Bad blood

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Controvoglia e ancora pervaso da istinti omicidi si diresse alla porta della stanza di suo fratello, sotto richiesta della madre.

«Ehi, pensi di scendere a pranzare o dormire tutto il giorno» brontolò Christopher bussando insistentemente alla porta.

Quella stessa porta si aprì pochi istanti dopo lasciando intravedere nel buio il volto infastidito di Matt.

«Hai finito di sbattere questa maledetta porta di prima mattina.»

«Speravo di poter continuare fino al pomeriggio, ma visto che hai deciso di alzarti... Muoviti! Ti hanno preparato il pranzo» ribatté Christopher, scocciato.

«Non mi dire che te la sei presa per quello che è successo ieri. Come vedi sono io che porto i segni» precisò indicando i lividi sul proprio volto.

Il ragazzo accennò un sorriso di scherno, compiaciuto del lavoro svolto da Ryan e quasi pentito di averlo fermato sul più bello.

«Sei un bastardo, te lo sei solo meritato. Anzi ringrazia di averle prese solo da lui.»

Fece per andarsene, ma poi ritornò a guardare Matt. «Volevo chiederlo direttamente a Ryan, ma visto che ci sono... Che cosa hai detto o fatto per scatenarlo in quel modo?»

«Vediamo... credo che in principio abbia assistito alle nostre effusioni» disse assumendo una finta espressione pensierosa.
«La mia richiesta di spassarmela con la ragazza deve aver fatto il resto. Dovresti smettere di frequentarlo fratellino, quello non ci sta con la testa.»

Il volto di Christopher si fece più serio mentre le sue mani si strinsero a pugno.
«Sei fortunato che ci siano mamma e papà di sotto altrimenti avrei fatto lo stesso.»

«Quando vuoi» lo provocò il fratello alzando i pugni e saltellando a imitare un pugile.

La voce femminile proveniente dal piano di sotto si presentò al momento opportuno, smorzando i toni sempre più accessi dei due fratelli.

«Sei sempre il solito idiota» tuonò Christopher voltandosi per andarsene.

«E tu il solito codardo. Vedi di non farti rubare la ragazza anche questa volta» lo schernì Matt mentre si dirigeva in bagno.

Christopher si bloccò sul primo gradino della scala, chiuse gli occhi sospirando pesantemente e quando fu chiaro che la rabbia non si sarebbe dissolta, scattò verso il fratello colpendolo in pieno viso.
Matt rimase alcuni istanti disorientato sul pavimento, toccandosi con la mano la ferita sulle labbra.

«Ora ti senti meglio?» chiese, beffardo.

«Ti riveli sempre per quello che sei, un bastardo egocentrico» sibilò con un'espressione disgustata sul volto.

«Tutto bene ragazzi? Ho sentito un tonfo» chiese la madre dal piano di sotto.

«Sì, tutto bene. Arriviamo» rispose Christopher mantenendo gli occhi sul fratello.

Il ragazzo scese poco dopo e Matt fece lo stesso dopo aver cercato inutilmente di rendersi presentabile.
Non rese note le dinamiche delle ferite, limitandosi ad accennare a una discussione un po' troppo accesa in un locale.
Anche in quel caso riuscì a sentirsi potente, col coltello dalla parte del manico; questo era il vero significato delle occhiate che di tanto in tanto lanciava al fratellino.
Sapeva che se ne avesse parlato lui e Ryan sarebbero stati messi all'angolo, preda di discussioni e paternali senza fine.
Matt non era però così altruista; il solo motivo per cui aveva deciso di tacere era il suo orgoglio misto al senso di superiorità che provava nel sapere di essere lui l'artefice della loro pace.
Vittima del suo totale egocentrismo fino alla fine.

...

Dopo quella rimpatriata familiare di circostanza, Christopher decise di non attendere oltre e accertarsi che Rose stesse bene.
La frustrazione della sera prima si era dissolta lasciando posto alla preoccupazione per l'amica di cui non aveva più saputo nulla.

"Mi dispiace davvero tanto per come sono andate le cose ieri. Hai tempo per vederci e parlare?", le scrisse.

Impaziente di ricevere la sua risposta, si perse a ripensare alla furia dell'amico.
Non lo aveva mai davvero visto così arrabbiato, se escludeva la triste vicenda di Alice.
Che avesse finalmente deciso di buttarsi di nuovo in una relazione? Se fosse stato così lo avrebbe senza dubbio appoggiato.
Comprendeva l'apprensione di Bryan nei suoi confronti; d'altronde quella vecchia storia aveva coinvolto una delle persone per lui più importanti, era comprensibile che avesse delle riserve in merito all'interesse di Ryan.
Tuttavia non gli era segreta nemmeno la sofferenza dell'amico.
Tutti quei suoi modi di fare e quelle sue provocazioni erano solo un modo per proteggersi ed evitare di essere coinvolto.
Era chiaro però che questa volta le cose fossero diverse, i suoi atteggiamenti verso Rose erano stati piuttosto espliciti.

La risposta della ragazza non si fece attendere molto; dopo averlo rassicurato lo informò dell'intenzione dei ragazzi di ritrovarsi nel pomeriggio.
Si affrettò quindi a controllare la chat di gruppo e confermare la sua presenza.

«Che fai, esci?» chiese Matt alle sue spalle.

«Non sono cose che ti riguardano.»

«Vengo con te. Ho proprio voglia di rivedere i tuoi cari amici» disse con entusiasmo, pregustando il caos che avrebbe portato la sua presenza.

Christopher alzò gli occhi per un secondo fulminandolo con lo sguardo. «Toglitelo dalla testa. Ma non hai proprio niente da fare?»

«Dovresti essere più contento di passare questi ultimi momenti con me. Domani ritorno a New York» brontolò Matt con finta disapprovazione.

«Aspetto con ansia quel momento» precisò il ragazzo. «Invece di andare in giro a creare casini, fai felice la mamma e passa un po' di tempo con lei.»

«Ma sentitelo fare l'adulto!» sghignazzò Matt, salendo al piano di sopra.

Soffocato alla sola idea di passare altro tempo sotto lo stesso tetto con lui, Christopher si convinse a uscire di casa in netto anticipo.
La fortuna poi aveva fatto il resto: Rose gli aveva chiesto di incontrarsi prima dell'orario prestabilito per poter parlare.
Non sapeva di cosa si trattasse, ma di certo sarebbe stata una compagnia migliore di un fratello concentrato a provocarlo.

«Salutami quello schianto di ragazza!» lo sentì gridare dopo che fu uscito.

«Vai al diavolo» rispose infastidito, percependo la sua risata attraverso la porta di casa.

Non riusciva davvero a comprendere quell'atteggiamento da idiota che aveva sempre.
Lo provocava, lo infastidiva, e non ne aveva alcun diritto: era stato lui a rovinare il loro rapporto, a tradirlo.
Eppure era come se si sentisse giustificato ad agire in quel modo, come se sentisse di aver ragione a prescindere da tutto.
Non negava di rimpiangere di tanto in tanto il loro rapporto di un tempo.
Erano stati molto uniti fin da bambini e così era stato anche nella prima adolescenza; avevano condiviso ogni più piccolo aspetto delle loro vite, confidandosi come solo due fratelli potevano fare.
Almeno finché Matt non aveva spinto fin troppo oltre quel concetto di condivisione.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora