Capitolo 37

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-Allora Nik, dove vado?
-Sali al primo piano, troverai due uomini.. sai cosa devi fare. Buona fortuna
-ok grazie.
Chiudo la chiamata e scendo dall'auto, sono difronte allo scheletro di un palazzo abbandonato, grigio. Sono a 20 minuti dal Bronx, hanno richiesto di me per sistemare un ex componente della CIA. A quanto pare ha venduto informazioni importanti quando è stato arrestato, per la libertà anticipata. E può dare fastidio a qualcuno.
Infilo il cappellino e gli occhiali e con la mia borsa entro nel palazzo.
Come aveva previsto Nik al primo piano due uomini fanno da sentinelle, all'uomo che proprio qui incontrerà il suo compratore.

Cammino dritta a passo svelto verso i due uomini
-Ehi che ci fai qui! Urla uno
-Fermati o spariamo! Urla l'altro
Estraggo le pistole, un solo colpo a testa, troppo lenti...
Ora difronte a me c'è una porta ho bisogno di sapere cosa cavolo c'è altrimenti potrei mandare tutto all'aria. Abbasso il maniglione anti panico, altre la porta un'ampio spazio vuoto, il che è strano.
Chiamo Nik
-Qui non c'è nessuno?
-Come non è possibile, era lì lo scambio!
-Aspetta ci sono delle telecamere..
-che vuoi fare?
-Luke mi può aiutare..
-Va bene prova ma sta attenta.
Chiudo con lui e chiamo Luke
-Ehi Rox tutto bene?
-Luke dove sei?
-Ehm a casa con gli altri, perché ?
Per qualche secondo rinuncio al suo aiuto, però se non uscirò da qui senza un morto, quella morta potrei essere io..
-Ascolta io ho bisogno di aiuto, devi hackerare delle telecamere per me.
-Si si non ci sto capendo un cazzo ma si, ti aiuto prendo il computer..
Qualche minuto ed è di ritorno
-Dove?
-Rikers Island
-Un attimo...eccomi ti vedo.
-Bene controlla l'area dovrebbero esserci degli uomini da qualche parte..
-ok ma sai che mi sto chiedendo che cazzo ci fai lì, armata, con una borsa sospetta?
-Si lo so, per questo non volevo chiamarti,ficcanaso! Sto lavorando..
-Wo..
- Che c'è?
-gli uomini che credo tu stia cercando sono sopra di te al secondo piano eh..
-Ok vado..
-Rox quel posto è pieno di dinamite!
-Si Non preoccuparti, ora chiudo.. ah Luke
-Si?
-Disconnettiti ficcanaso!

Chiudo la chiamata e salgo sopra ci sono altri uomini qui, ma non mi spiego quelli giù.
Punto la pistola silenziata senza farmi vedere e ne ammazzo 3 mentre gli altri due si rintanano dietro la porta. Lo percorro velocemente lasciando il borsone su un blocco di cemento, studio eventuali vie di fuga ma credo che riuscirò a scappare da quella già prevista.
Apro la porta e lancio un fumogeno. Non posso utilizzare esplosivo, rischierei di far esplodere il palazzo. Una piccola vibrazione mi fa sospirare forte
-Ti avevo detto di disconnetterti.
-Lo so ma mi hanno minacciato qui! E poi volevo dirti che sta arrivando un'uomo armato fino ai denti e si sta dirigendo verso di te!
-No dimmi se c'è un uomo con capelli bianchi sulla sessantina.
-Si sta scappando, si sta dirigendo sul retro, ma l'unico modo per raggiungerlo è quella stanza e quel bestione!

Corro dietro al blocco nascondendo la borsa prendo un coltello. La porta si spalanca e i suoi passi si avvicinano. Salto fuori alle sue spalle ma mi blocca il polso e inizia a darmi pugni sul fianco, riesco a liberarmi. Lui cerca di afferrarmi ma lo colpisco con un calcio in faccia. Mi concedo uno sguardo veloce al suo corpo, un'armadio! Questo è.
Ha dei coltelli negli stivali, ma non hanno custodia, gli costerà caro quell'errore,quando di nuovo torna su di me, prendendomi per la coda mi avvicina alla sua faccia schifosa e con una mano al collo mi solleva da terra. Faccio fatica a respirare. Colpisco il suo collo con un pugno e poi spingo con il piede il suo coltello che gli perfora il piede facendolo cadere a terra urlando. Prendo il mio coltello e glielo pianto nel petto. Qualche secondo e poi si immobilizza, per sempre.

Mi avvio di nuovo oltre la porta correndo verso il retro quando noto un gruppo di persone giù al primo piano gli sparo addosso e loro rispondono al fuoco.
Riconosco il mio obbiettivo, l'uomo che lo protegge, ha qualcosa di famigliare

Non mi ha visto, meglio così. Prendo il mio fucile di precisione, lo posiziono. Il mio obbiettivo mi guarda mentre cerca qualcosa e quando lo ha trovato, mi sorride sghembo. Estrae un telecomando nero.
Dinamite, telecomando, boom.
Prendo la mira e sparo colpendolo alla testa nell'esatto momento in cui lui preme il pulsante.
Inizio a correre oltre la porta mentre alle mie spalle il rumore sordo del piano superiore che crolla, copre il rumore delle mie scarpe. Non posso farcela, mi lancio dalla finestra riuscendo ad aggrapparmi al palo della luce. Ho il braccio sanguinante e lo zigomo che si era appena ripreso dall'ultimo match, torna a sanguinare. Scivolo giù e arrivo velocemente alla macchina partendo, mentre un cumulo di fumo nero si diffonde alle mie spalle.
-Roxanne!! Un urlo lo stesso di quel giorno,sussulto alla sua voce.
-Sto bene.
Dico chiudendo.

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