Driiin - Driiin.
Stavo seriamente iniziando ad odiare la mia sveglia, ogni volta mi faceva prendere un colpo. La mia stanza puzzava come un porcile, per cui mi alzai andando ad aprire la finestra, ma proprio mentre sbadigliavo il mio vicino di casa mi vide da quella di fronte. Mi tappai la bocca dall'imbarazzo ma fu peggio perché lo vidi ridere, poi abbassò lo sguardo sulla mia maglietta rigorosamente piena di orsacchiotti e una volta rialzato mi fece l'occhiolino. Che idiota, si stava per caso prendendo gioco di me? Lo fulminai con lo sguardo per poi abbassare con forza la serranda. Corsi a cambiarmi e infilai i libri nella borsa, feci un salto al bagno e corsi giù per le scale - per poco non spiccai il volo -.
<< Buongiorno tesoro, come mai così di fretta? >> mi chiese mia madre servendomi la colazione. << Pensavo di fare un salto alla biblioteca della scuola prima delle lezioni >>. << Sono contenta che ti piaccia leggere ma... >>. << Si lo so, dovrei farmi anche degli amici >> la sua espressione infelice era come una pugnalata per me, penso fu per questo che aggiunsi: << forse dopo scuola esco con una mia compagna di classe >> di colpo le si illuminò il viso. << Ora però scappo, ci vediamo dopo >> la salutai con un bacio sulla guancia e mi diressi verso la macchina. Il tragitto sembrò più veloce del solito, mi sentivo immensamente serena, la luce che si infrangeva sugli alberi, che mi finiva dritta in faccia mi trasmetteva positività. C'era qualcosa di immensamente intrigante nel sole, nella forza dei suoi raggi, so che sembrava da squilibrata pensarlo ma, fin da piccola mi sono sempre chiesta come sarebbe toccare il sole, senza scottarsi ovviamente. Arrivata al parcheggio della scuola fui felice di trovarlo quasi vuoto e scelsi il posto migliore, poi scesi dirigendomi all'entrata. Già fantasticavo su qualche saga fantasy da iniziare quando udii il rombo di una moto e una scarica elettrica sembrò trapassarmi. Lentamente mi voltai e vidi un ragazzo togliersi il casco per poi passarsi una mano tra i capelli e infilarsi degli occhiali da sole neri. Lo riconobbi dalla giacca di pelle, poi incontrai il suo sguardo: nonostante la lontananza mi sembrava di averlo a pochi metri da me, era una sensazione inspiegabile. Ripensai a come si era preso gioco di me meno di un'ora prima e distolsi lo sguardo dirigendomi a passo svelto verso i miei amati libri.<< Buongiorno >> mi salutò Lucia nel momento in cui mi sedetti accanto a lei, al contrario di me sembrava non aver chiuso occhio tutta la notte. << Cos'hai? >> le chiesi facendole comparire un'espressione sorpresa sul volto, in genere non mi preoccupavo mai di come stava e non ero di certo così diretta. << Nulla di che, una stupidaggine >> si vedeva lontano un miglio che mentiva. << Pr-prova a raccontarmela >> azzardai, stavo andando bene tutto sommato. Lei mi sorrise debolmente, << vedi c'è un ragazzo che mi piace e... >> di colpo si zittì, un silenzio tombale crollò in classe ed io mi voltai per capirne il motivo. << é questa la quinta A? >> chiese il mio vicino di casa, ma nessuno gli rispose, lo fissavano tutti a bocca aperta, inclusa Lucia. Sbuffando mi decisi quindi a parlare: << Si perché? >> nella mia voce trapelava la solita, odiabile, insicurezza con un pizzico di fastidio. Il suo sguardo si posò su di me e un sorrisetto impertinente gli si formò sul volto: << bene, ciao a tutti >> disse poi riferendosi alla classe, << Io sono Black >>, << Anderson >> concluse il prof da dietro di lui, << il vostro nuovo compagno di classe >>. << C'è un posto libero qui! >> disse Bella, il capo cheerleader della scuola. Lui le sorrise sghembo e andò a sedersi al suo fianco, era veramente uno sbruffone, un pagliaccio. << Che mi stavi dicendo prima? >> chiesi alla mia compagna di banco, improvvisamente presa dalla voglia di fare conversazione, tutto pur di non guardare il nuovo arrivato che ci provava spudoratamente con la biondina. << Oh, si dicevo che un tipo con cui sono uscita un paio di volte mi ha detto che gli è calato l'interesse nei miei confronti, ma sai penso che la cosa sia reciproca >> disse facendo un cenno della testa verso Black. Ma cosa aveva fatto alla classe? Li aveva stregati? Mi concentrai sul professore e mi persi nell'interessante spiegazione di un nuovo brano che presto avremmo dovuto leggere. << Il prossimo libro che vi assegnerò come compito per casa tratta di una principessa costretta a sposare un uomo che non ha mai visto prima. La vicenda in questo modo fa anche riferimento alla storia, a come funzionavano le gerarchie di un tempo >>. << Ma prof, come facevano le donne di quell'epoca a sopportare tali ingiustizie? >> chiese una mia compagna incuriosita. <<< In genere non si opponevano, insomma erano sottomesse alla famiglia, ma vogliamo scoprire cosa provavano realmente? Oltre alla solita recensione stavolta voglio che teniate un dibattito, sarete divisi in due gruppi >> ci spiegò il professore entusiasta. Alzai tremolante la mano, nonostante l'imbarazzo questa materia mi prendeva e volevo dire la mia, << mi dica signorina Cooper >>.
