Sensations

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Pur rimanendo contrariato e piuttosto arrabbiato per la scelta testarda dell'amica, Christopher non aveva avuto altra alternativa se non accettare quella scomoda proposta di andare al kartodromo.
Sostanzialmente l'idea era partita da Matt, compiaciuto più che mai di far fare una nuova esperienza a Rose che non era mai nemmeno salita su un go-kart.

Dall'istante in cui la ragazza posò gli occhi sulla pista si pentì di avere accettato.
Non riusciva a pensare ad altro che all'enorme figuraccia che avrebbe fatto, e all'immagine di lei riversa sull'asfalto della pista.
Vedere sfrecciare quelle macchinine avanti e indietro non la aiutò a fidarsi ulteriormente delle sue capacità.
Si guardò intorno alla ricerca di una via di fuga, ma non riuscì a fare nemmeno un passo in direzione dell'uscita, Christopher le si avvicinò con casco e tuta tra le mani.
Amareggiata e in ansia la indossò e lasciò che l'amico l'aiutasse con il casco.

«Ti vedo preoccupata» le disse.

«Perché lo sono! Chris, non ho mai guidato, non ho idea di cosa fare» confessò nervosamente.

Il ragazzo si lasciò sfuggire un sorriso, lei ricambiò contenta che perlomeno qualcuno trovasse la cosa divertente.

«È più facile di quello che credi. Alla fine, potresti anche trovarlo divertente.»

«Qualcuno è agitato?» s'intromise Matt.

«Così sembra» si limitò a confermare il fratello.

«Ehi, non parlate come se non ci fossi» gli intimò Rose sempre più nervosa.

«Allora ricorda, acceleri e freni» la canzonò Christopher aggiustandole il casco sulla testa.

«Non mi aiuta» replicò, contrariata.

Si convinse che non potesse essere poi così difficile, non c'era il cambio e in effetti avrebbe dovuto semplicemente spingere due pedali.
Nella peggiore delle ipotesi si sarebbe ritrovata distesa in mezzo alla pista a gambe all'aria, ma perlomeno Christopher sarebbe morto dalle risate.
Quando finalmente si decise a partire i ragazzi erano già al secondo giro di pista.
Per una frazione di secondo desiderò solo essere un maschio; tutto era per loro così naturale e si facevano schiacciare decisamente meno dalla miriade di pensieri e insicurezze che affollavano la mente femminile.

Premette l'acceleratore con delicatezza e ancora incerta si avviò sulla pista.
Le si illuminò il volto non appena, dopo mezzo giro, si rese conto di essere ancora salda sul go-kart, scoprendosi oltremodo divertiva dall'aumento di velocità e dal superamento di alcuni piloti.
Fu per lei una bella sensazione: quella velocità, quel senso di libertà che le percorsero il corpo si rivelarono un toccasana.
Sperò che fosse stato lo stesso per Christopher.

Quando ripose il mezzo al proprio posto, anche se un po' dispiaciuta per aver dovuto terminare la corsa, si diresse euforica e raggiante verso i due ragazzi.
Fu ancora più contenta di ritrovare l'amico decisamente più rilassato ed entusiasta.
Ancora intenta a scrutare l'amico pochi passi più avanti, sobbalzò quando all'improvviso si ritrovò di fronte Matt e i suoi profondi occhi neri.
Il ragazzo avvicinò le mani per slacciarle il casco sfiorandole così la pelle sotto il mento.
Non le piacque per nulla quel contatto, motivo per cui quando finalmente concluse quell'operazione ne rimase contenta; quel contatto e quel suo sguardo le avevano lasciato una strana sensazione addosso.

Sotto le insistenze del fratello più grande decisero di continuare la serata.
Erano ormai passate le 21.00 quando si concessero un trancio di pizza al volo.
L'atteggiamento di Matt si era fatto sempre più insistente; più di una volta aveva provato ad avvicinarsi a Rose, ma quelle sue iniziative erano sempre state stroncate dall'intervento del fratello.

Dal canto suo Rose non riuscì a capire quel suo improvviso cambio di atteggiamento: aveva ben notato il suo sguardo pressante su di sé e quei suoi approcci sempre più frequenti.
Fino a quell'ultimo episodio non aveva voluto allarmarsi più di tanto, persuasa com'era che potesse trattarsi di un semplice escamotage per attrarre l'attenzione di Christopher, che difatti non lo perdeva mai di vista.
Il suo atteggiamento comincio, però, a metterla davvero a disagio quando Matt le sfiorò un angolo della bocca per ripulirla da alcune briciole.
Nell'istante in cui percepì le sue dita sulle labbra si allontanò istintivamente e fu allora che lo vide passare quelle stesse dita sulla bocca.

Quella sensazione e quel contatto fecero riaffiorare brutti ricordi: la pressione sui suoi polsi e il respiro disgustoso sul suo collo di quel ragazzo che a scuola si era buttato su di lei senza alcun motivo.
Aveva cercato di lasciarsi quell'esperienza alle spalle, ma quando riaffioravano prepotenti, utilizzava un metodo piuttosto insolito che aveva scoperto funzionare.
Sovrapponeva quelle immagini con quelle vissute con Ryan, con il ricordo del suo profumo, dei suoi occhi e del suo contatto.
Era strano, se non addirittura fuori luogo, ma era l'unico espediente che riusciva a tranquillizzarla e farla sentire al sicuro.
Non aveva indugiato su cosa potesse significare e non voleva farlo; se lo avesse ammesso, tutte le sue barriere si sarebbero potute sgretolare in un secondo.

Si limitava a farlo all'ombra della sua coscienza, in bilico tra il desiderio di lasciarsi andare e la paura di poter precipitare.

Ringraziò tra sé chiunque avesse mandato quel messaggio all'amico e l'avesse così distratto da quella scena.
Non aveva intenzione di raccontargli nulla, non voleva creare chissà che problema per una cosa che poteva benissimo essere un semplice scherzo.
Cominciavano a non piacerle i modi di quel tipo, ma era pur sempre il fratello di Christopher e non voleva peggiorare quel loro rapporto che già sembrava appeso a un filo.
Nonostante non sapesse quali fossero i loro trascorsi e che cosa fosse davvero successo tra loro, iniziò a temere che il fratello fosse davvero irrecuperabile, che fosse davvero la pessima persona di cui le aveva parlato.
Una parte di lei sperava però che non fosse così, che Matt avesse dei motivi e delle attenuanti per quegli atteggiamenti che sospettava non esser episodi isolati.

Mentre camminarono diretti verso casa, Matt si fermò di soppiatto di fronte a un locale proponendo di farvi tappa per bere qualcosa.
Christopher rifiutò categoricamente riprendendo a camminare come nulla fosse.

«Bene, molto meglio! Io e Rose avremo modo di conoscerci meglio senza interruzioni» dichiarò il ragazzo.
Prese Rose per mano e la trascinò all'interno.

«Matt, non fare cazzate!» gridò Christopher, poco prima di perderli di vista tra la folla sparsa di fronte al locale.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora