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<< Pronto? >>. << S-scusami, non non v-voglio disturbar >> non riuscii a finire la parola che un singhiozzo mi sgorgò dalla gola. << Ma che succede? Diana cos'hai? >> mi chiese una Lucia allarmata, << okay dimmi adesso se è successo qualcosa di grave, perché sto seriamente iniziando a preoccuparmi >> in risposta scossi la testa anche se non poteva vedermi. << I-io sono una stupida e Blake >> altro singhiozzo. << Frena un attimo. Cosa c'entra lui adesso?! >> scoppiai in lacrime, odiavo dar tanto peso alle parole di uno sconosciuto, eppure eccomi qui. << Mi ha mi ha >>, << ti ha violentata?! >> urlò in preda al panico. << Assolutamente no! Cosa ti salta in mente? >> mi sentivo fragile come non mai, forse non era stata una buona idea chiamarla, non mi avrebbe capita. << Non lo so, cosa dovrei pensare se una mia amica mi chiama in questo stato? >> aveva ragione. << Scusami >> decisi di buttare tutto d'un fiato, << mi ha ferita. ma non fisicamente >> mi affrettai ad aggiungere, << ha detto delle cose crudeli e la cosa peggiore è che sono vere >>. Era da tanto che non mi sfogavo, in genere tenevo tutto dentro, non mi usciva neanche una lacrima, questa era stata la famosa goccia che fa traboccare il vaso e mi accorsi di star meglio ora. << Qualunque cosa abbia insinuato ignoralo. Non ti conosce, probabilmente è solo uno stupido bullo, cerca di evitarlo e di non rimanere da sola con lui. Ah, e se rifa una cosa simile in mia presenza gli sfracasso le budella >> lo affermò con una tale convinzione che mi strappò un sorriso, forse questa giornata non era stata del tutto rovinata.

<< Dai Diana, solo per stasera >> insisté Bella. << Non mi piace ballare >> dissi sorpassandola . << Sei la solita asociale, andiamo ragazze stiamo soltanto perdendo tempo con questa >> si levarono mormorii, mi aveva appena fatto fare la figura di quella che non esce mai e in effetti era così. << E v-va bene >> mi sentii dire, non potevo lasciarla vincere anche stavolta.

Driiin - Driin.

La sveglia mi strappò dal mondo dei sogni e in un attimo mi tornarono alla mente i ricordi di ieri, mi sentii rilassata per poco, perché non appena compresi che avrei dovuto sopportare la vista di quello stronzo in classe, fremetti di rabbia e rimorso. Mi preparai con eccesiva foga, sbattendo le porte da cui entravo e uscivo e quasi rompendo la zip dei miei jeans preferiti. << Buon... amore, va tutto bene? ti vedo pallida >> mi fece notare mia madre. << Lo sono sempre. Ci vediamo dopo >> pronunciai queste parole con fastidio e me ne pentii subito dopo, lei non mi aveva fatto niente, al contrario c'era sempre per me. In auto cambiai continuamente stazione, poi spensi definitivamente la radio, stufa di cercare una canzone che mi calmasse. Tranquillità, solo quella chiedevo e Blake Anderson me l'aveva appena tolta, strinsi il volante nell'istante in cui trovai parcheggio. Scesi dalla macchina, questa volta non ero in anticipo per cui mi diressi verso la mia aula mentre desiderai urlare tutto ciò che provavo a causa sua, ma ogni possibile lettera o sillaba mi morì in bocca nel momento in cui lo vidi. Era già posizionato al suo posto, intento a scribacchiare qualcosa su un quaderno quando entrai alzò lo sguardo e mi fissò intensamente, come la prima volta che ci eravamo visti. Provai un fremito alla nuca, ma poi il dolore rimontò e gli lanciai un'occhiata gelida, non era tanto, ma mi sentii soddisfatta. Smisi di guardarlo e andai a sedermi al mio banco, aspettando con ansia Lucia tanto che, senza accorgermene mi iniziò a tremare una gamba. << Ei >> mi salutò appena varcò l'entrata, << come stai? >> chiese a bassa voce. << Male >> borbottai e subito dopo la campanella suonò, la professoressa di matematica entrò e si sedette alla sua scrivania iniziando a fare l'appello. << Scusi tanto per il ritardo >> non avevo bisogno di alzare la testa per capire che fosse Bella, anche perché stavo cercando di rasserenarmi pensando a qualcosa di piacevole, ma poi il sogno, o meglio, il ricordo di stanotte mi balenò in mente. La bionda intanto aveva già buttato la borsa sul banco, accanto a Blake, azzardai una sbirciatina e vidi lui farle l'occhiolino e sussurrarle qualcosa all'orecchio mentre prendeva posto, facendola ridacchiare come un'oca. Mi ci volle tutto l'autocontrollo che avevo in corpo per smettere di insultarlo mentalmente e seguire la lezione, così tirai fuori il materiale necessario e presi un respiro profondo. Potevo farcela.

Avanzai rapidamente tra gli scaffali della biblioteca cercando qualcosa che attirasse la mia attenzione, ma diveniva sempre più difficile perché dopo essermi immersa tra le pagine dei libri più travolgenti di tutto il mondo, gli altri mi risultavano banali. Ad un certo punto ne scorsi uno con la copertina d'orata e la scritta nera: Ciò che amore non è. Incuriosita tentai di afferrarlo, ma qualcun altro aveva avuto la mia stessa idea e le nostre dita si sfiorarono, sentii una scossa e ritrassi la mano di scatto, voltandomi per vedere di chi si trattasse. No. << C-che ci che ci fai qui? >> non volevo balbettare, ma vedere il mio vicino di casa qui non me lo sarei mai aspettata. Lui inarcò un sopracciglio assumendo quell'espressione odiosa che aveva avuto ieri quando mi aveva insultata senza motivo, << quello che fai tu >>. Presi coraggio e risposi: << strano, non pensavo di starti rompendo le pa... >>, << ei, ei, cos'è questo linguaggio? Una sapientona come te non dovrebbe >> a quel punto non ci vidi più e tentai di strappargli il libro di mano, ma lui fu più veloce e alzò il braccio in alto facendomi inciampare in avanti. In pochi secondi eravamo distesi per terra, io sopra di lui, a pochi metri dal suo viso e successe qualcosa di strano: un calore inaspettato mi invase, i nostri occhi si trovarono, i respiri si mischiarono e il suo profumo speziato mi invase nuovamente le narici. La testa prese a girarmi, la terra sotto di noi tremò, ma nessuno dei due si mosse. << Voi due >> sobbalzai a quel richiamo, mi alzai in fretta e furia arrossendo, per quanto eravamo rimasti in quella posizione? << Che stavate facendo? >> continuò la bibliotecaria. Mi ripresi dallo stato di trance e parlai: << Non dovrebbe chiederci piuttosto come stiamo? Non ha sentito il terremoto? >> lei mi fissò spazientita. << Senti ragazzina, sono anziana non stupida. Se vi date anche solo un bacio in mia presenza vi caccio fuori, tutti e due >> scandì bene le ultime parole, poi si allontanò. Ma cos'era successo? Mi voltai verso Blake ma era sparito di nuovo e aveva portato il libro con se.

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