Sentii tutti gli occhi della classe guizzare nella mia direzione << Ecco io non penso che qualcuno qui sostenga che dover sposare una persona che non si ama sia giusto, per cui non vedo c-come posa nascere uno scontro >>, << permettimi di dissentire >> udii una voce profonda e leggermente roca, un brivido mi percorse la schiena contro la mia volontà e sentii prepotentemente il suo sguardo su di me. Mi voltai lentamente e quando incontrai nuovamente i suoi occhi un groppo mi si formò in gola, ma lo scacciai e mi diedi coraggio: << come scusa? >> chiesi tentando di sfidarlo, pochi banchi ci separavano, di nuovo quella sensazione che in realtà fosse troppo vicino. << Intendo dire che i genitori vogliono sicuramente il meglio per i figli, di certo non la loro infelicità >> disse come fosse ovvio. << Certo, ma far sposare alla propria figlia un uomo che non conosce cosa vuol dire secondo te? >>. << Vuol dire >> disse alzandosi in piedi, << che vogliono assicurarle una vita prosperosa, piena di ricchezze sicure per lei e i loro futuri nipoti >> spiegò con una leggera arroganza nella voce, il che mi fece irritare, così sorpresi tutti alzandomi a mia volta: << I soldi non rendono felice una persona >>. << No, ma trasmettono sicurezza e conforto, un senso di potere >> c'era tensione nell'aria. Ma chi si credeva di essere?! Era appena arrivato e già se la credeva come se contasse solo lui qui dentro. Stavo per ribattere quando il prof si schiarì la voce e ci disse: << bene ragazzi, a quanto pare il confronto ha già avuto inizio. Documentatevi su questo argomento e decidete da che parte volete stare, visto il coraggio avuto la signorina Cooper sarà a capo del gruppo della tesi e il signorino Anderson dell'antitesi. Per oggi è tutto, arrivederci e buono studio >> concluse, poi uscì dall'aula. Tutti ci stavano ancora fissando, per cui io mi risedetti rendendomi finalmente conto di quello che avevo fatto, mettendomi completamente al centro dell'attenzione. << Gli farai il culo >> mi sussurrò Lucia e le guance mi andarono letteralmente a fuoco, dovevo darmi una regolata se non volevo che la gente sparlasse di me, sicuramente già la voce di quanto era appena accaduto si sarebbe diffusa rapidamente. '' Il ragazzo nuovo e la secchiona di turno si sono scontrati davanti all'intera classe e al professore a causa di un inutile dibattito '' uff, che rabbia. << Allora? Usciamo oggi oppure no? >> ora come ora desideravo soltanto rintanarmi il più lontano possibile da quel cafone, ma essendo il mio vicino di casa non sapevo quanto ci sarei riuscita. Magari al centro commerciale non lo avrei potuto incontrare neanche per sbaglio, con questo pensiero mi voltai quindi verso la mia compagna di banco e annuii timidamente. << Ci divertiremo, vedrai >> speravo tanto che avesse ragione.
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Scommetti che non mi innamoro?
ParanormalDiana Cooper è una ragazza insicura di se, tormentata da un passato al quanto turbolento. Anela tranquillità, sente il disperato bisogno di scappare dai suoi incubi peggiori: i ricordi. Di certo non vuole persone intorno, in particolar modo il suo n...