I'm scared

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Era seduta sul pavimento di fianco a lui e nonostante si fosse cambiata i vestiti bagnati continuava a tremare e a trattenere le lacrime.
Non si era ancora lasciata andare, ma Ryan era sicuro che prima o poi l'avrebbe fatto; aveva solo bisogno di tempo per elaborare e raccogliere le emozioni.
O forse, alla fine, avrebbe trattenuto tutto dentro come era sempre riuscita a fare.

Deciso a darle il buon esempio, si lasciò andare a sua volta e la strinse tra le braccia come aveva desiderato fare fin dal principio.
Fino a quel momento si era imposto di lasciarle i suoi spazi e non forzarla, tuttavia il suo egoismo era prevalso ancora una volta.
Mentre continuava a stringerla rimase in attesa della sua reazione.
Nel migliore scenario possibile avrebbe colto quell'opportunità per sfogarsi, mentre in caso contrario, se si fosse opposta, se non altro avrebbe finalmente ottenuto dai lei una reazione.
Le accarezzò delicatamente i capelli castani ancora umidi; il suo esile corpo si irrigidì per la sorpresa, ma non si allontanò.
Le mani di Rose si aggrapparono alla sua maglietta e i suoi respiri si fecero meno regolari fino a divenire singhiozzi di pianto.

Era da tempo che non si prestava a una ragazza come spalla su cui piangere.
Non sapendo mai come comportarsi si era sempre tirato fuori sul nascere da quel tipo di situazioni: il genere femminile era per lui decisamente troppo esigente su perché, come e cosa fare.
Eppure ci era ricascato, era lì che si prendeva cura di quella ragazzina che conosceva sì e no da un paio di giorni.
La stringeva, le accarezzava i capelli, e più sentiva che lei rispondeva al suo contatto, che si raggomitolava sempre di più sul suo corpo, più sentiva di fare bene e di sbagliare allo stesso tempo.
Non era decisamente da lui, se i suoi amici lo avessero visto lo avrebbero preso in giro per l'eternità. Lui non coccolava le ragazze, le stuzzicava e le provocava, se le portava a letto, ma non si faceva coinvolgere in quel modo.
Non più.

Scorse dalla finestra la seconda battuta di pioggia e si convinse che sarebbe stato più saggio aspettare ancora un po'.
Rose era da poco riuscita a scaldarsi a contatto con il suo corpo e temeva che, posta nella medesima situazione, potesse ricordare le sensazioni di qualche ora prima.
Quando finalmente la ragazza smise di singhiozzare e alzò il viso dal suo petto, Ryan si perse a osservare quelle guance accaldate per l'imbarazzo, quel suo sguardo sfuggente e quelle labbra rosse e piene.
Se non si fosse imposto di fermarsi l'avrebbe baciata in quel momento senza pensare alle conseguenze, spinto semplicemente dai suoi impulsi e dalle provocazioni che senza volerlo quella ragazza gli rivolgeva.
Quella era per lui la verità: senza gli occhiali che le nascondevano il volto, Rose era un'altra persona.
Era dolce e provocante allo stesso tempo, e affascinante perché non sapeva di poterlo essere.

Ryan scattò in piedi prima che il suo corpo potesse tradire i suoi pensieri e rendere tutto troppo evidente.
Non era imbarazzato, altre mille volte si era ritrovato in situazioni simili, ma proprio perché aveva sempre fatto come più gli piaceva e non si era mai dovuto tirare indietro, non era sicuro di poter contare sul proprio autocontrollo.

«Vado a prenderti qualcosa di caldo» disse, uscendo frettolosamente dalla stanza.

Ritornò dopo pochi minuti con un tè caldo in una mano e una bibita fresca nell'altra.

In qualche modo doveva contenere quei suoi istinti, sapeva bene che genere di ragazza fosse Rose.
Se avesse fatto qualche passo in più verso di lei, le avrebbe fatto sperare in qualcosa che non esisteva, e lui non intratteneva più quel genere di relazioni. Ormai seguiva esclusivamente i suoi impulsi, senza coinvolgimenti emozionali.

Il tempo di finire il tè e sembrò essersi calmata del tutto; Ryan prese quindi la palla al balzo per indagare sull'accaduto.

«Ti va di raccontarmi che cos'è successo?» chiese con cautela.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora