul punto di affrontare Ryan apertamente ed estorcergli la verità in un modo o nell'altro; aveva bisogno di mettere un punto a quelle supposizioni che continuavano a incasinargli il cervello.

Poi però la chiamata di Rose aveva allentato ogni suo proposito, spiazzandolo con quella sua insistente richiesta di raggiungerla al parco vicino a casa.

Aveva cercato di convincerla a parlare in quel momento, ma lei era stata irremovibile sostenendo che era una cosa importante e che avrebbe preferito parlarne di persona.

E lui non aveva protestato oltre: l'idea di passare del tempo solo con lei non gli dispiaceva affatto, e in fondo aveva intuito di cosa gli dovesse parlare e non vedeva l'ora di togliersi ogni dubbio.

Quando raggiunse il parco e la scrutò da lontano, nonostante fosse pervaso da dubbi e da quel risentimento ancora abbozzato, non riuscì a non pensare a quanto stesse diventando attraente.

Non avrebbe mai pensato di vedere quel fiore sbocciare in così poco tempo e rimpiangere così prepotentemente di non averlo colto per tempo, prima che lo facesse qualcun altro.

Mentre camminava verso di lei si perse a osservare ogni sua forma: quelle gambe snelle fasciate dai jeans aderenti di colore nero e quella maglietta leggera che ricalcava le sue forme alla perfezione e accoglieva quei suoi folti capelli castani.

Sentì un nodo alla gola al pensiero che non avrebbe mai potuto toccarla come avrebbe davvero voluto, come forse era già stato concesso a Ryan.

«Mi spiace di averti fatto venire fin qui» gli disse, a disagio.

«Non ti preoccupare, avevo gli allenamenti quindi ero già in giro.»

«Sì, giusto, gli allenamenti...»

«Perché hai voluto vedermi?» domandò subito, appoggiando la borsa a terra.

«Credo di dover essere diretta come te...» borbottò a sé stessa, mentre si tormentava le mani.
«Sei davvero una persona fantastica e sei importante per me, ma non riesco a vederti come qualcosa di più di un caro amico.»

Il suono del profondo respiro di Bryan risuonò tutt'intorno.
«Non posso dire di essere sorpreso... Forse sono solo partito in ritardo. Quando mi sono deciso, probabilmente era già troppo tardi, vero?» suggerì puntando gli occhi su di lei.

«Mi dispiace, non volevo ferirti» biascicò Rose.

Lui le si avvicinò e le accarezzò il viso con la mano.
«In questo caso non credi sarebbe stato più giusto dirmelo prima di farti la tua storia con Ryan?» mormorò incrociando all'istante gli occhi sorpresi di Rose.

Il ragazzo riportò la mano al proprio posto e si allontanò dandole le spalle.
«Vi ho visti uscire insieme dallo stanzino della palestra, e questa tua espressione colpevole ha appena confermato quello che già sospettavo.»

«No, Bryan... non è come pensi—»

«Non è come penso?» ripeté con tono beffardo interrompendo sul nascere le sue scuse.

Ritornò a guardarla esibendo chiaramente la sua delusione.
«Sapevo che non potevo aspettarmi nulla, che poteva essere una possibilità, ma credevo che almeno avreste avuto la decenza di dirmelo prima di fare i vostri comodi.»

«Avevo paura di ferirti... Non volevo compromettere la nostra amicizia e il tuo rapporto con Ryan» confessò con gli occhi lucidi.

«E pensavi che fare le cose alle mie spalle sarebbe stata la soluzione?» sibilò, stizzito.
«So che non posso recriminarti nulla e sei libera di fare quello che vuoi, ma voglio sapere fino a che punto mi avete prese in giro...»

Fece una pausa per rimuginare ancora una volta su quello che stava per chiedere. Non era così sicuro di volerlo sapere tuttavia...

«Ci sei già andata a letto?»

«No», biascicò, intimorita da quel suo sguardo indagatore e imbarazzata da quella domanda così intima.

Quella domanda la catapultò per un istante nel passato, a quel giorno in cui Bryan aveva insinuato la stessa cosa; il giorno in cui le aveva confessato di provare qualcosa per lei, e il giorno in cui si erano quasi scambiati quel bacio.

Non era stata con Ryan, ma si sentì comunque estremamente colpevole.

Qualche giorno prima, quando Ryan aveva reso evidente il suo desiderio di andare oltre al semplice bacio, per poco non lo aveva lasciato fare.
Lo aveva fermato facendogli credere di non essere ancora pronta, di non volerlo ancora, quando in verità ogni fibra del suo corpo lo avrebbe accolto senza la minima paura.
Non aveva passato la notte a casa sua proprio per frenare quella necessità di concedersi completamente, per evitare che il desiderio e l'amore per lui annebbiassero la sua razionalità.

E gli aveva mentito sapendo che se avesse nominato Bryan, se avesse confessato di voler aspettare di sistemare le cose per non rischiare di perdere la sua amicizia, Ryan avrebbe frainteso.
Avrebbe potuto ferirlo, farlo dubitare nuovamente di lei e del suo migliore amico; ora conosceva meglio le sue fragilità e le sue paure, ed essere messo da parte era di sicuro una di quelle.

Rose alzò all'improvviso il viso, sconcertata di ritrovare Bryan così vicino.

«Però lo hai baciato» insinuò con quel tono profondo che poco celava la sua sofferenza e la sua rabbia.

Lo vide chiudere gli occhi all'inizio di quel suo respiro profondo e riaprirli subito dopo, rivolgendole uno sguardo più intenso e sprezzante.

Quando intuì le intenzioni di Bryan fu già troppo tardi; le sue mani avvolsero con forza il suo viso e le sue labbra assalirono le sue incatenandola in quel contatto amaro che sapeva di necessità, di delusione, di passione.

La sua lingua cercò d'insinuarsi nella sua bocca nella disperata ricerca di approfondire quella loro unione forzata, mentre la sua mano si spostò sulla sua nuca stringendo possessivamente i suoi capelli.

Rose provò ad allontanarlo a più riprese spingendo violentemente le mani sul suo petto, e quando le fu chiaro che non lo avrebbe spostato di un millimetro, gli morse le labbra nella speranza che almeno il dolore sarebbe riuscito a destabilizzarlo.

Bryan fece un passo indietro con una smorfia di dolore sul volto e la guardò con quei suoi soliti occhi gentili e decisi, ora velati dalla colpa.

«Scusami» disse alla fine, passandosi la lingua sul labbro ferito.

Con la mano fissa sulla sua bocca violata, lo sguardo sconcertato e arrabbiato di Rose si fece impaurito, mortificato e spento non appena riconobbe la figura alle spalle di Bryan.

E una morsa allo stomaco le tolse l'aria non appena incrociò quei suoi occhi così diversi.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora