... and purity

110 15 41
                                    

Il giorno successivo, di ritorno dagli allenamenti, Ryan se la ritrovò di nuovo di fronte a casa.

«Non dovresti andare in giro da sola a quest'ora» la rimproverò mentre girava la chiave nella serratura.
«Beh, non entri?» le chiese poi, vedendola esitare sul ciglio della porta.

«Mi dispiace» disse lei con la voce che le tremava.

Sul volto di Ryan comparve un sorriso dolce e spontaneo; la trascinò dentro casa e la strinse tra le braccia.

«Dispiace anche a me. L'altro giorno non avrei dovuto alzare la voce» mormorò, dandole un bacio tra i capelli.

«Facciamo come vuoi» aggiunse scrutando i suoi occhi lucidi.

«Vuoi dire...»

«Che hai vinto, non lo diremo a nessuno per il momento» spiegò.

La prese poi per mano e la trascinò su per le scale.

Ancora disorientata da quel suo cambiamento di decisione, Rose si accorse di dove si trovassero solo quando riuscì a scrutare, nella penombra della stanza, il letto al centro.
Con mille pensieri per la testa, sobbalzò quando sentì la porta chiudersi alle sue spalle e le braccia di Ryan avvolgerla da dietro.

«Dormi con me stanotte» le sussurrò all'orecchio.

Le sue braccia strette al suo corpo e quelle sue parole appena udibili la fecero sprofondare nel panico, e la testa cominciò a girarle al solo pensiero di loro due uno sopra l'altro su quel letto.

«Ryan... non scherzare» biascicò, indecisa se provare paura o sorpresa.

«Non scherzo affatto. In questi giorni non hai fatto altro che provocarmi... anch'io ho i miei limiti» le disse mentre passava lentamente le dita sulle sue braccia.
«Sei venuta qui con la mia maglietta addosso, cosa dovrei pensare?»

Spostò la stoffa sulla sua spalla e vi posizionò le labbra.

«Sono venuta qui solo per parlare... per dirti che avevi ragione... non dovremmo nasconderci» farfugliò, con i battiti a mille.

Subito dopo aver pronunciato quelle parole Rose lo sentì soffocare una risata.

«Mi stavi prendendo in giro?» chiese stizzita, cercando di divincolarsi dalla sua presa.

«Vedila come una piccola vendetta per le tue provocazioni» constatò, beffardo, senza abbandonare la presa su di lei.

Si sentì così stupida per aver manifestato vergogna e panico per quella sua richiesta che altro non era che un suo modo di pareggiare i conti.

«Avevi detto che non mi avresti più toccato di nascosto» sottolineò lei all'improvviso, cercando di metterlo a sua volta in difficoltà.

Per tutta risposta Ryan lasciò la presa e andò a sedersi sul letto.

«Hai ragione, ma adesso le cose sono cambiate.
Sbaglio o mi hai appena detto che non vuoi più nasconderti?» replicò, sornione.
«Quindi, dormirai con me questa sera?»

La ragazza scrutò il suo viso per capire se si trattasse ancora di uno scherzo, e arrossì vistosamente non appena colse la serietà di quella sua richiesta.

«Non vivo da sola come te, non posso fare quello che mi pare» brontolò spostando lo sguardo.

«Domani è sabato, i tuoi sono al lavoro e i tuoi fratelli sono all'università. Non mi va che te ne stai a casa da sola.»

«E tu com—»

Rose non riuscì a terminare la frase, l'istante successivo si ritrovò seduta sulle gambe del ragazzo, con le sue mani strette sui fianchi e i suoi occhi puntati addosso.

Si concessero quel momento di silenzio e d'immobilità, scambiandosi sguardi che celavano desiderio ed emozione.

«Se provassi a baciarti mi rifiuteresti ancora?» chiese lei, spezzando timidamente il silenzio.

«Mi dispiace, ero arrabbiato» disse accarezzandole dolcemente il viso.

«Se non lo avessi fatto, se ti avessi baciato in quel momento mi sarei dimenticato di tutto e ti avrei concesso qualsiasi cosa. Anche se a quanto pare l'ho fatto comunque...» confessò amaramente allontanando la mano dal suo volto.

Lo vide abbassare il viso per nascondere quella nota di turbamento che ancora aleggiava nella sua mente e che traspariva in ogni sua espressione.

Rifece quel gesto che era sicura avrebbe voluto continuare a fare ancora e ancora, nonostante i rifiuti, nonostante le paure, nonostante le incertezze.
Gli alzò il viso con la mano e senza esitazione unì le sue labbra alle sue in quel bacio che tanto aveva desiderato iniziare per prima.

Quando la sua sorpresa si trasformò in desiderio, Rose incrociò le braccia intorno al suo collo lasciando che l'adagiasse sul letto e si posizionasse sopra di lei.
Ryan continuò a baciarla senza sosta, quasi avesse represso quella passione per troppo tempo e ora non fosse stato più in grado di contenerla.
Percorse con le labbra il suo collo, sentendo la sua pelle rabbrividire e il suo corpo irrigidirsi a ogni tocco; le sue avide mani le sfiorarono le cosce, per poi risalire lungo i fianchi e giungere ad accarezzarle il seno sempre più sensibile.

Lei si staccò dalle sue labbra, allarmata da quel suo contatto sempre più passionale.

«Vuoi che mi fermi?» chiese con il respiro affannoso, ricercando i suoi occhi.

Non ebbe bisogno d'indagare oltre, i suoi occhi gli sussurrarono la risposta al posto suo.
Si sistemò al suo fianco e la strinse tra le braccia sistemandole un leggero bacio sulla fronte. «Perdonami, mi sono lasciato trasportare.»

«Mi dispiace di essere così inesperta» mormorò lei sul suo petto.

«Ma che stai dicendo?» disse guardandola negli occhi.
«Ho perso il controllo proprio perché sei in questo modo, spontanea e pura. Mi fai molto più effetto quando sei te stessa, che quando fingi di essere chi non sei...»

«Non ti cambierai per niente al mondo» le sussurrò alla fine, stringendola nuovamente tra le sue braccia.

Change of PLANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora