The night of firsts

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La luce fece capolino attraverso le finestre disturbando il suo fragile sonno.
Sentì subito quel forte dolore alla testa che sembrava rallentare i suoi movimenti fisici e le sue capacità di concentrazione.
Ancora disorientata, Rose scrutò l'ambiente intorno a sé; s'irrigidì all'improvviso non riconoscendo alcun punto della stanza, ma ben delineando le linee del volto della persona che le stava accanto.

Il cuore quasi le uscì dal petto, consapevole solo in quel momento di aver trascorso la notte con lui e di non ricordare assolutamente nulla.
La sua mente ripercorse freneticamente i suoi ultimi istanti fino a giungere alla sua discussione con Ryan interrotta bruscamente dalla sua perdita di coscienza.
Cos'era successo? Perché Ryan dormiva beatamente di fianco a lei?

Ancora incapace di respirare normalmente e alle prese con una paralisi completa del corpo, indugiò con lo sguardo sul suo braccio muscoloso che le cingeva la vita al di sopra del bianco lenzuolo.
Seguendo quella linea avvampò alla vista del suo corpo scolpito, coperto solo da un paio di pantaloni scuri e dal lenzuolo di cui probabilmente si era impossessata durante la notte.
Imbarazzata come non mai e sempre più nel panico, alzò istintivamente un lembo del lenzuolo per coprirsi e solo allora si prese del tempo per studiare se stessa.
Sarebbe stato un eufemismo definirla vestita, e senza ombra di dubbio quelli che indossava non erano i vestiti che aveva indossato la sera prima.
La maglietta nera che su di lei risultava oversize, copriva ben poco la sua pelle al di sotto delle lenzuola, complici probabilmente anche i movimenti durante il sonno.
Senza dimenticare quel suo braccio che continuava a stringerla senza sosta e che faceva risalire ulteriormente la stoffa della maglia.

«La smetti di agitarti in questo modo, sto cercando di dormire» biascicò Ryan stringendo la presa senza scomporsi.

Quella sua voce roca mescolata al sonno la fece rabbrividire, mentre la sua tranquillità le fece presagire il peggio.
Intuì dai suoi modi che fosse per lui una situazione piuttosto comune, a cui sembrava essere abituato e in cui non riconosceva ormai nessuna emozione.
Ma per lei era tutto fuorché normale: il cuore le batteva a mille solo al pensiero che fosse successo qualcosa tra loro, e che per giunta non fosse in grado di ricordarlo.
Il suo successivo tentativo di divincolarsi fu vano, ma perlomeno infastidì a tal punto il ragazzo da costringerlo a interrompere il suo sonno.
Quando però si ritrovò incastrata nel suo sguardo, rimpianse quel suo essere inerme al suo fianco.

«Se ti agiti così tanto vuol dire che sei finalmente tornata in te. Mi fa piacere» precisò, andando a sostenere la testa con la mano libera.

«Cos'è successo?» chiese con un filo di voce, rossa in volto, ma pur sempre ansiosa di conoscere i fatti.

«Vuoi dire che non ricordi nulla della notte passata assieme?» chiese a sua volta, piuttosto divertito.

Rose sgranò gli occhi sempre più turbata.

«Dopo aver perso i sensi non ricordo più nulla» confessò, speranzosa che il racconto del ragazzo avrebbe fatto chiarezza.

«È un peccato. Però, pensandoci bene, forse è meglio così.»

Ryan scrutò compiaciuto lo sguardo di panico della ragazza, per poi voltarle le spalle e mettersi seduto sul letto ancora mezzo assonnato.

«Dimmi che è successo» si spazientì dopo un breve ma acuto silenzio.

«Vuoi davvero saperlo?» chiese Ryan, volgendosi nuovamente nella sua direzione.

La ritrovò in piedi dall'altra parte del letto, le braccia incrociate al petto come per darsi un tono, come per sentirsi meno indifesa.
Forse allontanarsi da quel letto le era sembrata una buona idea perché metteva della distanza tra loro, ma per lui risultò solo un'opportunità di scrutarla appieno.
Senza alcuna esitazione passò i suoi occhi su ogni centimetro del suo corpo: la sua maglietta sembrava fatta apposta per lei, le copriva il necessario lasciando in bella vista gran parte delle gambe e i suoi capelli scompigliati la rendevano ancora più sensuale di quanto potesse già essere ai suoi occhi.
Non aspettò la sua conferma, in un istante la trascinò nel letto posizionandosi sopra di lei, come un pazzo preda dei propri istinti.
Non aveva fatto altro che prendersi gioco di lei e provocarla, ma era stato lui stesso a perdere il controllo, vittima del suo stesso gioco.

«In questo caso è un peccato usare le parole» le sussurrò a un soffio dal viso.

Rimase lì in attesa di quelle sue reazioni che ormai conosceva a memoria e che gli facevano letteralmente perdere la testa.
Pregustando nella mente il calore del suo corpo, il suo respiro affannoso, le sue guance accese e i suoi battiti accelerati, si ritrovò a combattere contro il desiderio di eliminare la distanza tra i loro corpi.
E stette quasi per abbandonarsi a quel piacevole disastro, fare quel passo in più verso di lei e mostrarle cosa davvero voleva.

«Ryan...»

La sua voce incerta lo fece tornare in sé, lo riportò verso di lei. Alzò il viso per osservare il suo e si scontrò con i suoi occhi velati di paura.

Non era una delle tante; era Rose, fragile ed emotiva, priva di qualsiasi esperienza.
Si pentì in quell'istante di averla trattata come le altre, perché lei non era affatto come le altre.
E si sentì sollevato di non essere andato oltre, anche se avrebbe voluto.
Qualcosa in lei continuava a disorientarlo: quella strana attrazione nei suoi confronti, quel desiderio di proteggerla e allo stesso tempo di contaminarla fino in fondo.

Era tutto nuovo per lui, tanto quanto lo era per lei.

Era la prima volta che non andava fino in fondo, che non si abbandonava ai suoi istinti; la prima volta che temeva le reazioni e le emozioni di una ragazza.
Era anche la prima volta che desiderava così tanto qualcuno, che perdeva il controllo in quel modo, che si sentiva così disorientato.
E la prima volta che scrutava il viso addormentato di una ragazza, le accarezzava i capelli e la stringeva tra le braccia nel sonno.
Si perse a pensare quanto fosse tutto così paradossale.
Aveva di sicuro più esperienza di lei, tuttavia senza sforzo era riuscita a fargli sentire e fare cose mai provate prima.

Era stata la notte delle sue prime volte, solo meno convenzionale.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora