Have you ever felt trapped?

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Il messaggio che Ryan le aveva mandato quel sabato mattina le era sembrato troppo poco chiaro, tuttavia aveva evitato di fare troppo la difficile riempiendolo di domande.
Era passata solo una settimana da quel bacio a cui aveva rovinosamente assistito, e ancora notava il suo sguardo cambiare quando incrociava Bryan.

Le cose continuavano ad andare sempre peggio tra loro: si evitavano di comune accordo e Bryan sembrava deciso a fare lo stesso con lei.
Era chiaro ormai come scomparisse appositamente quando si ritrovavano tutti assieme, e non lo biasimava per nulla dato l'atteggiamento che Ryan teneva in quelle occasioni.
Non faceva altro che esibire la loro relazione e la loro vicinanza abbracciandola e toccandola in modo plateale, e rendendo fin troppo evidente il bersaglio di quelle sue provocazioni.

Aveva provato a parlargli, a fargli capire che quello non era di certo il modo migliore per sistemare le cose con l'amico, ma ogni volta il discorso finiva per innervosirlo, e lei perdeva il coraggio di proseguire.

Come richiesto nel messaggio, nel pomeriggio Rose si fece trovare davanti al cinema.
Non sapeva cosa Ryan avesse in mente, ma in ogni caso si preparò per l'occasione: indossò un vestitino celeste a pois bianchi con le maniche lunghe e sneakers bianche ai piedi; i capelli erano lasciati sciolti e una parure composta da piccoli orecchini a cerchio e girocollo color oro completavano quel suo stile semplice ma accurato.

Ormai era abituata a quel genere di abbigliamento, giorno dopo giorno aveva cominciato ad apprezzare il proprio corpo; quando si guardava allo specchio ora era più soddisfatta di ciò che vi vedeva riflesso.
Era evidente poi che i consigli della madre avessero iniziato a dare i loro frutti.

Lo scrutò tra la folla subito dopo aver alzato gli occhi dallo schermo del telefono; non si accorse subito di lei e questo gli permise di ammirarlo senza essere notata.
Continuò a percorrere con lo sguardo ogni centimetro del suo corpo compiacendosi del suo stile sempre perfetto e curato, di quei jeans neri e di quella camicia a quadri che gli lasciava scoperti gli avambracci.

Quando finalmente se lo ritrovò davanti, lo vide avvicinarsi sicuro alla ricerca delle sue labbra.

«Ryan, ci sono così tante persone...» biascicò in imbarazzo, spingendo le mani sul suo petto nel tentativo di allontanarlo.

«E allora? Sto solo salutando la mia ragazza» replicò con un sorriso divertito.

Nell'instante in cui sentì le sue labbra pronunciare quella frase Rose accennò nuovamente quel timido sorriso che soleva accompagnare sempre quel suo appellativo;
si convinse ancora una volta che usasse in continuazione quelle parole solo per farla sorridere in quel modo.

Ryan approfittò subito di quel suo momento di défaillance per sfiorarle le labbra dolcemente.

«Non fare quella faccia, sono stato bravo.
Se ti avessi baciato come volevo fare io, ora sì che ci starebbero guardando tutti» constatò con un risolino mentre scrutava il volto imbronciato della ragazza.

«Perché mi hai chiesto di vederci?» domandò ingenuamente, nel tentativo di cambiare discorso.

Il ragazzo continuò a osservare accuratamente l'espressione sul suo viso, rapito da quel suo imbarazzo ancora così acceso nonostante tutto ciò che era già successo tra loro.

«Volevo un appuntamento con te» confessò.
«Me lo concedi?» aggiunse porgendole la mano.

Lei non proferì parola, troppo spaesata e imbarazzata per rendere al meglio le mille cose che le frullavano per la testa.
Si limitò quindi ad appoggiare la mano sulla sua, accennando un sorriso che le illuminò il viso e gli occhi.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora