Capitolo 60

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Non lo so come sia capitato, sta di fatto che quando mi ha chiesto se potesse baciarmi, non gli ho risposto. Le distanze le ho annullate io.

Mi bacia dolcemente, e il suo profumo invade le narici. La sigaretta poi la lascia nel posacenere, io riesco a fare la stessa cosa, prima che mi prenda in braccio e mi riporti in casa.
-Scusami... dice tra un bacio e l'altro
-E per cosa? Chiedo poggiandogli le mani sul collo
-Non ho resistito... dice ancora
-Non lo fare.. rispondo approfondendo il bacio, le nostre lingue si sfiorano, io provo un brivido, leggero lungo la schiena. Lo stringo di più a me allacciando meglio le mie gambe alla sua vita. Mi porta sul divano, mi tiene ancora su di lui

-Roxanne, il mio cuore sta andando a farsi fottere! Se non credi che sia possibile, fermami.

Ma continuo a baciarlo, questa volta non voglio fermarmi, voglio risolvere la questione e poi tornare in Messico. Ma non credo che le relazioni a distanza funzionino. Ma non me ne frega, voglio che il mio cuore torni a battere, voglio prendermi cura di qualcuno.

Gli prendo il viso tra le mani.
-Trevis, la mia vita è in Messico..
-Ti seguo in capo al mondo se mi dici si.
-Si ma io non ho una vita facile, te l'ho detto che non sono fatta per fare la fidanzata..
-Non voglio una fidanzata, io voglio te! Non me ne frega degli incontri o degli ingaggi, io voglio aspettarti nello spogliatoio per curare le tue ferite. Voglio stare sul sedile accanto al tuo mentre guidi. Ti passerò le munizioni se mi dirai di si. Roxanne io non sono mai stato innamorato, ma adesso voglio fottermi il cervello per te.

Mai nessuno mi aveva detto queste cose... nessuno si sarebbe sacrificato..
-Va bene, Trevis. Dico baciandolo
Lui sfoggia un sorriso enorme e gli occhi gli brillano. Mi bacia, ribalta la situazione.. mi accarezza, il viso, i capelli. Sfiora appena il mio seno, lo fa involontariamente, mi chiede scusa con gli occhi. Mi sollevo appena per sfilare la maglia.
Da troppo non mi guardava così lui...
Trevis è diverso, dolce premuroso.
Lui lo era un tempo ora non più, quando facevamo sesso, riempivamo momentaneamente il vuoto allo stomaco e al cuore. Ma un tempo non riuscivamo a stare lontano neanche cinque minuti, che ci cercavamo immediatamente. Adesso, sembra che stiamo meglio se non ci vediamo.
Il rumore del campanello mi risveglia dai pensieri..
-Lascia stare, se ne andrà! Dice Trevis facendomi ridere
-Non è educato.. dico facendo finta di rimproverarlo
-Si ma non è nemmeno educato lasciare qui una bella ragazza in difficoltà. Dice lui guardandomi con un ghigno
-Hai ragione, ho serie difficoltà.. sto al suo gioco
-Bene signorina, qual'è il suo problema? Mi bacia ancora
-Ho mancanza d'affetto. Dico facendo il broncio
-mmm male male, menomale ho io la cura. Le prescrivo tanti baci e coccole. 
Mi bacia ancora, questo senso di leggerezza mi emoziona, sento come le farfalle allo stomaco. Dopo tanto tempo.
Ma il campanello torna a suonare più insistente.
-Vai Trevis non ti preoccupare. Dico baciandolo.
Sbuffa e si alza dal divano porgendomi la mano per aiutare ad alzarmi. Mi rimetto la maglia. E torno vicino al tavolo. Mi avvicino alla mia pizza sbircio nel cartone, rubando un pezzo. Sento un vociare dall'ingresso. Poi mi si gela il sangue quando la figura di Kevin entra in cucina sorridendo. Sorriso che scompare quando mi nota. Si irrigidisce ed entrambi ci puntiamo una pistola addosso. Lui dai suoi jeans io dalla mia borsa.
-No no, ragazzi fermi! Si allarma Trevis mettendosi tra di noi aprendo le braccia.
-Basta! È ora di parlare. Kevin l'hai già ferita senza motivo, e io non ti ho ancora perdonato. Eh Roxanne, ti prego. Sembra cattivo ma non lo è. Non con chi conosce almeno.
C'è astio tra noi, non c'è fiducia. Ma abbassiamo le armi.
-Che ci fa lei qui? Chiede alternando lo sguardo tra me e il fratello.
-Oh beh lei...
-Sono la sua ragazza. Dico calma. Ma non lasciando la pistola.
Lo sguardo di Trevis scatta verso di me e un lampo di felicità attraversa i suoi occhi. Immagino che dopo vorrà capirne il motivo.
-Oh.. Kevin sembra sorpreso
-In questo caso, mi dispiace averti sparato.

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