The Talking Cricket

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Era passata quasi una settimana da quell'assurda confessione di Bryan.
Ancora stentava a credere che la sua vita fosse stata stravolta in quel modo.

Si sentiva parte di un film, di uno dei suoi più vividi e fantasiosi sogni.
Nel giro di qualche giorno si era ubriacata per la prima volta, aveva dormito con un ragazzo e aveva ricevuto la prima dichiarazione della sua vita.

Se davvero poteva definirsi una dichiarazione.

Le sue insicurezze continuavano a farle dubitare della veridicità di quelle situazioni; lei era quella che era, e Bryan invece era un dio greco, il ragazzo da copertina bello e misterioso.
Era addirittura più perfetto di suo fratello Kyle, solo più gentile, più alla mano, più biondo.

E poi c'era la questione del quasi bacio.

Avvampò quando in automatico la sua mente le ripresentò quel preciso istante: le sue braccia intorno ai suoi fianchi, la sua mano sulla sua guancia e quel respiro che li separava.
Se Bryan non avesse fatto quel passo indietro, si sarebbe davvero lasciata baciare?

Se già il comportamento di Ryan e i suoi sentimenti per lui l'avevano resa instabile ed estremamente confusa, l'aggiunta di Bryan aveva scosso quelle poche certezze che le rimanevano.

La fortuna in tutto quel caos era l'influenza che le aveva permesso di evitare entrambi senza dare troppe spiegazioni e riposare la mente prima dell'inevitabile confronto.

Per il momento era riuscita a temporeggiare, neutralizzando sul nascere qualsiasi loro iniziativa di passare a trovarla, ma sapeva bene che la scusa dell'influenza non avrebbe retto a lungo.

Ancora alle prese con gli ultimi sintomi influenzali, sentì la vibrazione del telefono da sotto le coperte e si convinse a recuperare l'aggeggio con la mano.
Mezza assonnata per la pastiglia antinfluenzale, Rose non fece caso al nome sullo schermo, rispose sicura si trattasse della madre che la chiamava almeno dieci volte al giorno.

«Sono viva come venti minuti fa» brontolò.

«Mi fa piacere saperlo. Ci stavamo tutti preoccupando, non rispondi mai alle chiamate!» replicò Christopher dall'altro capo del telefono.

Rose uscì di scatto dalle coperte e scrutò sconcertata lo schermo del telefono.

«Pronto? Ci sei ancora?»

«Sì, scusa» disse riportatasi il telefono all'orecchio.

«Come stai oggi?» le chiese.

«Ancora non sono guarita. Credo che non ritornerò prima di lunedì» rispose, trattenendo per sé il sollievo che questo le provocava.

«Ancora non capisco cosa ci facevi sotto la pioggia» constatò, perplesso.

Rose esitò per un istante, indecisa se confidare a Christopher l'inaspettata situazione in cui si era ritrovata.

«Ve l'ho detto, ho semplicemente dimenticato l'ombrello. Non mi andava di aspettare, così ho corso fino a casa» replicò, decisa a raccontare almeno una parte della storia.

«Sì, questo l'hai già detto...»

L'improvviso silenzio all'altro capo del telefono mise in allarme la ragazza, facendole temere un secondo attacco di domande dell'amico.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora