The stranger

186 19 82
                                    

Era dovuta uscire di casa.
Nella sua mente continuavano a sbucare tracce e immagini di quegli orribili giorni trascorsi.
Ed era stata fin da subito un'ottima idea per tranquillizzarsi e distrarsi; il parco del suo quartiere riusciva sempre a distenderle i pensieri e i caldi raggi del sole contribuivano a migliorarle l'umore.
Concentrata nella lettura all'ombra di un grosso albero Rose avvertì all'improvviso qualcosa di liscio e umido sulla guancia.
Il suo viso si distese subito in un largo sorriso alla vista di quella dolce palla di pelo che continuava ad aggredirla affettuosamente.

«Ehi, Jazz! Fermo!» esclamò un ragazzo poco distante. «Scusami tanto, quando inizia a correre non lo ferma più nessuno.»

Rose alzò il viso ritrovandosi di fronte un ragazzo piuttosto alto, probabilmente della sua età o poco più grande.

«Non ti preoccupare» si affrettò a rassicurarlo.
«Piacere di conoscerti, Jazz» disse rivolgendosi al cucciolo, mentre gli stropicciava affettuosamente le orecchie.

Il cucciolo continuò a farsi coccolare, incurante dei richiami e dei tentativi del padrone di allontanarlo.

«Sembra che tu gli piaccia molto» constatò il ragazzo allentando la presa su di lui.

«La cosa è reciproca» ammise lei, sorridendo.

Adorava gli animali, specie i cani, con i quali si perdeva spesso e volentieri a giocare.
Nel parco succedevano spesso incontri di quel tipo, e lei ne rimaneva sempre entusiasta.
Non aveva modo di tenerne uno per via dell'allergia di sua madre, ecco perché non perdeva mai occasione per ammirare quelli altrui.
Si distolse da quelle effusioni quando, rossa in viso, si ricordò di non essere sola.
Le capitava spesso in quelle situazioni: come rinchiusa in una bolla si dimenticava completamente delle persone intorno, rischiando spesso di sembrare maleducata, oltre che strana.

Rose fece per alzarsi, ma il ragazzo le fece segno di non preoccuparsi e si sedette sull'erba di fronte a lei, continuando a contenere l'esuberante cucciolo.

«È proprio un bellissimo cane» constatò lei, continuando ad accarezzarlo.

«È un pastore australiano» spiegò indirizzandole un sorriso.

Rose fece lo stesso, per poi ritornare a concentrarsi sul cucciolo multicolore di fronte a sé.

«Mi dispiace averti disturbata.»

«Nessun disturbo, mi piacciono molto i cani.»

«Sì, l'ho notato» mormorò, osservando divertito la scena di fronte a sé.
«Hai visto Jazz, hai fatto colpo! Non le scegli però a caso, vai per le più carine.»

Le guance di Rose si accesero in un istante; non si sarebbe mai abituata a ricevere complimenti.

«Se non sono troppo invadente, cosa stavi leggendo?» chiese nel tentativo di stemperare l'evidente disagio della ragazza.

«No, figurati, è Anna Karenina di Lev Tolstoj» replicò, recuperando il libro per mostrargli la copertina.

«Sei appassionata di classici?» chiese, incuriosito.

«Sì, direi di sì.»

«Fantastico, anche io! Di recente mi è capitato di rileggere il Grande Gatsby, lo hai mai letto?»

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora