Never again

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Era lì in mezzo a loro, ma con la mente da tutt'altra parte e gli occhi fissi sulla sua figura a pochi passi da lui, così minuta tra gli amici, come Pollicino in mezzo ai giganti.
La scrutò da capo a piedi scoprendosi giorno dopo giorno sempre più sorpreso di quel suo cambiamento estetico: una camicetta rosa cipria, leggermente sbottonata sul davanti, si inseriva nel pantalone nero aderente che le risaltava le gambe slanciate.

Aggrottò la fronte turbato dalla consapevolezza di averla avuta mezza nuda nel proprio letto per tutta la notte e non aver colto quell'occasione.
Si diede del patetico per quel genere di considerazioni che non aveva mai davvero dovuto fare nell'arco della sua breve ma intensa vita.
Quando rialzò lo sguardo verso gli amici intercettò il sorriso beffardo di Christopher, evidentemente consapevole della direzione del suo sguardo.

«Ehi Ryan, ce l'hai ancora con me per ieri?» gli chiese affiancandolo.

«Di che parli? Io non ce l'ho con nessuno.»

«Avanti, a chi vuoi darla a bere. Senti, sono consapevole di aver fatto una cazzata a portare Rose con me, ma tu sai quanto testarda possa essere» tentò di giustificarsi.

«Anche ammesso che sia così, non avresti dovuto lasciarla con tuo fratello. Lo conosci meglio di chiunque altro» precisò Ryan.

«Ed è quello che ho fatto per tutto il giorno! Sono andato al bagno per un secondo» brontolò, scocciato.
«Non sono riuscito a chiedere a Rose, e Matt non ha specificato... cosa hai visto ieri sera?»

«Era brilla e in braccio a tuo fratello, un'accoppiata poco rassicurante» rispose Ryan lanciandogli una veloce occhiata.
«Il punto è che quando l'ho portata via mi è praticamente svenuta addosso. Aveva decisamente bevuto troppo e lui avrebbe potuto approfittarsene.»

«Adesso stai esagerando. Matt sarà pure un bastardo egocentrico, ma non credo sarebbe in grado di approfittarsi di una ragazza semicosciente» obiettò Christopher, indispettito.

«Non ne ho idea, è tuo fratello.»

In verità Ryan non aveva smesso un secondo di pensare a cosa le sarebbe potuto accadere.
Quella semicoscienza non aveva frenato i suoi pensieri e il desiderio di saltarle addosso, e il suo autocontrollo quella notte era stato sul punto di cedere in più di un'occasione.
Era riuscito a pensare lucidamente perché era stato completamente sobrio e perché teneva a lei, ma dubitava fortemente che un tipo qualunque si sarebbe fatto tutti quei problemi alla vista del suo corpo mezzo nudo.
Specie quando la ragazza in questione sembrava non essere consapevole delle proprie provocazioni.
Decise tuttavia di tenere quelle considerazioni per sé e di non farne parola con l'amico; a suo avviso era già abbastanza provato e amareggiato per via di Matt e gettare altra benzina sul fuoco sarebbe stato solo controproducente, oltre che crudele.

«Okay, chiudiamola qui» concluse Ryan, rivolgendosi più alla propria mente che all'amico.

«Sono d'accordo. Rose sta bene ed è questo l'importante.»

«Ho visto che prima hai avuto ben modo di accertartene» brontolò Ryan sbirciando nella sua direzione.

Aveva cercato di non pensarci, ma pur impegnandosi non era riuscito a frenare quella punta di fastidio nel vedere la mano di Rose stretta a quella dell'amico.

«Ah, certo! Io e Rose siamo diventati così complici. Non hai idea di quante nuove esperienze abbiamo fatto in questi giorni» lo stuzzicò Christopher, consapevole della sua gelosia.

Ryan rimase in silenzio in attesa che il ragazzo continuasse, e ben cauto nel mostrare più di quanto avesse già fatto.

«Curioso?» lo canzonò Christopher.

