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<< Hai idea di quanto desideravo questo momento? >> chiese Blake, la sua mano che stringeva la mia mentre sfilavamo davanti ai vari negozi, ma non li guardavo neppure, ero completamente rapita da lui. << Tu? Ma per favore >> sbuffai ripensando a ciò che avevo passato e un'improvvisa paura mi scosse, << non mi stai prendendo in giro, vero? Non potrei farcela un'altra volta >> si bloccò di colpo, ignorando la gente che ci sfrecciava accanto, << non ti ho mai presa in giro Diana >> era sincero, ma sembrava che ci fosse qualcosa che voleva dirmi, anzi, che moriva dalla voglia di urlarmi. << Entriamo qui >> propose facendo un cenno del capo verso una boutique.
Lo seguii, entrando vidi la commessa fissare Blake molto intensamente e una ragazza che stava guardando dei vestiti posare lo sguardo su di me.
Provai gelosia, ma subito dopo sollievo: lui era mio.
<< Perché non ti provi questo? >> Rimasi a bocca aperta mentre il mio protettore mi porgeva un abito dorato, in seta.
<< È bellissimo, ma non posso permettermelo >>, << tu vedi se ti piace >> feci spallucce e acconsentii, dirigendomi verso i camerini.

Il mio protettore non aveva solo azzeccato la mia taglia, ma anche il modello adatto per me.
Fasciava i punti giusti e copriva quelli critici.
<< Ti sta benissimo >> saltai al suono della sua voce e al contatto delle sue braccia che strinsero con dolcezza il mio corpo da dietro.
Fissai il nostro riflesso allo specchio, << gr-grazie >> mi voltai verso di lui e mi persi a guardarlo: il suo viso, le iridi chiare, le labbra carnose che potevo baciare quando volevo...
<< Adesso va a cambiarti, passami il vestito così vado a riposarlo >> uscii dalla trance e annuii chiudendomi la porta alle spalle.
Ero un po' delusa dal non poter avere un abito del genere, ma in fondo non c'erano tante occasioni in cui indossarlo, o almeno, non erano i luoghi giusti per me.
Con questo pensiero uscii dal negozio ritrovandomi Blake davanti, con la sigaretta in una mano e una busta nell'altra.
<< Ma cosa...? >> Sorrise, << buon compleanno >> aggrottai la fronte, << non è oggi >>, << lo so, ma ne sono passati tanti e non ti ho mai regalato niente >>.
Ridacchiai, << non potevi >> afferrai il mio regalo e sfiorai il tessuto del vestito all'interno.
<< Grazie >> mi lasciò un delicato bacio sulla tempia e un veloce brivido mi percorse, << e non hai ancora visto niente >>.

...

Due saltelli a destra e un calcio laterale, poi a sinistra.
Pugno destro e sinistro, calcio frontale.
<< Stai diventando quasi brava >> scherzò Nathan venendomi incontro.
<< Ei >>, << tu hai finito l'allenamento? >> Mi fermai un attimo e mi voltai a guardarlo.
<< Si e pensavo di andarmi a prendere un gelato, ti va di venire? >>.
<< Oh, ehm, certo. Dammi il tempo di lavarmi e sono da te >>.
Terminai la sessione e mi andai a cambiare, il pensiero di ciò che eravamo io e Blake mi faceva sorridere, anche se... Stavamo insieme o no? E come avrebbe fatto a dirlo ai suoi simili? Non poteva avere relazioni con gli umani.
L'ex ragazza sapeva che ora era occupato?
Scacciai i dubbi e mi dissi che sarebbe andato tutto bene.
Una volta arrivati al bar, prendemmo posto e ordinammo.
<< Allora, che progetti hai dopo il diploma? >> Mi chiese studiandomi.
<< Beh, vorrei andare al college e studiare medicina >> anche se ultimamente non ci stavo più pensando, considerando gli ultimi avvenimenti.
<< Forte >> si creò un silenzio imbarazzante, di sottofondo solo la musica del locale e i mormorii della gente.
<< Sai, Diana, sei una ragazza interessante, stai un po' sulle tue ma al tempo stesso sembri nascondere qualcosa >> un brivido mi percorse.
Nathan rise, << non è una cosa brutta, sei semplicemente... Diversa, mi intrighi >> per fortuna arrivarono i gelati ed ebbi una scusa per non rispondere.
Mi riaccompagnò a casa salutandomi con un bacio sulla guancia.
Il mio cuore perse un battito nell'istante vedendo che il mio protettore mi fissava in cagnesco dall'altra parte della strada.
Rientrai e mi andai a mettere comoda, ripassai qualche pagina di letteratura e poi mi addormentai.

...

<< Mamma? >> Mi svegliai, la voce impastata dal sonno.
<< Ma... Che ore sono? >> Mormorai tra me e spalancai gli occhi nel constatare che erano le otto passate.
<< Ma sono in ritardo! Perché la sveglia non è suonata?! >> Urlai scendendo con passo pesante le scale e dirigendomi in cucina.
Di mia madre zero tracce, nessun biglietto di avviso, ne messaggi lasciati in segreteria o chiamate.
Percepii il panico salire e noncurante del mio aspetto, corsi dai miei vicini.
Non c'era anima viva.
<< Ma dove sono tutti? >> Mi chiesi sulla soglia della loro porta di casa, poi mi voltai e mille brividi freddi come ghiaccio mi trapassarono.
<< Ciao >>.

Non riuscivo a muovermi, ogni muscolo del mio corpo era irrigidito, ogni nervo teso.
L'hole continuava ad avanzare nel vuoto tenendomi stretta in braccio.
<< Non tremare, siamo quasi arrivati >> la voce strascicante mi inquietava.
Non osavo rispondere, avevo paura anche a respirare.
Non vedevo niente, se non la strada sotto di me che diventava fango, dopodiché melma.
Alla vista di quello che sembrava vomito trattenni un conato e mi sforzai con ogni cellula che possedevo di visualizzare immagini positive nella mente.
Bottino... Oro, gioielli...
Parole sparse mi si formarono in testa e non riuscii a capire da dove provenissero.
Dopo quella che mi era sembrata un'ora il mostro mi mise giù e quando mi guardai intorno vidi una stanza scarsamente illuminata, dall'aria cupa: le pareti sporche, piene di muffa e sporcizia, scarafaggi ne occupavano gli angoli e un odore nauseabondo la riempiva.
Capii di essere in una cella, le sbarre mi si chiusero davanti e tremai per il gelo della stanza - sempre che così si potesse chiamare.
<< Il capo vuole vederti domani >> mi disse uno degli hole lanciandomi una scodella contenente un liquido giallognolo.
<< Mangia >> rabbrividii, preferivo rimanere a digiuno.
L'hole se ne andò, lasciandomi sola e non potei fare a meno di chiedermi se non fosse stata Iride a tradirmi.
Avevo sbagliato a fidarmi di lei?
Non c'era nè un letto, nè un water in quella stanza.
Mi raggomitolai e tentai di dormire, l'unica cosa che mi rimaneva da fare.

Scommetti che non mi innamoro?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora