<< So che preferiresti non ascoltare, non ricordare, ma devi farlo se vuoi capire perché sei qui e perché puoi soltanto fidarti di me per uscirne >> le testa mi pulsava, tutto sembrava irreale. Iride vide che non rispondevo e iniziò a raccontarmi: << vedi, c'è un motivo se ti sei sempre sentita fuori posto... non al passo con i tempi ecco >> si morse il labbro per imbarazzo o forse semplicemente per trattenere una risata, non riuscivo a capirlo. << Tu non sei una ragazza qualunque, questa non è la tua epoca. Sei stata scaraventata qui da me, quindi si, in un certo senso sono io la responsabile, ma tu eri consenziente >> scossi animatamente la testa, << non capisco >>. Sorrise dolcemente, in modo quasi inquietante, << Tu sei la principessa Ruben, nata fra le mura di un castello, sotto sorveglianza fin dal principio. Il tuo futuro era già scritto, o così sembrava >> iniziò a girare per la stanza, << tutto è cambiato quando Blake si è innamorato di te >>. Aggrottai le sopracciglia, << ora sono confusa >>, << pensaci bene, non ricordi proprio niente? >> mi chiese e mi sforzai di visualizzare una qualsiasi immagine nella mente, senza alcun risultato. << Okay, dunque, abbiamo poco tempo. Tra poco arriveranno le guardie a prenderti, ma... >> allungò le mani verso di me e mi ritrassi automaticamente. << Fidati di me >> disse e per un attimo notai qualcosa nelle sue iridi, non il solito buco nero. << Ho alternative? >> con un leggero sbuffo mi avvicinai chiudendo gli occhi dal terrore, lasciai che mi toccasse i capelli, accarezzandoli, come una madre fa con un figlio e un gas si levò intorno a noi, sentii puzza di bruciato e temetti che mi stesse dando fuoco. Non appena la vista non fu più appannata però, scorsi due corpi accovacciati, immobili. Subito dopo un'altra immagine, un ragazzo che mi faceva salire su un cavallo, dopodiché stavamo nuotando.
Non riuscivo a metterlo del tutto a fuoco, i momenti erano brevi, andavano via troppo in fretta.
Poi di colpo fu tutto più limpido,
vidi il capo hole piombare al mio matrimonio, tentare di uccidermi.
Rammentai la paura e il terrore, il desiderio che fosse soltanto un incubo.
Stavo per morire, mi guardai intorno e scorsi la gente scioccata, i visi pallidi dei presenti puntati su di me.
Temetti che fosse la fine, poi però incrociai due occhi scuri... Vuoti.
Non compresi, ma non avevo paura.
Posso salvarti, se vuoi.
Sentii nella mia mente come se quella figura mi stesse parlando.
Eppure teneva la bocca chiusa, le braccia strette intorno all'esile corpo.
Devi solo dirmi di si.
La donna mi accusò di averle rubato il principe, di essere una bugiarda traditrice.
Perché non avevo alcun diritto di conoscere Alexander prima del dovuto.
Poi successe: lui stesso mi si parò difronte e ammise di essere un impostore, giunto lì soltanto per poter avere la mia mano.
Si mostrò a tutti nella sua vera natura, annunciò di essere il mio protettore.
In quel momento compresi ogni suo gesto, ogni sua mossa, non del tutto, ma abbastanza da perdonarlo. Vidi un fuoco divampare davanti al mio viso, e presa dall'agitazione urlai: << Si! >>, poi tutto si fece scuro.<< Buongiorno schiava >> mi disse Erin e strinsi i pugni, << non sono e non sarò mai al tuo servizio >> ribattei, dentro di me la rabbia ribolliva al ricordo di cosa stava per farmi tempo fa. Ora ricordavo, in maniera confusa, ma sapevo il suo nome e questo bastava a collegare i pezzi, le volte in cui era stata nel mio palazzo, ai miei banchetti e si era mostrata gentile e socievole, nascondendo perfettamente l'invidia e il desiderio di vendetta. << Ci siamo svegliate con gli artigli stamattina >> sogghignò avvicinandosi a me, un forte odore mi investì e dovetti farmi forza per non fare un passo indietro. << Senza troppi giri di parole ti comunico che la tua sfida di oggi sarà un tantino diversa >> strascicò le ultime lettere, alzai il mento in segno di sfida nonostante le mie mani stessero tremando e pregai non se ne accorgesse. Un secondo prima lo sguardo impassibile dell'hole era a pochi centimetri dal mio viso, quello dopo era sparito e un ago mi penetrò nel braccio, portando una nuova ondata di nausea; riuscii a non svenire, non le avrei dato questa soddisfazione. Avrei dovuto lottare per sopravvivere? L'avrei fatto. La vista mi si offuscò e scossi con forza la testa mentre pensieri negativi e inquietanti si formavano nella mia mente. Non c'era nessuno di fronte a me, eppure avevo la sensazione di star schivando dei colpi, mi spostavo con sempre più convinzione mentre la testa sembrava un enorme bersaglio degli hole. Il cervello era il mio e non lo avrebbero manipolato, così dirottai le immagini riflesse, spostandole su cose belle e rilassanti, ma continuavano a venire intercettate. Pregai, mi ressi all'unica roccia che mi rimaneva, la speranza. Le paure svanirono, mi accorsi di star tenendo gli occhi chiusi e trattenendo il respiro. Inspirai ed espirai più volte, evocai la tranquillità che sapevo giaceva da qualche parte dentro di me e che nessuno mi avrebbe più portato via. Riaprii gli occhi e questa volta ci vidi chiaramente, sorrisi scaldandomi dentro, preparandomi alla prossima battaglia. Percepii qualcosa di molle sulla gamba e saltai abbassando lo sguardo: un millepiedi stava cercando di salire, poi una vespa mi volò davanti agli occhi, uno scarafaggio arrivò ai miei capelli e si aggrappò ad essi perlustrando la zona. La fobia di questi insetti per poco non mi fece urlare e scappare a gambe levate ma attorno a me c'era solo un burrone. Richiusi gli occhi.
Non è reale.
Sta giocando con le tue paure, questi insetti non ci sono.
Ragiona, dove sono finiti tutti?
Qualcosa di umido mi circondò le caviglie, fango. Contai uno, due, tre e gli insetti si moltiplicarono, quattro, cinque e sei e il fango aumentava fino a raggiungere la mia vita. << Non è reale >> dissi, una mosca mi entrò in bocca e fece per scendere giù. Ricacciai il disgusto e mi focalizzai su due occhi smeraldo che mi fissavano, i miei preferiti.
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Scommetti che non mi innamoro?
ParanormalDiana Cooper è una ragazza insicura di se, tormentata da un passato al quanto turbolento. Anela tranquillità, sente il disperato bisogno di scappare dai suoi incubi peggiori: i ricordi. Di certo non vuole persone intorno, in particolar modo il suo n...