«Non abboccherò al tuo amo» dichiarò, beffardo. «Anche perché sono sicuro che non potresti mai competere con le nostre prime esperienze» mormorò alla fine, accelerando poi il passo per raggiungere gli altri.

«Eh? Come? Ehi Ryan, dai racconta!» gridò l'amico inseguendolo.

«Che cosa devi raccontare?» chiese Bryan, incuriosito.

Ryan lanciò una veloce occhiata all'amico, per poi indugiare più del dovuto sul viso di Rose.
«Nulla di così interessante» rispose distrattamente.

La tensione nei lineamenti della ragazza ben esponeva la sua preoccupazione e la sua sorpresa, e sembrava incitarlo a tenere la bocca chiusa sulla notte appena trascorsa.
Non lo avrebbe fatto in ogni caso: era fin troppo geloso di quel momento tra loro e di quella Rose di cui era stato il solo spettatore.
Di certo non l'avrebbe condiviso facilmente, ma questo lei non poteva saperlo.
Come d'altronde non sapeva quanto poco fosse in verità segreto, Bryan sapeva anche più del dovuto.
Era palese che l'amico fosse teso e che la scoperta fatta quella stessa mattina non fosse ancora stata digerita.
Lo vedeva nel suo modo di parlargli e nel modo in cui scrutava Rose, alla ricerca di qualche indizio che confermasse o negasse la loro notte insieme.
L'intera cosa era per lui estremamente divertente.

▫️▫️▫️

Avevano deciso di passare il pomeriggio al cinema. Rose era emozionata come una bambina, non essendoci mai stata in compagnia di un gruppo di amici.

Lei e Bryan si misero in fila per prendere bibite e popcorn, mentre gli altri recuperarono i biglietti ed entrarono nella sala.
«Dormito poco?» gli chiese volgendo lo sguardo verso di lei.

«Si nota così tanto?»

«Il fatto che ti trascini in giro? No, non ti preoccupare. Sono solo piuttosto preparato sull'argomento» le disse, accennando un sorriso.

Avrebbe voluto andare dritto al punto come faceva sempre, chiederle se avesse perso ore di sonno per via di Ryan, se avesse interpretato la scena di quella mattina nel modo giusto.
Stette per farlo, ma poi qualcosa frenò quella sua curiosità.

«Ci si pente tutte le volte? Credo che non berrò mai più» dichiarò Rose mentre si massaggiava una tempia.

«È una cosa che si dice spesso il giorno dopo, ma a quanto ne so poche volte viene presa seriamente» rispose, ridacchiando.

«Io sono piuttosto seria. Perché dovrei voler ripetere l'esperienza? Mi sento uno straccio.»

«Hai semplicemente esagerato. Saresti dovuta rimanere a casa a riposare» la rimproverò.

«Lo so, ma non me la sono sentita di rifiutare.
Quando avete proposto di andare tutti insieme al cinema... mi sono sentita così felice» confessò abbassando lo sguardo per l'imbarazzo.

Mentre l'osservava Bryan comprese perché non le avesse chiesto nulla della sua nottata con l'amico.
Non ci teneva poi molto a saperlo, voleva continuare a pensarla come la ragazza innocente e spontanea che si imbarazzava per un nonnulla e che sorrideva con il cuore, come in quel momento.

«Allora hai fatto bene» mormorò spostandole la ciocca di capelli che le copriva il viso.

Lei alzò lo sguardo sorpresa di quel suo gesto, per poi accennare un timido e impacciato sorriso.
Il ragazzo ebbe l'ennesima opportunità di placare i suoi dubbi, ma per la seconda volta decise di non farlo e di lasciarla libera di viversi quel pomeriggio con gli amici come aveva sempre immaginato.
Si avvicinarono al bancone per prendere i popcorn e le bibite come da programma e poi raggiunsero la sala.

L'occasione per chiedere era sfumata, tuttavia era giunto alla conclusione più importante: saperlo non avrebbe cambiato le cose, non avrebbe cambiato il suo modo di guardarla.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora