15.

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Nel momento in cui mi svegliai per un attimo credetti veramente di essermi sognata tutto, ma poi mi dissi che era esattamente ciò che Blake voleva. C'erano troppe domande senza risposta: come mai non ricordavo niente del cosiddetto ' fulmine ' che mi aveva colpita in testa? Quella notte, chi mi aveva salvata dallo stupratore? Insomma, non lo conoscevo ancora, ma non i ricordi erano frammentati e si collegavano agli altri. Mi alzai dal letto e mi osservai allo specchio: nessun livido, né graffio, come aveva detto Blake, in più la mia pelle brillava come se ci avessi applicato una qualche crema. Ero in pigiama, ma non ricordavo di averlo messo, ne di essermi addormentata, eppure ciò che era successo sembrava irreale ma non ci sarei cascata, non stavolta. Mi cambiai per poi scendere rapidamente le scale e fiondarmi alla porta noncurante di avvisare la mamma, superai il cancello e giunsi dai vicini. Bussai ma non sentii rumori di passi, temetti che stessero dormendo, poi però la porta si spalancò e mi ritrovai davanti Cassandra che mi fissava con il suo solito sguardo assassino, << d-devo parlare con tuo fratello >> dissi tentando di sembrare sicura, ma lei mi sorrise in un modo che mi fece trasalire, << stai alla larga da questa famiglia Cooper >> piegò la testa di lato, << l'incidente alla festa non ti è bastato? >> allora era successo davvero, non mi ero immaginata niente. La rabbia iniziò a ribollirmi dentro << chiamami Blake >>, << sennò cosa? >> chiese e vidi che la sua pelle stava assumendo un colore rossastro. << Diana? >> alle spalle di Cassandra comparve lui, senza maglietta e con la voce impastata dal sonno, di colpo arrossii alla vista degli addominali scolpiti. << Se ne stava andando >> affermò la sorella, << no no, voglio sentire cos'ha da dirmi >> questa non me la aspettavo. << Blake >> sussurrò lei, improvvisamente incerta, << smettila, non cambierò idea. Lei è troppo importante per me >> il mio cuore saltò un battito. Cassandra non ribatté nulla e rientrò sbattendosi la porta alle spalle, Blake mi squadrò divertito. << Cosa ti ridi deficiente? So che pensi di poterti prendere gioco di me, ma ti sbagli >> affermai seria più che mai, poi ebbi un'idea, << per quanto pensavi di nasconderlo? So tutto >>. La sua espressione si incupì e capii che aveva quasi abboccato, << cosa sai? >> bella domanda, avrei dovuto bleffare, << che non siete umani prima di tutto >>. Il mio vicino di casa incrociò le braccia al petto, mettendo in evidenza i bicipiti. << Siete arrivati qui da poco, non a caso >> continuai cercando di andare oltre la sua espressione impassibile, volevo leggerli dentro. << Voi tu >> di colpo tutti i fili si legarono tra loro, << tu mi stai sorvegliando. Sei il mio vicino di casa e il mio compagno di classe, mi hai salvata dalla macchina quel giorno, sbucando dal nulla e mi hai difesa da quei mostri >> il cuore mi martellava nel petto, non sapevo cosa fosse, ne tantomeno cosa volesse da me. Accadde in un attimo: Blake mi caricò sulla spalla e corse via ad una velocità razzo, vedevo la strada scorrere sotto di me ed era tutto così inspiegabile. Mi mise giù, eravamo in cima a un monte, la città era minuscola sotto di noi, i boschi più di quanti ne conoscessi, le sue mani mi stringevano la vita, il suo fiato caldo mi accarezzava il collo << tu non hai idea >> sussurrò, << di quanto vorrei dirti tutto >> fece scorrere una mano sul mio braccio e mille brividi uniti a scosse mi percorsero. << Ma non posso Diana >> pronunciò il mio nome lentamente, in modo intimo, come se ci conoscessimo da sempre, come se trapelasse del sentimento dalla sua voce. << P-perché dici così? >> avevo in pappa il cervello, mi sforzavo di rimanere concentrata, << perché meno sai, meglio è >> affermò e mi voltai verso di lui. I nostri occhi si incontrarono, notai che i suoi erano completamente dorati, non c'era più alcuna traccia di verde. << A-almeno dimmi cosa sei e cos- cos'era quel mostro che mi ha morso la spalla >> sospirò, << prometti che non lo dirai a nessuno e che non mi farai più domande? >> mi stava supplicando con lo sguardo, come se si stesse fidando di me. << Te lo prometto >> risposi mandando giù un groppo in gola, << bene >> disse solo, poi un'energia densa proveniente dal cielo si formò attorno a lui. I suoi occhi divennero prima rossi, come due palle di fuoco, poi bianchi come il ghiaccio, la sua pelle emanò luce e divenne argentata insieme ai capelli. << Posso assumere diverse forme angeliche >> mi spiegò, notai che le labbra erano estremamente rosse, invitanti. << Diana Cooper penso che dovremmo ripresentarci >> ora percepii meglio il suo profumo speziato, era un misto di fragranze floreali, era un qualcosa di unico, mai sentito. Avvicinò il suo viso al mio per poi far scendere la sua mano alla mia, accarezzandola appena, afferrandola e portandosela alle labbra. Mi sembrava di sognare, questo non poteva essere il ragazzo che fino a qualche giorno fa mi aveva derisa. Mi baciò le nocche, una ad una, senza distogliere lo sguardo dal mio e si inginocchiò. Il cuore batteva ad un ritmo irregolare, temetti che mi sarebbe esploso dal petto, << Salve signorina Cooper, io sono Blake Anderson, o almeno così mi chiamano qui >> susseguì un momento di silenzio. << Il mio compito è tenerla al sicuro dagli hole, creature malvagie che cercano di impadronirsi della terra divorando gli umani >> mi si chiuse lo stomaco, tutte le immagini di quegli esseri viscidi mi balenarono in mente. << Possono prendere diverse sembianze, più precisamente qualunque vogliano >> per un attimo mi sentii mancare. << Possono anche tra-trasformarsi in umani? >> questa conversazione era assurda, volevo solo tornare a casa e dimenticare tutto, non mi serviva il suo aiuto. << Si >> disse continuando a guardarmi come se potesse leggermi l'anima, distolsi lo sguardo arrossendo violentemente e ritraendo la mano. Blake mi alzò delicatamente la testa posandomi un dito sotto al mento, << ti avevo detto che era meglio restarne fuori >> sorrise in un modo così dolce e così bello che non riuscii a capacitarmi fosse il Blake di sempre. << Perché mi hai trattata male dal primo istante che ci siamo visti? >> chiesi e venne scosso da una leggera risata. << Cosa c'è da ridere? >> scosse la testa, << Diana, Diana. Devo spiegarti proprio tutto? Disprezzarti è l'unico modo per non elogiarti >> aggrottai la fronte confusa, << la mia è una maschera, nessuno era mai riuscito a romperla prima di te >>. << Non hai bisogno di una maschera, puoi essere te stesso >> tralasciando l'aspetto alieno, ovviamente. Non rispose, ma insistei << Blake, non mi hai ancora detto cosa sei >> fu il mio turno di cercare il suo sguardo, come se tra noi ci fosse una connessione. Mi guardò nuovamente e l'elettricità era troppo forte, feci un passo indietro inciampando su di un piccolo ramo e cacciai un grido, ma mi afferrò. Vedevo tutto sottosopra, mi girava la testa, la sua mano ancorata alla mia vita, poi di colpo mi prese in braccio. Mi aggrappai a lui con tutta la forza che avevo pur di non cadere di nuovo, << hai ragione >> sussurrò, << Io sono il tuo protettore >>.

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